Una tecnologia sempre più umana.

Al  Forum della Comunicazione digitale si parla di geolocalizzazione, crossmedialità, crowdsourcing ed edutainment, ma sono i contatti reali e gli umori del pubblico i veri protagonisti.

 

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L’interazione fra le persone è stata senza dubbio il risultato più importante del Forum della Comunicazione Digitale, svoltosi a Milano lo scorso 16 febbraio. La parola “Forum” dopotutto la dice lunga: conversazione, scambio e networking sono state le attività più intense e produttive fra gli oltre 2000 operatori del settore che si sono ritrovati a Palazzo Mezzanotte, vera piazza di affari digitali per una giornata.

Comunicatori, esperti di marketing ed ovviamente di social network, assieme ad un agguerrito esercito di blogger, hanno provato a fare il punto sullo stato dell’arte della comunicazione Internet fra seminari, workshop e caffè.

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Lady Innova con (da sinistra): Francesca Ferrara, Alessia Passatordi – Project Manager, Daniela Abbondanza – PR specialist e Silvia Foglia, imprenditrice, Country Manager Twago.

Foto di Silvia Foglia

“Occasioni come questa permettono alle persone che hanno iniziato ad interagire in Rete di conoscersi dal vivo e di sviluppare partnership e collaborazioni- dice Francesca Ferrara, giornalista multimediale, ideatrice di Progetto Campania 2.0/Sentieri Digitali e responsabile GirlGeekDinners (GGD) CampaniaSicuramente è da ripetere più volte all’anno e magari in maniera itinere nelle più grandi città d’Italia. L’ultima forntiera della comunicazione digitale? Senza dubbio quella integrata, cross-mediale. Noi comunicatori professionali dobbiamo essere versatili e trasversali su ogni canale”

 

Grande protagonista dell’evento, la tag cloud Twitter: sul maxi-schermo della sala principale sono passati ininterrottamente i tweet dei partecipanti con i commenti sulla manifestazione, spesso (forse troppo?) molto critici. Per esempio al momento del check-in mattutino quando per la grande affluenza si sono create lunghe code, oppure per il wi-fi non sempre funzionante e ancora quando è stata aperta una nuova finestra contenente l’hashtag aggiuntivo #urbexp oltre a quello ufficiale #forumdigitale.

 

Va bene la libertà di pensiero, di cui i social sono un’espressione concreta (sono ancora drammaticamente in primo piano le vicende delle rivoluzioni nord-africane dove la voce del popolo si fa sentire forte e chiara grazie a facebook e a twitter), ed è vero che i commenti negativi sono sempre i più succosi. Ma quando criticare per partito preso diventa uno status symbol e si finisce per sputare nel piatto in cui si mangia (leggi: l’Italia), il messaggio risulta essere, a mio parere, piuttosto sterile.

 

Dal format certamente migliorabile, se non altro per l’alta concentrazione di sessioni che costringeva a  scelte obbligate, il Forum della Comunicazione Digitale si è rivelato senz’altro un evento di interesse nazionale, che ha visto numerosi partecipanti anche dal Centro e Sud Italia (ma anche dall’Europa). Comunicazione e tecnologia sono temi sempre caldi, per fortuna. Proviamo quindi a fare un breve excursus del Forum assieme ad alcuni dei protagonisti.

“I temi sono stati davvero molti – commenta alla fine dell’evento Carlo Infante, giornalista, presidente di Urban Experience e manager del Forum della Comunicazione Digitale – ad esempio abbiamo fatto un’ampia riflessione sul social mobile, che sarà sempre più protagonista, perché c’è un grande mercato alla base. iPhone e iPad hanno dato la spallata ma c’è ancora molto da fare e le prospettive sono di grande crescita. Nasceranno ancora molte piattaforme e vale la pena approfittare di questa chance. Un’altra parola chiave è crowdsourcing, inteso come un’intelligenza collettiva in grado di generare non solo contenuti, ma anche comportamenti e relazioni fra gli utenti. Abbiamo conosciuto inoltre diversi influencers, ovvero chi con la propria reputazione e competenza riesce ad influenzare la Rete creando contenuti e mettendosi in gioco”.

