Nel primo semestre del 2013 gli attacchi informatici sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 40% delle aziende in Italia però non si protegge adeguatamente
Alla quarta edizione della conferenza Cyber Warfare, che si è tenuta all’Università La Sapzienza di Roma, sono stati llustrati i dati relativi alla sicurezza delle PA e delle aziende italiane per il primo semestre del 2013. I dati non sono certamente confortanti. Rispetto allo stesso periodo del 2012, gli attacchi informatici sono cresciuti da 7.032 a 16.456, segnando un +57,6%. Anche Check Point nel suo report annuale aveva segnalato il problema ponendo l’attenzione in particolare sui social network.
Le aziende non si proteggono
Le aziende e istituzioni italiane hanno perso quasi 200 milioni di euro contro i 110 milioni del 2012 a causa delle violazioni dei propri sistemi informatici ma continuano a non proteggersi adeguatamente. Dai dati raccolti risulta che il 40% delle imprese non è a conoscenza dei possibili attacchi portati dagli hacker, principalmente residenti nell’Europa dell’Est, e non prende le adeguate contromisure perché ritenute troppo costose o inutile a fronte del pericolo di violazioni.
I partecipanti alla conferenza hanno quindi convenuto che è arrivato il momento di cercare nuove soluzioni per la sicurezza visto che gli hacker si evolvono rapidamente. Per Paolo Lezzi, AD della divisione europea di Maglan Information, è necessario “un cambiamento di mentalità da parte di tutti gli addetti all’IT nei confronti della sicurezza informatica, che non va intesa come un ex-post ma piuttosto come qualcosa che deve far parte dell’imprinting dei sistemi di gestione dell’informazione, dei modi in cui le singole persone, le aziende e le realtà sociali, economiche e culturali gestiscono le informazioni”.