Diritto d’autore: il pericolo non sono i navigatori ma i delinquenti veri

Polillo (Confindustria Cultura Italia): “Al più presto il regolamento AGCOM. Serve uno stop a chi sfrutta illegalmente online i nostri prodotti. Il nostro “nemico” non sono gli internauti, ma i delinquenti veri, quelli che si arricchiscono alle spalle di chi la cultura la produce”

“E’ arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità per consentire lo sviluppo dell’offerta dei contenuti culturali on line: il mondo dell’industria lo ha già fatto, adesso tocca a chi deve garantire il rispetto delle norme”. E’ la sfida lanciata oggi da Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI), al convegno promosso dall’AGCOM sulla tutela del diritto d’autore on line.

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“Chi produce cultura – ha proseguito Polillo -, contrariamente al luogo comune che lo identifica come resistente all’innovazione, sta in realtà investendo molto per garantire un’offerta on line quanto più vasta possibile, consapevole delle opportunità proprie dell’economia digitale e della necessità di orientare l’offerta secondo le forme e le modalità auspicate dai consumatori. Anche il mondo dell’industria tecnologica ha preso piena consapevolezza dei presupposti per sviluppare un’adeguata offerta legale e conviene sulla necessità di arginare il fenomeno della pirateria on line operato su larga scala per lo più da siti esteri”.

“Chi produce e chi lavora nel mondo della produzione culturale – conclude il presidente di CCI – non vuole violare la privacy degli internauti, né staccare la connessione a chi si scambia file on line, non vuole alcuna forma di censura (contro cui si è sempre battuta), né chiedere a chicchessia di filtrare quello che passa sulla rete. Lo mettiamo per iscritto. Vogliamo però allo stesso tempo che chi ha il potere di fermare i delinquenti che si arricchiscono alle spalle di chi lavora per la cultura lo faccia e ci auguriamo quindi che l’AGCOM, nel pieno rispetto delle normative internazionali, comunitarie e nazionali emani un regolamento che blocchi chi sfrutta illegalmente i nostri prodotti, sottraendo risorse a noi e allo Stato e posti di lavoro a chi vive di cultura”.

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