 

E si continua con geolocalizzazione, tv, editoria digitale e brand reputation. Tutte opportunità sempre più presenti e pervasive nella nostra quotidianità, ma che vanno sapute gestire nel modo giusto, non esplorate soltanto perchè “di moda”. Tanti gli spunti emersi dalle cinque sessioni principali, dagli otto workshop paralleli e dai numerosi interventi concentrati della Innovation Experience Zone, dove imprenditori e manager hanno portato la propria esperienza, presentando casi concreti di successo digitale. Successo di pubblico l’ha sicuramente riscosso l’Ignite Session, dove blogger e giovani imprenditori avevano cinque minuti netti per presentare progetti web innovativi o best practice illuminanti.

 

Qui il fitto programma della giornata, che ha visto intervenire, fra gli altri, colossi come Adobe, Yahoo, Sky, Facebook e Wikipedia, ma anche realtà nuove e in forte crescita come Reputation Manager,   Ideato, Digital Natives e TheBlogTV e chi si occupa di promuovere le startup italiane come Dpixel. Presenti inoltre le istituzioni, che sotto la guida di Unioncamere, Infocamere e Retecamere hanno discusso di e-democracy e dello stato dell’arte dell’amministrazione digitale in Italia (presentato il rapporto “e-gov.impres@2010“). Sapevate che nel mandato di alcuni nostri governatori locali ci sono parole come “semplificazione” e “digitalizzazione“?

Fra gli interventi più apprezzati spicca quello di Giuliano Noci, professore del MIP Politecnico di Milano, che parlando di social mobile ha proposto dei modelli di business e di comunicazione vincenti per le imprese d’oggi sfruttando proprio la possibilità per gli utenti di fruire di contenuti in mobilità, in una prospettiva di crescente socialità. Ecco che entra dunque in gioco un’altra parola chiave dei nostri tempi, parola che le aziende, grandi o piccole che siano, non possono ignorare: cross-medialità, ovvero la capacità di diffondere un messaggio su più mezzi di comunicazione, adattando di volta in volta il linguaggio in modo coerente e coordinato, affinché il messaggio ne esca rafforzato. Dalle 4 P del marketing old school (Product, Price, Place, Promotion) alle 4 C del marketing sociale (Contenuto, Contesto, Canale, Conversazione).

 

 

 

Con la convergenza digitale il vecchio messaggio promozionale lascia spazio alla narrazione. L’antico target pronto ad essere colpito diventa esigente pubblico in sala, che non si aspetta di ricevere semplici messaggi pubblicitari, ma di immergersi nel mondo dell’azienda, con i suoi valori ed ideali prima ancora che prodotti e servizi. E’ la tecnica, o arte, dello story-telling, su cui ha tenuto un interessante intervento Jader Giraldi, AD di Zeranta, società specializzata in edutainment e sponsor dell’evento. Zeranta era presente al Forum con una vistosa mascotte: un enorme maiale rosa parcheggiato sotto la scritta “Borsa di Milano”.

 

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“Questo bel maiale rappresenta ‘Il salvadanaio di Sally’, nostro recente format tv di favole di economia per bambini, per avviarli al mondo del risparmio, mancando in Italia una vera educazione finanziaria. Sarebbe però un errore pensare che l’edutainment si rivolga unicamente ai bambini. Per una PMI infatti può rivelarsi davvero vincente, soprattutto nell’ottica di contenere gli investimenti.

