DRM: l’Ue chiamata a decidere se è lecito craccare le console

La Corte di Giustizia Europea è chiamata a decidere sul caso Nintendo- PCBox e sulla leicità di craccare una console in determinate situazioni

La maggior parte delle aziende che producono console videoludiche utilizza i DRM per impedire che le proprie piattaforme, il regalo preferito per il Natale 2013, diventino preda dei pirati. A volte però il sistema dei diritti digitali viene considerato fin troppo repressivo, come nel caso di Xbox One di Microsoft. Da anni Nintendo, che sta per lanciarsi nel mondo tablet e smartphone, accusa l’azienda fiorentina PCBox, ora Recoverybios, di creare modchip con il solo scopo di hackerare i propri prodotti. Ora la questione è giunta fino alla Corte di Giustizia Europea.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

E’ lecito craccare una console?

Nintendo accusa l’ex PCBox di fornire strumenti per craccare Wii e Nintendo DS a solo scopo di pirateria mentre l’azienda italiana risponde che la casa giapponese sfrutta i DRM per diminuire deliberatamente la potenza e le possibilità offerte dalla console. I sistemi di limitazione infatti impedirebbero agli utenti di sfruttare a pieno le capacità della macchina e di fruire di contenuti multimediali e i programmi homebrew, cioè quei software sviluppati dalle comunità amatoriali solitamente approvate dalle case produttrici.

Nel 2009 il Tribunale di Milano ha confermato un provvedimento cautelare per PCBox e ora la palla passa all’Unione Europea, che ha bocciato le nuove regole dell’AGCOM in materia di diritto d’autore.

Leggi anche:  Zscaler presenta la prima soluzione SASE Zero Trust basata su Zero Trust AI