I grandi nomi del panorama tech collaborano per creare un ecosistema di trasformazione verso le smart cities con la richiesta di aiuto delle PMI
Esistono le smart cities internazionali e le smart cities italiane. Non si distinguono molto l’una dall’altra se non fosse per la continua necessità, in Italia, di smuovere le coscienze di enti pubblici e privati per far capire quanto sia indispensabile un aiuto reciproco per l’innovazione. E’ questo il punto di vista di Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia che è intervenuto durante la tavola rotonda “Le Smart Communities come motore di sviluppo del territorio e delle imprese: la via italiana alle Smart City” nel corso di SMAU 2013.
Le smart communities
La differenza maggiore tra la via europea e quella italiana sta proprio nella condivisione degli interessi. Santoni fa l’esempio di Nizza: “La città si è rivolta a noi ed altri grandi partner per lavorare su un percorso, che poi ha portato numerose aziende della zona a realizzare i sistemi usati per la gestione dei parcheggi, per la misurazione di parametri ambientali, per l’illuminazione intelligente: da una sperimentazione nata su un boulevard cittadino ora si sta lavorando per ampliare il progetto coinvolgendo anche settori diversi, come i servizi turistici”.
Confini reali e digitali
Senza tralasciare il tessuto imprenditoriale italiano e le sue esigenze, lo sviluppo della smart city italiana dipende molto da quello delle smart community, insieme di individui che adottano soluzioni avanzate nella vita pubblica e privata, non senza la promozione delle amministrazioni locali e da imprese di settore. Si tratta di un ritorno alla glocalizzazione che risulta fondoamentale nell’ecosistema smart italiano. “Bisogna fare in modo che non esistano zone a due velocità e raggiungere in modo pervasivo le comunità e le imprese dove esse vivono e operano – ha concluso Santoni – in un contesto dove la mobilità e la collaborazione sono onnipresenti, i confini della comunità smart non possono coincidere con i confini amministrativi”.