Cloud computing, l’appetito vien mangiando

Una ricerca commissionata da CA Technologies dimostra che le aziende americane ed europee sono sempre più consapevoli e soddisfatte dei vantaggi della virtualizzazione dell’IT. Ma con l’esperienza cresce anche la volontà di avere tutto sotto controllo

Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia, ha incontrato la stampa specializzata milanese per presentare i risultati di una inchiesta sul cloud computing che il provider di soluzioni infrastrutturali ha promosso tra i responsabili informatici di oltre 540 aziende americane ed europee, tra cui una settantina di imprese italiane. Le risposte analizzate dagli esperti delle società Luth Research e Vanson Bourne evidenziano sicuramente un buon grado di maturazione delle soluzioni cloud adottate e un ulteriore consolidamento della propensione all’adozione di questa forma di virtualizzazione e outsourcing delle infrastrutture tecnologiche (pur con le comprensibili cautele il più delle volte afferenti alla tematica della sicurezza). L’interesse manifestato nei confronti del cloud computing e i livelli di soddisfazione delle aspettative iniziali sono elevati ovunque, anche se i CIO delle imprese americane con le loro risposte danno prova di essere davanti ai loro colleghi europei sulla scala dell’esperienza in materia. Un trend emerso piuttosto nettamente, ha spiegato Tittarelli, è la consapevolezza – da parte dello staff tecnologico chiamato a progettare, orchestrare e gestire i servizi in cloud – della necessità di disporre di strumenti in grado di ottimizzare la modalità di gestione delle risorse virtuali, siano esse private, pubbliche o ibridizzate, e di misurarne i vantaggi. «E’ come se l’esperienza accumulata negli ultimi due e tre anni, sottolinea Tittarelli, avesse insegnato a CIO che il cloud computing pone delle sfide e dei livelli di complessità che fanno risaltare il ruolo di aziende come CA Technologies nel fornire i giusti tool di gestione. Man mano che le curve di adozione crescono, aumentano i benefici del cloud, ma anche l’esigenza di una corretta gestione».

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Le domande poste alle figure senior dell’informatica aziendale, hanno riguardato il cloud computing nelle sue tre modalità “as a service” dominanti, il software (la formula più diffusa, tanto in America come in Europa), le infrastrutture e le piattaforme evidenziano una prima importante differenza tra i due continenti. Oltre a risultare più “pionieri” – visto che il 55% dei rispondenti afferma di utilizzare il cloud computing da tre o più anni, contro il 20% dei loro omologhi europei – i CIO nordamericani sembrano essere anche un po’ più coraggiosi e innovativi. Mentre sul vecchio continente al primo posto della classifica delle motivazoni che inducono ad adottare modalità cloud troviamo la formula “riduzione dei costi complessivi” e solo al secondo l’obiettivo di una “migliore performance, scalabilità o resilienza dell’IT”, nel Nord America le imprese sembrano essere meno conservative e dichiarano di aver optato per il cloud innanzitutto per avere “maggiore velocità di innovazione” e “migliore performance, scalabilità o resilienza dell’IT”. Forse, osserva Tittarelli, l’obiettivo della cost reduction pesa meno sulle scelte dei responsabili informatici, anche in virtù di una minore pressione congiunturale in tal senso.

La questione sicurezza, ha proseguito Tittarelli, mette poi in evidenza un piccolo paradosso. «Le preoccupazioni relative alla sicurezza restano globalmente il primo motivo per cui una azienda dice di non voler spostare sul cloud una applicazione. Ma al tempo stesso, il 98% degli utenti di soluzioni SaaS, dice che le loro aspettative in merito sono state soddisfatte o addirittura superate.» E addirittura per le aziende italiane una “migliore sicurezza” è addirittura il secondo principale obiettivo per cui le app vengono erogate attraverso il cloud. «Quest’ultimo dato, ipotizza Titarelli, potrebbe essere proprio un sintomo della relativa obsolescenza del parco applicativo italiano, obsolescenza che il SaaS aiuta a superare.» Vale la pena di sottolineare anche che le aziende italiane risultano ottime utilizzatrici di soluzioni PaaS (60%, un punto più della media europea) e sono leggermente indietro rispetto all’Europa nell’ambito SaaS (64% contro 68%) e IaaS (44% contro 54%). Trasversale e diffusa è invece la soddisfazione dei CIO, che evidenziano un alto indice di correlazione rispetto agli obiettivi da raggiungere e quasi un senso di sorpresa sulle tempistiche della realizzazione dei progetti, molto spesso conclusi per tempo o addirittura in anticipo sul previsto.

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Con il cloud, infine, l’appetito vien mangiando e con l’esperienza cresce, insieme alla coscienza del grande potenziale di questa tecnologia, la voglia di disporre di strumenti che aiutino a raccogliere i buoni frutti della virtualizzazione. «Tra le priorità, conclude Tittarelli, ci sono per esempio la capacità di misurare i livelli di servizio e rispetto della contrattualistica, o fare del brokering e della federazione di servizi diversi senza rinunciare alla sicurezza.» Tutti obiettivi raggiungibili con le soluzioni CA Technologies.