Il web 2.0 italiano stigmatizza pregi e difetti percepiti del Presidente USA – ma ne conserva tutto sommato una reputazione online positiva; Andrea Barchiesi, di Reputation Manager, ne spiega il perchè a partire dall’analisi svolta
Le conversazioni 2.0 su Barack Obama sono state rilevate e analizzate a partire da un modello concettuale suddiviso in due macro-categorie: l’“immagine”, che comprende anche la sua biografia, le opinioni su di essa e le parodie che si trovano in Rete; e naturalmente l’“azione politica”, prima come senatore e poi come presidente. In relazione alle diverse sfaccettature del personaggio, discusse nei vari contesti, è stato così possibile assegnare a ciascuna un valore positivo o negativo sulla base delle opinioni espresse e comporre un mosaico della sua identità digitale.
Si parla di Obama soprattutto attraverso i video online (46%, di cui un 23% con connotazioni decisamente negative), sulle testate giornalistiche (26%) e sui siti di news (18%). Non per niente anche termini di “media mapping” i domini web più attivi (con un posizionamento positivo e autorevole) sono Youtube.com, Repubblica.it e Corriere.it; e li seguono a ruota altri due domini giornalistici, Ansa.it e lastampa.it
La metà dei commenti rilevati su Obama (oltre il 49%) è comunque neutrale; solo il 26% è positivo. Per quanto riguarda l’argomento trattato, ben il 92% dei contenuti riguarda la politica (e all’interno della macro-categoria, si parla quasi esclusivamente del suo ruolo di presidente, quasi mai di quello precedente, di senatore), mentre poco più del 7% riguarda la sua immagine e la sua biografia. Le ricorrenze che riguardano il confronto elettorale in sé (parole chiave: «Romney», «elezioni») sono in maggioranza favorevoli o comunque bilanciate; mentre nel merito dell’operato del presidente in economia, sanità, e politica internazionale prevalgono le ricorrenze negative.
Il CERR®, ovvero il coefficiente di rischio reputazionale calcolato da Reputation Manager per Barack Obama su ogni macrocategoria di analisi, è comunque sempre positivo – cosa non comune, rispetto a molte delle personalità analizzate fin qui: migliore (1,4) nel caso dell’immagine e biografia, ma comunque superiore a uno (1) anche nel caso della sua azione politica.
ABBRONZATISSIMO, TRA CLINT E SCARLETT
Nei video in italiano più visualizzati e commentati in assoluto appare molto spesso l’ex-premier Berlusconi, quasi sempre in funzione di contrasto e “macchietta”: ad esempio totalizza il maggior numero di visualizzazioni e commenti il video in cui la regina d’Inghilterra riprende il Cavaliere, per aver richiamato in modo scomposto l’attenzione del presidente chiamando “Mr. Obama” a voce troppo alta; ma nelle prime dieci posizioni ci sono anche il video sul commento “Obama abbronzato” e “Berlusconi ci prova con Michelle Obama, Italia umiliata davanti al mondo”.
Per quanto riguarda la sua presidenza, invece, i momenti più «virali» sono il discorso di insediamento, da molti considerato un esempio tra i più fulgidi e positivi di retorica politica, e l’annuncio della morte di Bin Laden.
I video aggiunti negli ultimi mesi sono però di tutt’altro tenore: tra gli ultimi pubblicati, quelli più virali sono i discorsi di sostegno o di attacco da parte delle star di Hollywood, primo tra tutti Clint Eastwood (contro) e Scarlett Johansson (pro).
Gli italiani in Rete si interrogano sul senso di questo “endorsement”, tipicamente americano, in epoca pre-elettorale: “…e secondo te io voterei Obama o gli altri perchè me lo dice una star? Ma che gente c’è in America? Possibile che si sono tutti bevuti il cervello? Dignità…” “in america c’è l’iscrizione alle liste elettorali.. vuol dire che tu sai gia prima cosa voterai, e lo dichiari iscrivendoti! le convention servono a fare scena! e comunque che c’è di male a invitare gente di spettacolo?” “sti personaggi li invitano solo per creare una immagine superficiale del partito/candidato che molto spesso può anche fuorviare da quello che è il vero significato dell’elezione e dalla realtà dei fatti. Penso che discorsi del tipo “WOow hai visto chi hanno invitato i democratici? l’anno prossimo cambio lista!” siano troppo frequenti dalle loro parti e anche dalle nostre !”
Analizzando però le visualizzazioni dei video pubblicati tra il 2008 e il 2012, si nota una decrescita rilevante dell’audience positiva (- 22%) rispetto a quella negativa che pure si riduce, ma di poco (-2%). Segno di un indebolimento dell’interesse, in generale, ma soprattutto dell’entusiasmo iniziale per Obama.