Lady Innova e Jader GiraldiLady Innova e Jader Giraldi

In pratica si può avere  un prodotto di formazione e di comunicazione allo stesso tempo. Mi spiego. Filmando ad esempio un progetto di formazione aziendale (un corso di team building, di leadership, di marketing, etc…), proprio per l’originalità del suo svolgimento, si può ottenere un interessante video di promozione dell’azienda, da veicolare sui propri canali marketing. Cito Marshall McLhuan che diceva che non ci può essere apprendimento senza una dose di divertimento. E dopotutto tu lo sai meglio di me: Lady Innova mi sembra proprio un buon esempio di giornalismo edutainment!”

 

Una società sempre più connessa, ed una connessione sempre più mobile. Se prima era l’uomo a doversi adattare alle esigenze di Internet, ora è la Rete che segue e insegue l’uomo durante tutte le fasi della sua vita quotidiana. Anche nell’evoluzione del business mobile si può intravedere il principio di Chris Anderson del “lean forward vs lean back“: oggi certamente è la realtà digitale ad andare verso i suoi utilizzatori e non più il contrario.

 

Signore, dopo il pane e la Mercedes Benz, dacci dunque il nostro smartphone quotidiano. Ma le persone, e le aziende, siamo sicuri siano così “smart”? Rispondono due guru del web e delle nuove tecnologie:

 

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“Ci sono senz’altro più smartphone che smart people. Un conto è avere un device tecnologicamente all’avanguardia, altro è saperlo usare sfruttandone davvero tutte le potenzialità. – dice Marco Zamperini, il funkyprofessor della Rete nonché Vice President e CTO di Value Team.

 

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“Ma parliamo anche di smart company – continua Federico Rampolla, Responsabile EALA per Accenture Interactive – Il punto è mettere in atto una comunicazione interattiva, a due vie: le aziende devono imparare a comunicare con i propri clienti in maniera personale e rilevante, cosa che in pochi oggi riescono a fare bene”.

 

 


 

Alla fine qual è il significato di questa Rete sempre più presente, condivisa e partecipata? L’unico senso che può avere la vita digitale è che riesca a riflettersi in quella reale, che sia funzionale a “far accadere” cose, formando la società. I social network avranno vinto solo quando quello che si diffonderà non saranno soltanto video esilaranti o messaggi al vetriolo, ma la cultura della partecipazione, dell’interazione, dell’intelligenza distribuita. Dal web al territorio insomma, come ci ricorda bene Carlo Infante.

“Tutte le parole che abbiamo visto orbitare nella tag cloud avranno senso soltanto quando riusciremo veramente a farle nostre e ad attuarle, utilizzando i social network per far accadere cose in un Paese che subisce un grave deficit di attenzione culturale ai nuovi comportamenti legati all’uso della tecnologia. Comportamenti che dobbiamo spingere per cambiare le abitudini, per formare una vera cultura digitale. Perchè sia chiaro: prima di fare il mercato bisogna fare la società“.

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Così fra smartphone, tablet, iPad, iPhone, Android, e qualsivoglia gadget interconnesso, l’uomo contemporaneo non è di certo un cyborg: le nuove tecnologie cercano infatti di avvicinarsi il più possibile all’umanità dei propri utilizzatori. Assumono significato solo nel momento in cui offrono l’opportunità di esserci con le proprie idee, i propri pensieri ed anche le proprie emozioni. Un battito digitale per un cuore di carne? Sembrerebbe proprio di sì. Il messaggio finale che vi porto dal Forum della Comunicazione Digitale è senza alcun dubbio un messaggio d’amore, attraverso l’appello di Zamperini e Rampolla, colleghi ma soprattutto amici:

 

“Sulla base della nostra amicizia abbiamo deciso di lanciare un appello generale: diventiamo tutti delle smart people, che si battono per vivere in smart cities e per lavorare in smart companies! Mettiamo in gioco la nostra creatività per sviluppare idee, contenuti e sinergie. Usando insomma la Rete e le nuove tecnologie per un fine che vada oltre il proprio business quotidiano”.

Funky 

E voi, quanto siete smart? 😉

 

Lady Innova

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