Secondo una ricerca svolta da Kroll Ontrack la maggioranza delle aziende nostrane che assegnano dispositivi mobili ai propri dipendenti e collaboratori non ha un controllo adeguato dell’uso che ne viene fatto e non sono in grado di quantificare le conseguenze di un’eventuale indisponibilità del device o dei dati in esso contenuti
Sì ai device mobili in azienda, ma con un controllo non sufficiente dell’utilizzo che i dipendenti quotidianamente ne fanno, e tanto meno con adeguate policy di sicurezza per prevenire i rischi di perdita dei dati o un danneggiamento del dispositivo. Ѐ un quadro a tinte chiaroscure quello che una recente indagine svolta da Kroll Ontrack dipinge a proposito del rapporto delle aziende italiane con i dispositivi mobili e con le connesse strategie di IT security.
Caratteristiche del campione
Il campione analizzato è formato da dipendenti di aziende di tutte le dimensioni con prevalenza della piccola media impresa (72,7%) e a seguire da quella grande (18%), dislocate sul territorio italiano al 57,7% al nord e 42,3% tra centro e sud e appartenenti ai settori dell’It e delle telecomunicazioni, delle banche e assicurazioni, della Pubblica amministrazione, sanità e farmaceutica, energia, industria e servizi.
Tre quarti delle aziende italiane è orientato al “mobile”, ma l’uso è prevalentemente personale
Secondo l’indagine il 75% delle strutture fornisce ai propri assunti o collaboratori un device mobile, smartphone e/o notebook (84,8%) o di un tablet (43,8%). Nonostante questo dato positivo che mette il luce la tendenza dell’impresa italiana a cogliere le opportunità dell’innovazione con investimenti rivolti all’acquisto di tecnologie, i risultati mostrano degli elementi inquietanti dal punto di vista delle attitudini sia delle aziende che dei dipendenti nell’uso che si fa degli strumenti dati in dotazione. Infatti, la salvaguardia del dispositivo e la conseguente tutela del dato aziendale potrebbe diventare un elemento cruciale se si pensa che tra i dipendenti beneficiari dei mobile tool, l’83% afferma di farne un uso per scopi strettamente personali.
Ma quali sono gli ambiti in cui gli individui utilizzano i device mobili?
Al primo posto troviamo la navigazione in Rete e la consultazione della posta elettronica (96,7% e 94,6%) seguite dall’archiviazione di materiale fotografico (35,2% dei casi) o per attività più ludiche come il gioco, guardare film o ascoltare musica (27,2%). La questione si fa più stridente quando il 69% degli intervistati dichiara di scaricare programmi o applicazioni sul proprio device. Inoltre, la zona grigia si amplia quando oltre il 27% del campione ammette di lasciare in mano a seconde persone il proprio mezzo, in particolar modo ai figli (22%). A questo aspetto va aggiunto che circa il 20% degli intervistati si è trovato a fare i conti con lo smarrimento, il danneggiamento o non funzionamento del dispositivo che gli è stato messo a disposizione dall’azienda.
Le scarse regole di sicurezza nelle aziende
Se il dipendete o collaboratore è indisciplinato, l’azienda cosa fa per tutelare i propri mezzi e le informazioni? Poco. Infatti, il 57% delle imprese non pone o non comunica adeguatamente regole o limitazioni specifiche per l’uso, mentre il 37% non impiega neanche una soluzione di sicurezza. Il dato più allarmante è che il 48% delle aziende non è in grado di quantificare l’entità di un danno eventualmente provocato dall’uso scorretto dei dispositivi affidati ai loro dipendenti.