A seguito della round table virtuale tra i principali esponenti politici candidati alle elezioni 2013 sui temi dell’innovazione, abbiamo intervistato Federico Munerotto, Candidato al Senato per il Movimento 5 stelle.
Quali sono le attività svolte dal Movimento 5 stelle a supporto dell’innovazione?
L’innovazione è un termine molto ampio che può includere parecchie attività, la domanda è un pò ambigua.
Il Movimento a livello locale, non essendo mai stato presente a livello nazionale, ha già avviato numerosi corsi di alfabetizzazione informatica gratuita tenuti da docenti volontari.
Quale sarà il suo “programma” e le prime tre cose che secondo Voi è necessario fare per far ripartire l’Italia digitale?
I tre punti saranno:
• riscatto della dorsale, perché un bene così importante deve essere di tutta la comunità, non di una azienda il cui scopo (non Telecom ma tutte) è fare il bene dei proprietari (gli azionisti) e quella dorsale viene piegata al solo interesse economico di pochi, a scapito del resto della popolazione;
• introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete, in particolar modo nelle zone non raggiunte da xDSL o altre connessioni del cavo;
• aumentare l’estensione della rete in fibra ottica e la sua qualità rendendo possibili velocità di connessione dai 20 Mb/s fino ai 70, ma anche oltre.
Come si può risolvere il problema del digital divide e sopratutto, dove trovare i finanziamenti per realizzare le infrastrutture necessarie?
Letteralmente la società è divisa nell’ambito digitale (digital divide). Sono dalla stessa parte sia le aziende che si collegano lentamente, sia tutta quella fascia di popolazione che non ha accesso a Internet perché non ha un computer o non lo sa usare.
In questo articolo la CGIA di Mestre si spinge a quantificare in 26,5 miliardi di euro tutto ciò che le aziende sono costrette a fare senza la banda larga. Se la somma è così corposa, non serve un professore di economia per capire che anche se creare una rete in fibra ottica dovesse richiedere un grosso impegno finanziario, dopo pochi anni i risparmi di quei 26 miliardi ritornerebbero.
L’Italia potrà ripartire grazie alla tecnologia?
Le ricadute non sono solo per le aziende, ma anche per la persona: non devono esserci cittadini che escono da casa per spostarsi di 30-40 km solo per passare la giornata in completa solitudine davanti a un computer su una scrivania. Quelle che si devono spostare sono le idee e non le persone.
Quali sono le esperienze positive da importare in Italia e quali sono i suoi ispiratori?
L’esempio degli Stati Uniti è emblematico: dai remotissimi tempi del primo V-day viene chiesto l’accesso gratuito alla rete per cittadinanza, ma è notizia dell’altro giorno che il presidente USA Obama ha annunciato di voler fare esattamente la stessa cosa. Finora non c’è stato il modo di far passare le nostre idee, ma, visto che sono adottate in Paesi leader in fatto di tecnologia, questo sottolinea che eravamo nel giusto.