Cio evolution – Le “technicalities” devono sposare la “usability”



«Il Cio non è più il detentore di chissà quali esoteriche conoscenze ma, in un mondo dove sempre di più la tecnologia informatica è una commodity, un portatore di cultura e di strumenti abilitanti al cambiamento»di Antonio SavaresePublikompass (www.publikompass.it), società del Gruppo Fiat, è una delle più importanti concessionarie di pubblicità operanti sul mercato italiano e fornisce all’editoria italiana servizi di gestione e sviluppo connessi con la raccolta pubblicitaria. Nel corso degli anni Publikompass ha esteso il proprio portafoglio di concessionaria a molti editori di importanti quotidiani, canali televisivi, e Internet. A Luigi Pesce, dal 2002 Cio di Publikompass, abbiamo posto alcune domande.Data Manager: Qual è il contesto It di Publikompass e quali sono i progetti realizzati?
Pesce: Un Cio dovrebbe riportare direttamente alla massima carica aziendale, così come avviene in Publikompass; ciò consente di avere la conoscenza dei costi e la visione diretta dei meccanismi e dei processi aziendali, fondamentale per il perseguimento degli obiettivi di innovazione.
Uno dei nostri primi propositi è stato la razionalizzazione dei costi attraverso progetti di innovazione, passando da una struttura di spesa molto rigida a una caratterizzata da costi flessibili e variabili; oggi i costi dell’infrastruttura necessaria a garantire il funzionamento corrente e la business continuity non superano il 70% del totale della spesa annuale per l’Ict, la parte restante viene investita in innovazione e sviluppo.
Per conseguire tale obiettivo sono stati realizzati numerosi progetti nell’area dell’infrastruttura: il rifacimento della rete dati, l’outsourcing totale della server farm, delle postazioni di lavoro e di tutte le stampanti, con progetti di pay-per-use che, a fronte di aumenti della qualità e affidabilità del servizio, offrono minori oneri e un migliore monitoraggio; ma soprattutto consentono di concentrare le risorse interne al supporto del business, liberandole dalle attività più operative a basso valore.

Quali saranno invece le nuove implementazioni?
Attualmente il progetto in corso più significativo riguarda l’implementazione del nuovo sistema di gestione della pubblicità. Il progetto, gestito da IBM (www.ibm.com/it) vedrà il go-live a gennaio del prossimo anno. Si tratta di un progetto che coinvolge tutta l’azienda, infatti, oltre alla sostituzione dell’attuale sistema legacy con il package verticale MSM2 di Matisse, azienda consociata al Gruppo Media Consultant(www.mcs.it), integrato con il packagediHiT Media & Publishing (www.hit.it),è prevista una revisione e semplificazione dei processi aziendali; dall’acquisizione degli ordini alla pubblicazione e impaginazione della pubblicità fino alla relativa fatturazione e incasso.
Il perimetro progettuale comporta la revisione di tutte le interfacce, pertanto per migliorare la loro gestione/manutenzione si è adottata con il partner IBM la Service-oriented architecture. Ciò consente di integrarsi con gli attori del mercato interessati al nostro business, aumentando la possibilità di fornire servizi a valore aggiunto ai clienti e agli editori.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Leggi anche:  Lavorare con i videogiochi: crescono del 20% le opportunità per i professionisti del settore

