“Quit Paper” di Esker non vuol dire dimenticare la carta, ma farne a meno quando si può.
Difficile credere che un’azienda possa spendere il 6% del proprio fatturato per la gestione cartacea dei documenti e per i processi ad essa collegati, eppure è così. Lo dicono gli analisti, lo confermano i CIO. E poi c’è l’ambiente: gli uffici italiani divorano tonnellate di carta (circa 1,2 milioni all’anno secondo i dati del Cnr) e la Fao calcola che al termine del periodo 2000-2010 il consumo sarà aumentato del 31% rispetto al decennio precedente. Poveri alberi? Non è questo il punto: non è per la produzione di fogli da stampa che si sta deforestando il pianeta (gli alberi si coltivano, la Svezia insegna), e i comportamenti ecologici funzionano quando fanno risparmiare; se dietro c’è solo rinuncia e si sente aria di sacrificio, durano poco e convincono solo gli eco-impallinati.
Allora parliamo di soldi: “Quit Paper” di Esker significa risparmio e con DeliveryWare il break even può arrivare entro il primo anno (capito bene, primo anno), senza contare i benefici sull’organizzazione e sui processi: più velocità, più efficienza, meno errori. Gli ultimi a dirlo sono stati i CIO di Cemat e Sanofi-Aventis nella tappa milanese degli eventi “Quit Paper” di Esker, un road show che ha portato l’azienda a incontrare i prospect di mezza Italia con le testimonianze in viva voce dei propri clienti.
CEMAT, settore trasporti, è un operatore intermodale sul mercato nazionale e internazionale che gestisce, organizza e commercializza trasporti di semirimorchi, casse mobili e container in ambito ferroviario. Marco Cipelletti, il CIO, ha spiegato che l’azienda ha scelto Esker per rispondere a due esigenze iniziali: migliorare la gestione di due tipologie di documenti (ritiro e consegna, offerte commerciali), ridurre nel complesso la gestione in modalità cartacea. Perché DeliveryWare?
Perché consente di gestire lo scambio di documenti e informazioni in maniera digitale con la possibilità di innescare workflow e cicli di approvazione e di revisione. La soluzione, implementata da Filippetti Srl, partner commerciale e tecnologico di Esker, ha portato i seguenti vantaggi: uniformità dei processi, maggiore sicurezza delle informazioni e dei processi core, miglior servizio al cliente. Il tutto con una piattaforma che consente di definire e descrivere i processi, mantenendo una visione globale di tutte le attività che li compongono. In più: un breve tempo di payback.
SANOFI-AVENTIS, settore Pharma (quello a più alto tasso normativo), è la prima azienda farmaceutica a livello nazionale, con 3400 collaboratori e 5 stabilimenti produttivi dove si realizzano principi attivi, si producono e si confezionano specialità farmaceutiche e da banco. Andrea Arrigoni, CRM e Business Intelligence Manager, ha spiegato che l’azienda ha adottato Esker DeliveryWare per l’automazione del processo di acquisizione degli ordini provenienti dalle strutture ospedaliere. La perfetta integrazione tra DeliveryWare e SAP, il gestionale adottato da Sanofi, è stato uno dei plus più apprezzati. Emmanuel Olivier, COO di Esker e Giovanni Gavioli, Managing Director di Esker Italia, hanno spiegato la filosofia di “Quit Paper”: dematerializzare migliorando l’efficienza dei processi aziendali. Obiettivo: l’azienda processo-centrica, che dalla dematerializzazione ottiene vantaggi ben più consistenti del risparmio di carta.
I processi, dunque, sono il centro dell’attenzione. Con i problemi legati alla compliance, che varia da Paese a Paese, particolarmente sentiti in Italia dove la normativa è spessa (ma questo per una volta è un bene) e ci parla di archiviazione elettronica, conservazione sostitutiva, fatturazione elettronica. Di questo, allo stato dell’arte, ha parlato Carlo Secchi, Sales Manager Enterprise Content Management di BSC Consulting (Gruppo Terasystem), l’azienda che Esker ha scelto come partner per l’integrazione in Esker DeliveryWare degli aspetti legati alla conservazione sostitutiva dei documenti.