CocaColla, il blog italiano che ha fatto arrabbiare le bollicine

Due anni di vita e un nome che rimanda ad altro. Ecco perché la Coca-Cola Company ha denunciato il team di creativi nostrani

Due anni fa nasceva CocaColla.it un blog italiano sulle street art, musica, design e pubblicità. Tra pochi giorni, il 5 marzo, CocaColla chiuderà i battenti sotto i colpi legali della ben più famosa Coca-Cola. Il famoso produttore di bevande ha chiesto al blog di cambiare nome e dominio al fine di evitare confusione nelle menti dei consumatori che ignari potrebbero pensare che la compagnia si sia messa a fare altro. I blogger italiani hanno accettato le rimostranze del brand ma non senza esprimere la loro amarezza in rete. In realtà hanno prima consultato un avvocato specializzato in proprietà intellettuali che dal canto suo ha “consigliato” di lasciar perdere e cedere alle richieste della Coca Cola. In realtà i creativi tricolori hanno già in mente un altro nome per il blog ma nulla li vieta, come sta accadendo, di viralizzare un po’ la situazione.

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Con un post sul blog di prossima chiusura i 7 founder la mettono anche sotto il profilo del sorriso, senza prendere la vicenda troppo sul serio e guardare già avanti: “Uno studio di semantica afferma: se all’interno di una parola si cambia l’ordine delle lettere pur lasciando invariate la prima e l’ultima, il senso risulterà comprensibile dalla mente umana. Se invece alla parola Coca-Cola aggiungi una lettera creando CocaColla, la lettera ti tornerà indietro firmata da un avvocato con marca da bollo”.

Risulta difficile credere che il team italiano non abbia pensato nemmeno per un secondo al fatto di poter urtare l’identità di un’azienda come la Coca-Cola. Più probabile che le aspettative di un semplice blog siano andate oltre e che il successo abbia portato i blogger ad essere conosciuti anche oltre oceano. Gli stessi autori spiegano come l’idea di chiamare il blog in questo modo sia nata dalla sintesi di culture diverse: arte, pubblicità e Coca-Cola appunto, tutte “incollate” da un solo modus operandi. Immaginando che si sarebbe creata una situazione del genere hanno deciso di non battere ciglio e di darla vinta alla major.

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La Coca-Cola è conosciuta per voler difendere molto il suo brand in ogni parte del mondo e di intervenire ogniqualvolta si prestino vicende del genere. Viene anche spontaneo voler difendere la propria storia e se ci si mette nei panni dell’azienda non sarà difficile pensare che il modo in cui ha agito è stato rude ma legittimo. La sicurezza è poi un’altra: i ragazzi creativi non avranno difficoltà a ripartire con un nuovo nome e nuove idee anche puntando sul passa-parola creato nelle ultime ore su Facebook e Twitter. Non si tratta di una battaglia persa (come ho letto in giro) ma di un cambio di binario ma sempre verso la meta prefissata. Lo smacco maggiore da parte dei blogger potrebbe poi essere un altro: passare alla Pepsi.