E’ quanto emerge dal Rapporto sull’editoria d’arte in Italia 2013, curato dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e disponibile a partire da oggi, 20 settembre, in occasione del Festival Artelibro su tutte le piattaforme
I dieci anni della manifestazione bolognese (in programma a Bologna fino a domenica 22 settembre) coincidono infatti con una trasformazione profonda in atto del settore, che copre con il 6,5% dei titoli d’arte ormai poco meno del quattro per cento del fatturato trade (3,8% per la precisione). E che ha visto dal 2008 a oggi, in soli quattro anni, gli italiani spendere 10,2 milioni di euro in meno per acquistare libri d’arte.
Meno 9,3% nel 2012
Registra una secca flessione il settore nei canali trade (quelli rivolti al pubblico: librerie, librerie online, Grande distribuzione organizzata). Il segmento dei cataloghi (cataloghi e monografie, fotografia e architettura, design e antiquariato), in cui è largamente prevalente l’immagine, registra un andamento negativo ancor più accentuato della media: -23,1% tra 2008 e 2012. Comunque negativa, ma solo in misura meno marcata (-8,2%), l’altra componente, quella della saggistica d’arte (testi saggistici con largo impiego di immagini e illustrazioni).
Offerta stabile ma con un taglio netto di oltre il 30% delle copie per singolo titolo
L’offerta rimane (tutto sommato) stabile e si colloca tra 2000 e 2011 tra i 3.100 e i 3.600 titoli. Oggi si pubblicherebbero, in base ai dati Istat, quasi lo stesso numero di titoli (159 in più) che si pubblicavano nel 2000: +5,1% (una crescita dell’offerta di un misero +0,46% in media annua). Il vero, profondo cambiamento si rileva nell’andamento della produzione a copie. Nel 2000 gli editori presenti in questo segmento stampavano e immettevano nei canali distributivi quasi 8 milioni di pezzi. Nel 2011 sono diventati 5,3 milioni (-32,4%).
E allora? Il futuro digitale è la strada?
Forse, ma non nell’immediato: gli e-book d’arte sono in crescita (sono 1700 e rappresentano il 3,2% degli ebook in commercio,), ma l’e-reader non è il device elettivo per questa produzione che forse dovrà aspettare una maggior diffusione di tablet (mini e a prezzo più basso). Le app per ora sono troppo costose da sviluppare: solo sull’Apple store ne sono state individuate 214, un quarto delle quali realizzate in Italia.
Su cosa si punta allora?
Su editoria facsimilare ed export – Aumenta infatti l’offerta dei libri facsimilari che crescono del 68% tra 2004 e 2011, passando da 93 a 156 titoli. Il risultato è un mercato che si poteva stimare per il 2010 in non meno di 14,5 milioni di euro; e in 16,0 milioni di euro nel 2011 (+ 7% sul 2009 anche se molto dipende dall’offerta messa sul mercato). Numeri importanti anche per il made in Italy, per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano (spesso l’edizione è occasione del restauro/studio del codice), di attività e competenze a cavallo tra dimensione artigianale e quella industriale.
La più forte oggi è la via dell’internazionalizzazione
I libri d’arte contribuiscono infatti con il 25,9% all’export complessivo di diritti di edizione dell’editoria italiana. Quello dell’editoria e dei cataloghi d’arte, di immagini, di design e architettura, di lifestyle, moda, ma anche delle riviste di architettura, ecc. un settore ad alta vocazione internazionale: il 5,6% dei titoli d’arte è pubblicato direttamente in inglese. Le coedizioni (o edizioni dirette) crescono sui nuovi mercati internazionali: tra 2000 e 2011 le coedizioni in lingua straniera (il 96% in lingua inglese) e fatte con editori stranieri sono cresciute infatti del 26%.