Kroll, Società leader mondiale nel risk management, ha presentato i risultati dell’indagine commissionata all’Economist Intelligence Unit riguardante l’aumento delle attività fraudolente e il conseguente impatto sulle performance delle imprese.
Secondo la terza e ultima edizione annuale del Report Globale sulla Frode di Kroll, il settore dei servizi finanziari è stato quello maggiormente colpito dalla frode a livello mondiale; infatti le aziende del settore hanno perso in media 15,2 milioni di dollari nel corso degli ultimi tre anni.
L’indagine ha coperto circa 10 settori merceologici, suddivisi per categorie e per regioni, con almeno 50 rappresentanti per ognuno di essi. Il più alto numero di intervistati proviene dal settore dei servizi finanziari (circa il 12%), mentre il 46% del campione è costituito da imprese con fatturato annuale superiore al miliardo di dollari. A questo studio ha preso parte un totale di 729 senior executive provenienti da tutto il mondo.
I risultati evidenziano come, a livello globale, nonostante le differenze tra i diversi settori, il tasso di frodi è rimasto stabile nel 2009. Le aziende interpellate hanno subito perdite pari a 8,8 milioni di dollari (in media) a causa di frodi perpetrate negli ultimi tre anni: l’incremento è stato pari a circa il 7 % rispetto all’anno precedente, che corrispondeva ad un ammontare di circa 8,2 milioni di dollari.
Come già sottolineato precedentemente, il livello di frodi varia notevolmente da settore a settore; in particolare, alcuni settori merceologici (servizi finanziari, servizi professionali, farmaceutico/biotecnologico/sanitario, grande distribuzione e retail, tempo libero e trasporto) hanno registrato aumenti significativi di episodi fraudolenti, mentre altri settori hanno registrato una diminuzione (manifatturiero, tecnologico, media e telecomunicazioni, risorse naturali, beni di largo consumo).
Marianna Vintiadis, Country Manager di Kroll in Italia, ha dichiarato: “La crisi che ha colpito il sistema economico mondiale ha causato anche in Italia ingenti tagli di budget e di personale. Tutto ciò ha avuto un impatto fortemente negativo sul sistema dei controlli interni e di compliance, rendendo le imprese ancora più vulnerabili alle frodi e ai fenomeni di corruzione.
Tuttavia, la presenza di condizioni che limitano la normale attività aziendale riduce altri pericoli, poiché sia le aziende sia i singoli individui adottano un comportamento più cauto.
Società che hanno come primario obiettivo quello di sopravvivere alla crisi tendono a contrarsi piuttosto che ad espandersi; allo stesso tempo, il lavoratore tende a conservare il proprio posto di lavoro piuttosto che accettare nuove opportunità occupazionali. Questo ha, per un certo verso, comportato effetti molto meno evidenti sul grado di vulnerabilità alla frode”.
Blake Coppotelli, Senior Managing Director della divisione Business Intelligence & Investigazioni di Kroll, ha dichiarato: “Tradizionalmente, ogni periodo di recessione economica si contraddistingue per un aumento di eventi fraudolenti, ma quello a cui stiamo assistendo nel corso del 2009 rappresenta un fenomeno più complesso.
Le imprese appaiono molto più vulnerabili rispetto al passato a causa della diminuzione dei controlli interni, la riduzione dei salari e dei ricavi di vendita. A tutto ciò va aggiunto che, a differenza del recente passato, l’ambiente competitivo presenta caratteristiche diverse: infatti, l’ingresso in nuovi mercati, la creazione di partnership e una rotazione del personale elevata sono elementi meno comuni rispetto a qualche anno fa.
In sintesi, l’attuale congiuntura economica ha aumentato i motivi per perpetrare una frode, ma ne ha diminuito le opportunità. Naturalmente questo cambiamento non sarà eterno, come non lo sarà la crisi economica, perciò le aziende dovrebbero lavorare con anticipo per sostenere le loro strategie anti-frode in vista dei cambiamenti economici che si prospettano”.
Nel complesso, circa il 30% delle aziende ha segnalato come l’attuale clima economico abbia causato un aumento della loro esposizione a fenomeni di frode negli ultimi dodici mesi, mentre solo il 5% del campione ha segnalato un calo. Di tutte le regioni analizzate, il Nord America ha registrato il più alto tasso di pratiche fraudolente conseguenti alla crisi economica, con un risultato pari al 32% del campione.
Altri risultati chiave evidenziati dal Global Fraud Report sono:
• Il Medio Oriente e l’Africa hanno registrato i risultati peggiori: le aziende private hanno perso circa 11,5 milioni di dollari e si è registrato il più alto tasso di frode, con 7 casi di frode accertati ogni 10 esaminati;
• Il Nord America non è più la regione che registra il minor numero di frodi, a differenza di quanto è avvenuto nel 2008. E’ importante sottolineare come siano cresciute in modo rilevante pratiche illegali quali frodi finanziarie e ‘cattiva amministrazione’, mentre episodi quali il furto di beni fisici, corruzione e ‘fraud vendor’ sono stati inferiori rispetto a qualsiasi altra regione;
• Le grandi aziende, con un fatturato superiore ai 5 miliardi di dollari, hanno segnalato una media maggiore nelle perdite (fino a 25,8 milioni di dollari a fronte di 23,3 milioni nel 2008); la situazione è invece migliorata per quanto riguarda la piccole e medie imprese, con entrate inferiori ai 5 miliardi di dollari (4,6 milioni di dollari nel 2009, a fronte di 5,5 milioni nel 2008).
Richard Abbey, Managing Director dell’unità di Investigazioni Finanziarie di Kroll, ha dichiarato: “Ogni crimine richiede due fattori: un movente e l’opportunità giusta per realizzarlo. La crisi economica ha aumentato le motivazioni a perpetrare frodi, trasformando persone in precedenza oneste in disoneste, a causa di minori ricompense finanziarie o a causa di una maggiore pressione per il raggiungimento di obiettivi strategici.
Tuttavia, la minor liquidità ha anche ridotto le opportunità di perpetrare determinati tipi di frode. La nostra relazione evidenzia come il movente e la possibilità di commettere reati si siano effettivamente bilanciati (il primo fattore aumentando, il secondo diminuendo) nel corso dell’anno; occorre tuttavia sottolineare come queste percentuali possano essere fuorvianti.
L’attuale recessione economica ha fatto emergere un elemento molto importante: sia le imprese, sia gli investitori dovranno essere ancora più vigili e attenti a questi sofisticati criminali, che in momenti di crisi come questi confidano di trovare nuove opportunità”.