E’ grazie ad una tecnica poco invasiva, senza circolazione extracorporea e senza incidere il torace, che è stato possibile realizzare a Torino il primo lifting al cuore
Si tratta di un intervento di ventricoloplastica, eseguito con successo su un paziente di 54 anni dal professor Rinaldi alle Molinette di Torino, dove è stato anche realizzato il primo sistema di monitoraggio cardiaco iniettabile direttamente sottocute tramite una siringa.
L’uomo, che era stato colpito da un infarto, ed era vittima di cardiomiopatia ischemico-dilatativa e aneurisma anteriore, era in attesa di trapianto già da diverso tempo; grazie all’operazione, che ha comportato una riduzione della superficie cardiaca malata e non più contrattile per mezzo dell’applicazione di “mini-ancore”, il paziente è stato dimesso dall’ospedale torinese in soli quattro giorni.
Un recupero completo
“Grazie a questa operazione, che previene un’evoluzione negativa della patologia – spiegano i medici – è possibile anche un recupero completo, evitando così di doversi poi sottoporre in futuro a un trapianto cardiaco”.
E’ un mix di competenze di cardiochirurgia e cardiologia che ha portato alla sperimentazione di questo lifting al cuore, che ha il vantaggio straordinario di non dover arrestare il cuore e inciderlo per procedere con l’intervento: per questo motivo è particolarmente indicato per quei pazienti con una situazione piuttosto delicata.
Una valida alternativa
Questa tecnica, battezzata Revivent, oltre a preservare la salute del paziente comporta anche significativi risparmi, riducendo molti costi non necessari. Si tratta dunque di una valida alternativa per i malati affetti da scompenso cardiaco secondario a una miocardiopatia dilatativa post-infartuale. Per questi pazienti fino ad ora era necessario un trapianto cardiaco o l’utilizzo del cosiddetto cuore artificiale per regolare la circolazione sanguigna in modo meccanico.