L’Ict è una potente leva per la creazione di valore, quali sono i legami con il mondo dei media e dell’advertising?
Il mondo dei media e dell’advertising è in una fase di grande trasformazione. Vi è la necessità, da un lato, di soddisfare le mutate richieste della domanda e dall’altro di sostenere la trasformazione continua dei media pubblicitari e il bisogno di rivedere i prodotti, le strutture e l’organizzazione produttiva degli editori. Una concessionaria di pubblicità deve governare la definizione del prodotto pubblicitario, la gestione del materiale e la sua pubblicazione sui diversi media.
In questo ambito diventa quindi determinante l’adozione di applicazioni e tecnologie che consentano un’innovazione che deve, pena il fallimento di ogni iniziativa, andare di pari passo con l’adeguamento e la revisione dell’organizzazione e la capacità di disegnare modelli di business innovativi. Se a tutto questo si aggiunge l’ingresso di nuovi media portati dallo sviluppo tecnologico è evidente l’impatto che ha l’Ict sulla creazione del valore.L’utilizzo delle tecnologie informatiche ha stravolto il mercato pubblicitario, quali sono le novità?
Internet, e il digitale in generale, è un’opportunità che va colta e perseguita con molta determinazione perché offre nuove opportunità sul mercato pubblicitario e modifica profondamente i rapporti in essere, anche se credo che non andrà a sostituire un media tradizionale come la carta stampata.
Con le nuove tecnologie, compreso Internet, che è uno straordinario fattore abilitante all’integrazione, sarà possibile rivedere i processi e arrivare a riduzioni dei costi di gestione anche nell’ambito dei media tradizionali. Certamente lo sforzo culturale è enorme e difficile da perseguire in organizzazioni tradizionali. Quali sono le leve strategiche utilizzate dal Cio per governare la complessità informatica?
La complessità crescente non può essere soddisfatta da sole competenze interne: in un mondo sempre più aperto è sorprendente come in molte realtà si continui a sviluppare e gestire tutto, o molto, all’interno delle aziende, favorendo la crescita di strutture caratterizzate da costi fissi.
Oggi è illusorio pensare di avere in azienda tutte le competenze tecnologiche necessarie. La strada da seguire è quella di creare un network con fornitori qualificati, per avere la possibilità di fare outsourcing delle attività operative, non strategiche, a società esterne, trasformando i rapporti tra fornitore/cliente in partnership.
Tutto ciò consente di scambiare cultura e valore con operatori che lavorano sul mercato e quindi di favorire la crescita culturale del personale Ict interno. La loro crescita va continuamente sviluppata in modo da sposare le “technicalities” con la “usability” delle tecnologie a beneficio del cliente interno ed esterno.Qual è il nuovo ruolo del Cio?
Per essere coinvolti nel processo decisionale è importante acquisire credibilità, dimostrando con i fatti che l’innovazione porta reali vantaggi. Il compito del Cio è simile a quello di ogni altro manager dell’azienda: sfruttare al meglio le risorse disponibili confrontandosi continuamente con il mondo esterno, ma ha una differenza fondamentale: la trasversalità, che gli viene dalla missione di supportare tutti i processi dell’impresa. Il Cio non è più il detentore di esoteriche conoscenze ma, in un mondo dove ormai la tecnologia informatica è una commodity, è il portatore di cultura e di strumenti abilitanti al cambiamento.
Inoltre il Cio dovrebbe promuovere la cultura delle valutazioni quantitative: introducendo all’interno delle aziende una cultura di “critica dei processi” che passa innanzitutto dall’analisi dei processi di business e dall’identificazione degli indicatori chiave (Kpi) per sfociare, infine, nelle azioni di ottimizzazione. Qual è il futuro dell’It e quali sono i trend tecnologici più interessanti per l’innovazione di business?
L’Information technology è pervasiva, oggi è spesso necessaria una reingegnerizzazione dei processi per introdurvi i benefici della tecnologia, domani invece le tecnologie saranno “embedded”.
Un trend interessante riguarda anche l’attribuzione dei costi Ict, suddividendoli nella parte infrastrutturale (ripartita proporzionalmente sui processi) e nella parte di supporto al business, allocata direttamente sui processi stessi e inclusa nelle analisi di ottimizzazione.
Infine, una governance fondata su elementi quantitativi (Key performance indicators), quindi massima attenzione alle misure delle prestazioni di servizio, e approccio “early warning, early reaction”.
I trend tecnologici più interessanti saranno indubbiamente il supporto alla mobilità e all’ubiquità, il che permetterà di suddividere le attività di business centralizzando quelle di back office e lasciando massima libertà a quelle di field.

Leggi anche:  KepleriA e Altea Federation insieme per tracciare un futuro più intelligente e sostenibile attraverso il dato

LUIGI PESCE STORY
Luigi Pesce è dal 2002 Cio di Publikompass, società del settore editoria del Gruppo Fiat. Classe 1955, nato a Genova e laureato in Scienze Economiche e Commerciali, si trasferisce a Milano ricoprendo vari ruoli in società di software leader in campo internazionale. Dal 1987 al 2002 coordina numerosi progetti di implementazione di sistemi per il controllo di gestione, produzione e Hr in grandi aziende italiane e internazionali. Tra le altre esperienze, la docenza in corsi della SDA Bocconi e del Sole 24 ORE su Bpr, Erp e Workflow management.