Dal mobile al fisso, gli ultimi 12 mesi hanno visto Alcatel-Lucent indicare le tendenze più innovative nei vari ambiti delle reti di comunicazione
Il futuro prossimo delle comunicazioni passa per un “ultimo miglio” sempre più corto, con collegamenti fissi e mobili sempre più capillari, insieme con grandi “autostrade” sempre più capaci e reti e dispositivi sempre più convergenti, per accedere ai contenuti on-line con la stessa facilità in luoghi e contesti diversi, dal maxi-schermo di casa allo smartphone in mobilità. E’ questa una delle tendenze più significative che emergono dal “Rapporto Innovazione 2012” nel quale Alcatel-Lucent Italia ha raccolto le novità e le tendenze più significative annunciate e realizzate dall’azienda negli ultimi 12 mesi.
Tra queste figurano l’affermazione delle reti ottiche “coerenti” 100G, l’annuncio in anteprima mondiale della tecnologia 400G, le prime soluzioni commerciali per le reti d’accesso in rame alla velocità della fibra, le ”small-cell” per moltiplicare la capacità delle reti mobili di terza e quarta generazione e anche – soprattutto nel caso delle metro-celle – per una più efficace convergenza fisso-mobile. “Tutti fronti aperti da Alcatel-Lucent, che hanno ottenuto nell’ultimo anno un crescente consenso e interesse”, osserva Gianluca Baini, amministratore delegato dell’azienda in Italia.
Reti mobili e fisse: la rete cambia volto
“A volte l’innovazione deve assumere un carattere di rottura, superando anche visioni radicate da decenni. Questo è quel che abbiamo fatto, facendo leva sulla solidità della nostra visione HLN, l’High Leverage Network”, spiega Baini. “L’enorme crescita del traffico dati, che la diffusione di smartphone e tablet sta già proiettando molto oltre le stime di soli 24 mesi fa, e la parallela trasformazione stessa nei servizi, sempre più ‘data oriented’ e interattivi, hanno imposto un nuovo approccio alle reti, alla loro gestione, alla capacità di supporto alla clientela”.
Nelle infrastrutture, fisse e mobili, le novità dell’ultimo anno hanno mostrato un “accorciamento” dell’ultimo miglio: “è significativo – aggiunge Baini – che anche la concorrenza abbia in molti casi adottato soluzioni tecnologiche ispirate a quelle in cui siamo stati precorritori.”
Nelle reti mobili questa trasformazione, che Alcatel-Lucent ha anticipato grazie soprattutto alla rivoluzionaria tecnologia lightRadio, avviene con l’introduzione delle small cell – in particolare delle metrocelle – che, attraverso celle più piccole e di minore potenza tra di loro coordinate, permettono di moltiplicare traffico e utenti wireless a parità di spazio, riducendo l’impatto complessivo sul territorio. Soluzioni diverse (femto, metro, macro) permetteranno così di distribuire il traffico nel modo più equilibrato, evitando colli di bottiglia. Le stesse soluzioni, permettono una progressiva convergenza tra reti mobili e fisse, grazie alla possibilità di integrare, per esempio, 3/4G e WiFi.
Nelle reti fisse, l’ “accorciamento” dell’ultimo miglio avviene con l’FTTCab, che porta la fibra sempre più vicina all’utente, per poi procedere nell’ultimo segmento con il rame VDSL2. “Dieci anni fa, con l’arrivo dell’ADSL, l’ultimo miglio della rete broadband, tra l’armadio di distribuzione e la casa dell’utente, era tipicamente indicato in 1-2 km. Oggi tende ad essere di 400 – 800 metri e in futuro il segmento in rame sarà sempre più breve e ancor più veloce, secondo le esigenze, fino ad arrivare ad una soluzione ‘tutta fibra’, perché le due tecnologie si stanno dimostrando non solo complementari ma anche sinergiche”.
Un anno di sviluppi, anche per la ricerca italiana
“I successi presso i numerosi operatori in Italia e nel mondo che stanno attivamente testando e anche impiegando le nostre tecnologie dimostrano che Alcatel-Lucent ha contribuito più di ogni altro produttore a indicare vie realmente innovative negli ultimi dodici mesi”, aggiunge Baini. “Il Rapporto 2012 indica altri progressi compiuti su terreni come il cloud, la content delivery sulle reti di nuova generazione, la gestione e ottimizzazione della ‘customer experience’, perché l’esperienza insegna che non bastano le tecnologie più potenti, se queste non sono rese all’effettiva portata dell’utente”.
Anche la ricerca italiana ha contribuito all’introduzione delle nuove tecnologie. E’ il caso dell’evoluzione nelle tecnologie di trasmissione ottica, che hanno visto nel 2011 l’arrivo dei primi sistemi a 100G (Gigabit/s) e nel 2012 l’annuncio della nuova tecnologia 400G in ottica coerente, che permettono di arrivare alla capacità “monstre” di 23 Terabit/s su una singola fibra ottica fisica. I laboratori italiani hanno lavorato su elementi chiave di questa tecnologia, che comporta capacità di elaborazione di decine di miliardi di “simboli” al secondo e hanno collaborato con altri centri di ricerca dell’azienda in Europa e nel mondo tra cui i Bell Labs. Ulteriori sviluppi hanno riguardato i ponti radio (microwave) progettati per il backhaul, la connessione delle stazioni radio-base del wireless con la rete d’infrastruttura. In Italia – dov’è tra l’altro attiva una solida collaborazione con il Politecnico di Milano – sono state sviluppate anche applicazioni nel campo della sicurezza, della comunicazione multi-canale con il pubblico e nella gestione delle emergenze.