Ad esempio, tra i commenti aggiunti recentemente a video pubblicati tempo fa, come ad esempio quello del discorso di insediamento con i sottotitoli in italiano, si legge:
“Dopo 4 anni obama ha buttato la maschera come preconizzato da noi dopo aver letto la lista dei suoi finanziatori possiamo dire… AVEVAMO RAGIONE è un servo delle banche.” O ancora: “Ma Obama ha detto che ritirerà i militari e la basi strategiche in Italia e in Europa, che costano miliardi di dollari all’anno e “pare” che siano ancora lì per mantenere il controllo su di noi? L’ha detto, ancora no??!! Prima di applaudirlo io aspetterei che faccia questo passo FONDAMENTALE per una politica internazionale veramente orientata alla pace. P.S. –> quando un presidente degli usa dice “noi” si riferisce appunto alla sua nazione di celebro-obesi e ai loro esclusivi interessi.”
THE SOCIAL OBAMA
E’ stato interessante confrontare gli hashtag più twittati, in italiano e in inglese, in congiunzione con il nome di Obama, anche se i numeri sono ovviamente molto diversi (quelli americani sono 12 volte tanto quelli italiani, già sul nome stesso: 13.000 vs. 1.100): in Italia sono stati, abbastanza prevedibilmente, “Romney” e “USA”; in inglese sono stati invece due hashtag rappresentativi delle opposte fazioni: #tcot, Top Conservatives on Twitter, e #p2, i progressisti/lberal. lI trend dei tweet in inglese ha cominciato ad aumentare di nuovo tendenzialmente dal 13 settembre in poi, per raggiungere un picco il 25 settembre con la storia “Obama alle Nazioni Unite: “il regime di Assad deve finire”.
Su Facebook i numeri sono ancora più netti e positivi: più di 48 milioni di persone lo seguono, e di questi il 60% è sulla sua Fan Page ufficiale. Al secondo posto c’è la community di Michelle Obama, e le pagine che si schierano apertamente per le prossime elezioni a favore (”I will vote for Obama in 2012” e “Re-Elect President Barack Obama in 2012” con 1.429.435 fan) e contro Obama (“I will NOT vote for Obama in 2012” con 2.203.951). Le pagine che crescono di più nell’ultimo mese in termini di fan (+10%) e partecipazione (+ 3.129.035%) rimangono quelle che promuovono il voto a favore di Obama.
UOMO, POLITICO, ICONA POP
L’immagine di Obama come leader carismatico e speranza per un futuro diverso appare molto più legata al 2008 che al profilo complessivo di oggi; è un fatto che comunque Obama rappresenta un vero e proprio stile di comportamento. La percezione positiva della persona – solo tendenziale, in quanto la maggioranza delle rilevazioni è di tonalità neutrale, per il 78% – è legata alla sua figura di marito e padre modello, e anche al suo essere «pop»: basti pensare ai video di quando gioca a ping-pong con il premier inglese David Cameron dopo una visita ufficiale a Londra, o mentre mangia hamburger insieme al suo vice Joe Biden, o ancora mentre abbraccia un elettore italoamericano incontrato per caso in un bar in Florida. Del resto quest’esposizione del privato ha anche i suoi aspetti negativi: ad esempio non sono state viste di buon occhio le ingenti spese per le vacanze familiari alle Hawaii.
Per quanto riguarda invece la sua azione politica come presidente degli USA, la distribuzione tra opinioni positive e negative è piuttosto uniforme, anche se l’impatto emotivo negativo è lievemente più in crescita.
I driver positivi in termini di CERR (Coefficiente Effettivo di Rischio Reputazionale) sono stati il Premio Nobel per la pace, da un lato, e la sua spinta innovativa, dall’altro, su alcuni temi tra i quali gli investimenti sulla scienza e sul digitale e il suo sì ai matrimoni gay.
I driver negativi sono stati invece la crescita della disoccupazione durante il suo mandato e la sua politica estera, che raccoglie giudizi contrastanti sulle sue posizioni sui Paesi islamici, tra chi lo giudica eccessivamente indulgente e chi al contrario riscontra una continuità con la linea di Bush.
IL PARERE DEGLI ESPERTI DI INGEGNERIA REPUTAZIONALE: LO VOTEREBBERO MA…
“La ricerca sull’identità digitale di Barack Obama dimostra come sul web il passato possa influenzare il presente per lungo tempo – ha commentato Andrea Barchiesi, A.D. di Reputation Manager -. Nonostante infatti le numerose critiche che emergono dai commenti dei navigatori italiani l’immagine forte di Obama, costruitasi in quattro anni di presidenza, sostiene ancora la sua identità digitale in positivo, con un rischio reputazionale ancora molto basso per non dire nullo. Per concludere con un .pronostico un po’ ”fantapolitico” ma derivato dall’analisi fatta, direi che se invece degli americani dovessero votare gli italiani del web 2.0, a novembre, Obama vincerebbe ancora, seppure stavolta davvero di misura”.
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