Ecco perché la NSA spiava il Vaticano

Ci sarebbe anche Papa Francesco tra i 46 milioni di cabli finiti nel rubinetto della NSA negli ultimi 10 mesi

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

A rivelarlo è il settimanale Panorama che spiega come anche il traffico voce diretto e in uscita dal Vaticano sarebbe stato oggetto di interesse dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale statunitense. Nonostante Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, abbia dichiarato come non vi sia nessuna preoccupazione al riguardo, il rischio che le delicate mosse del Vaticano siano state rubate dagli spioni federali è reale.

Orecchio attento al Papa

Secondo Panorama, la NSA aveva preparato quattro classificazioni per le telefonate in entrata e in uscita dal Vaticano: “leadership intentions”, “threats to financial system”, “foreign policy objectives” e “human rights”. Visti i precedenti, sembrerebbe che sotto la lente siano andate le principali conversazioni della Santa Sede. Il sospetto è che il monitoraggio abbia interessato anche le chiamate relative alla scelta del nuovo presidente dello Ior, il tedesco Ernst Von Freyberg. L’interesse degi USA verso colui che sarebbe diventato Papa Francesco pare sia cominciato nel 2005 quando Bergoglio, come ha rivelato WikiLeaks, entrò a far parte della cerchia di coloro che il governo argentino reputava oppositori del governatore della provincia di Misiones, il kirchnerista Carlos Rovira.

Leggi anche:  Webinar - Storie di cybersecurity