Nonostante il ricorso al TAR dei produttori di e-cig, il governo ha reso esecutiva la tassa del 58,5% sulle sigarette elettroniche. La decisione finale arriverà il 19 febbraio
Il cambio di governo non ha giovato ai produttori di sigarette elettroniche, che secondo Umberto Veronesi non sono pericolose. Il 12 febbraio, nel pieno della crisi politica, il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha firmato un decreto che mette in atto la normativa che prevede una tassazione del 58,5% sulle e-cig a partire dal 1 gennaio 2014. Con incredibile velocità, caso più unico che raro per la burocrazia italiana, il giorno successivo l’atto viene registrato e il 14 febbraio viene pubblicato sulla gazzetta ufficiale.
Le reazioni
I tabaccai riuniti nella Fit plaudono al provvedimento, che di fatto segna la fine del settore delle sigarette elettroniche, mentre i produttori di e-cig, con Anafe-Confindustria in prima fila, si scagliano contro il decreto. Il 24 gennaio gli operatori delle bionde 2.0 avevano ottenuto dal TAR una sospensione temporanea del precedente documento per decidere sulla sua incostituzionalità. Ciò non ha impedito all’ormai decaduto esecutivo di rendere operativa la tassazione del 58,8%. Nel frattempo, lo Stato non ha incassato nessuno dei 117 milioni di euro previsti con l’attuazione del decreto.
La decisione finale sulla questione spetta comunque al TAR che il 19 febbraio deciderà se sospendere o meno le nuove norme.