Andy Archibald, capo della National Cyber Crime Unit del Regno Unito spiega gli sviluppi dei sobborghi della rete
Il lato oscuro della Luna. Questa volta non ci sono fluidi rosa di mezzo, ma “solo” il grande paese internet. Si perché così come lo conosciamo, il web è diviso, grossolanamente, in due parti di cui una visibile è una nascosta, o resa tale. Quello che preoccupa le agenzie di sicurezza è proprio il web oscuro, ovvero quella zona dove chi ci sa fare può muoversi (quasi) liberamente, senza paura di finire, ad esempio, tra le maglie dei risultati del Google di turno.
Prova a prendermi
I servizi e le piattaforma basate sul “Dark Web” continueranno ad evolversi nel tentativo di eludere le autorità. Ne è certo Andy Archibald, capo della National Cyber Crime Unit britannica che, in un discorso circa la chiusura del sito Silk Road, vero centro commerciale di droghe e sostanze illegali, ha messo in guardia circa la scaltrezza del cybercrime. Proprio riguardo a Silk Road, Archibald ha detto come i criminali abbiano utilizzato nuovi metodi per tenere il passo con gli sviluppi della tecnologia, riuscendo ad eludere la maggiorparte dei controlli della polizia. “Il fatto che questa volta abbiamo scovato i criminali su Tor vuol dire che potremmo riuscirci ancora di seguito. Il dubbio è se saranno ancora li o su un’altra piattaforma”.
God save the Queen
La Gran Bretagna lavora per mettere al tappeto tutti i crimini perpetrati su internet. Non a caso è la prima nazione europea, tra i paesi che hanno una cyber unit, ad aver effettuato i primi arresti connessi al reato di violazione del copyright. Un mese fa la Police Intellectual Property Crime Unit aveva recuperato in poco meno una settimana dalla partenza, circa 40 mila euro che sarebbe stati “bruciati” dalla vendita di materiale protetto su supporti fisici.