Easynet aiuta le imprese nel passaggio da IPv4 a IPv6

Quando mancano poco più di tre mesi al World IPv6 Launch, ecco i suggerimenti di Easynet per non sottovalutare le problematiche legate al processo di transito

Easynet Global Services ha rilasciato una serie di linee guida per affrontare al meglio il passaggio all’IPv6; un “cambio epocale”, come ha dichiarato Nigel Titley, Transit and Peering Manager di Easynet Global Services e Presidente di 6::UK, “che potrebbe anche avere esiti devastanti per chi si lascia cogliere impreparato”. Quando la Giornata Mondiale dell’IPv6 (World IPv6 Day) dello scorso giugno ha portato l’attenzione sull’imminenza del passaggio al protocollo di prossima generazione, l’IP versione 6, gli ultimi indirizzi IPv4 erano già stati assegnati, erano ancora molte le aziende che non avevano pianificato tale passaggio. “Per passare all’IPv6 in genere sono necessari 18 mesi” prosegue Titley, “ed è necessario cominciare a pianificare in anticipo. Infatti, le differenze tra IPv4 e IPv6 da considerare sono molte, non si tratta del semplice azionamento di un interruttore. Eppure, secondo la British Computing Society (BCS), la maggior parte delle organizzazioni sono beatamente inconsapevoli delle implicazioni che tale transito comporta e di quello che dovrebbero fare per rimanere ‘on line’ con il nuovo protocollo.”

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Il passaggio all’IPv6 è una procedura lunga che avrà impatto sulla maggior parte dei processi aziendali, incluse le applicazioni per posta elettronica, buste paga e gestione della supply chain. Spetta ai CIO affrontare una serie di problematiche che spesso negli attuali ambienti IPv4 sono date per scontate, ma che non funzioneranno una volta passati all’IPv6, in particolare le policy di accesso degli utenti alla rete e la configurazione dei firewall. “E’ importante avere un supporto adeguato da parte dei propri provider” ha affermato Roberto Garavaglia, Sales Director di Easynet Italia. “L’infrastruttura di Easynet è già ‘IPv6 ready’ da alcuni anni. Le nostre proposte di soluzioni gestite di rete e hosting sono già in grado di recepire pienamente il protocollo IPv6 e offriamo ai nostri clienti il supporto necessario per la configurazione delle loro infrastrutture e dei loro sistemi”. La mole di attività da intraprendere è elevata, e così pure lo è il rischio di non sapersi orientare, per questo Easynet ha stilato alcuni consigli rivolti ai responsabili IT e ai team coinvolti nel passaggio all’IPv6, in modo da minimizzare problemi e costi.

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Sicurezza. Durante la transizione sarà necessario riconfigurare i firewall, ed è un aspetto della massima importanza. Infatti, lasciare il firewall “aperto”, espone l’azienda al rischio di violazioni. Dal momento che l’IPv6 è stato progettato avendo in mente un più ampio concetto di comunicazione, tutte le periferiche – iPhone, tablet, laptop o PC – potrebbero avere accesso a dati che non dovrebbero lasciare la sede. Altri rischi potrebbero essere introdotti anche a livello di protocollo, per questo motivo è essenziale che le infrastrutture di rete siano compatibili e aggiornate, così come devono esserlo costantemente i software e le patch.

Messaggistica. Assicurarsi di poter comunicare via e-mail. La piattaforma di messaggistica aziendale supporta l’IPv6? E’ inoltre necessario verificare le impostazioni della posta elettronica aziendale. Se la società dispone di una piattaforma e-mail in hosting, è compito del service provider rendere le email visibili su IPv6. Come nel caso di siti web e provider di servizi Internet (ISP), se non stanno già effettuando il passaggio all’IPv6 è meglio orientarsi verso provider che lo stiano già facendo.

Siti web. Verificare che il proprio provider di rete offra funzionalità IPv6. Per due motivi. Primo, solleciterà il provider stesso a soddisfare un maggior numero di richieste di passaggio all’IPv6, e in secondo luogo, offrirà alle aziende un elemento ulteriore di riflessione sulle effettive competenze del proprio fornitore e sulla sua capacità di fornire la consulenza e il supporto necessari per una transizione senza problemi. Valutare la possibilità di esternalizzare l’hosting del proprio sito web e delle principali applicazioni affidandosi a uno specialista già in grado di renderlo disponibile su IPv6, oltre che su IPv4. In ogni caso, l’outsourcing del sito potrebbe essere un’opzione per rendere la transizione più graduale. Tuttavia, chi desidera mantenere il proprio server Web in-house, deve configurarlo in modo che sia in grado di supportare il traffico IPv6 oltre all’IPv4.

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Business senza interruzioni. Tutte le aziende devono effettuare il passaggio, che operino o meno in ambito tecnologico. Per questo motivo anche gli amministratori delegati devono prestare attenzione a questo tema. L’impatto sfiorerà ogni reparto dell’azienda, e anche se il passaggio dovrebbe essere “trasparente”, se il management è al corrente di cosa sta succedendo sarà più disponibile a reagire positivamente nel caso di eventuali problemi.

“Con l’adeguato supporto, la transizione al nuovo protocollo è semplice, ma ci sono dei rischi evidenti, soprattutto per quanto riguarda la compatibilità e la sicurezza.” ha concluso Titley. “Come è emerso dalla Giornata Mondiale dell’IPv6 è essenziale che il passaggio sia ben ponderato e ognuno deve fare la propria parte. Dopo tutto, Internet è inevitabilmente in espansione e tutti possiamo aiutarlo a crescere al passo con i tempi. Se si seguono passo passo le istruzioni, il passaggio sarà scorrevole, sicuro e senza perdere comunicazione.”