Secondo tutte le ricerche condotte in Italia e all’estero, il Cloud Computing risulta ancora sconosciuto alla maggior parte dei CIO e responsabili dei sistemi informativi aziendali.
Eppure cominciano a guardarsi con interesse offerte come quelle di Amazon o Google, che forniscono applicazioni di business come servizio online.
Qual è, però, la differenza tra un servizio progettato per un utilizzo professionale e uno nato per il mondo consumer o semi-professionale? Dove sono le “trappole” e dove i punti di forza di un nuovo modo di pensare l’informatica?
Il libro “Cloud computing e IT as a service”, pubblicato da Reportec, esamina tutti gli aspetti legati a questo che può definirsi un rivoluzionario approccio architetturale, esplorando le reali possibilità a disposizione delle aziende e le strategie più opportune. A cominciare dalla differenza tra “private cloud” e “public cloud”.
Il decisore aziendale ha oggi a disposizione uno strumento informativo di alto livello per comprendere in che direzione orientare i propri investimenti in Information e Communication Technology, scegliendo il giusto mix di tecnologie e approcci, salvaguardando innanzitutto la governance aziendale e, contemporaneamente, massimizzando l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali di supporto al business.
Le tecnologie emerse prepotentemente negli ultimi anni, prima fra tutte la virtualizzazione, vengono analizzate in rapporto alla realizzazione di vision orientate a: Infrastructure as a Service, Platform as a Service e Software as a Service.
Senza dimenticare gli aspetti legati al controllo e alla sicurezza, anche questa in chiave sia di protezione all’interno del cloud sia di Security as a Service.