Fare di più con meno

Tagli occupazionali, ristrutturazioni.. ma è per tutti vera crisi?

300 mila è il numero complessivo di persone che sono state licenziate nel settore ICT a partire dall’agosto del 2008. I dati sono quelli rilevati da TechCrunch’s Layoff Tracker. Nell’ultimo mese ne sono avvenuti 100mila. Le ultime settimane sono state tra le più critiche con tagli annunciati da Pioneer (10mila), Cisco (3mila), Panasonic (15mila), Nec (20mila), AOL (700). Gli effetti della crisi si stanno facendo preoccupanti, sono già preoccupanti.

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Eppure si nasconde un qualche sospetto: ma è davvero un effetto diretto della negatività economica imperante, oppure per alcune aziende è l’occasione per fare ciò che non avrebbero osato fare in altri momenti? Un processo più orientato a una volontà di ristrutturazione piuttosto che inevitabili operazioni dovute a una riduzione di fatturato e a volumi di ordinativi sempre più deludenti? D’altra parte non è proprio la ragione stessa dell’esistenza della stessa industria informatica? Fare di più con meno, meno dipendenti s’intende. La costante ricerca di efficienza consente di ottenere gli stessi risultati con meno risorse. Nell’effetto della riduzione dei posti di lavoro coesistono probabilmente logiche differenziate: da una parte l’insostenibilità di mantenere una dimensione occupazionale a fronte di una economia in recessione, dall’altra la volontà di innescare una profonda ristrutturazione per ritrovare nuova efficienza.

Non si comprende infatti il perché di abbondanti tagli occupazionali laddove la crisi non ha ancora prodotto effetti negativi. Ad annunci di risultati trimestrali positivi si accompagnano annunci di licenziamento perché? Può esistere un’altra spiegazione, ovvero che il comparto ICT fosse in qualche modo sovradimensionato e che la crisi generale costituisca un alibi dietro il quale operare un ridisegno complessivo del modo si stare sul mercato. Consolidamento e centralizzazione, acquisizione e mega integrazioni negli anni passati, hanno determinato e tuttora determinano esigenze di ottimizzazione dimensionali. E la tecnologia in questo senso aiuta, si può fare di più con meno.

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