Un bersaglio facile, come il cerchio più esterno del gioco delle freccette: Mark Zuckerberg.
Questo fortunatissimo quasi ventisettenne che lo voglia o no (forse un po’ se l’è cercata, diciamocelo) è sotto gli occhi di tutti: fondatore del social network più popolare del momento, ha espanso ulteriormente il proprio nome grazie al recente film “The social network”.
E come accade nella pellicola, autobiografia della sua ormai adulta creatura, si sta guadagnando critici e nemici. Se sul grande schermo l’abbiamo visto dibattersi con l’ ex migliore amico e con alcuni compagni di università, nella vita, quella vera, sono gli hacker a prendersela con lui.
Curioso l’attacco sferratogli, una vera e propria nemesi dall’essenza virtuale: alcuni hacker hanno attaccato ed ottenuto l’accesso al suo profilo Facebook, modificandone i contenuti. Così, in tempo reale, ecco che è comparso sul profilo di Mark un messaggio con contenuti politici che, pur essendo stato rimosso velocemente, è stato ugualmente notato da ben 1800 persone.
L’obbiettivo degli hacker era quello di evidenziare la strategia con cui Facebook sta diventando plurimilionario: “Se Facebook ha bisogno di soldi invece di chiederli alle banche perché non permette agli utenti di investire in Facebook in modo sociale? Perché non trasformare Facebook in un social-business? Che ne pensate?”.
Subito si è scatenato un fumo di discussioni, prudentemente evitate dai gestori che hanno preferito eclissarsi all’ombra di un “no comment”.
Sai come si dice in questi casi caro Zuckerberg? Chi di Facebook ferisce, di Facebook perisce!