In Cina, durante il primo giorno di funzionamento, il sito creato per pubblicare petizioni on-line riguardo le ingiustizie subite si è bloccato per eccesso di traffico dati. E’ tornato a funzionare nel pomeriggio
Evidentemente i cinesi avevano parecchie lamentele da proporre all’attenzione. E’ per questo che il sito cinese creato apposta per contenere petizioni atte a denunciare al governo centrale torti subiti localmente ha smesso di funzionare durante il suo primo giorno d’esordio.
Si è trattato di un eccesso di traffico che, tanto per farvi capire, ha toccato i 46 milioni di contatti in un paio d’ore, una mole che il sito non è riuscito a sostenere. Così, dopo sole due ore dall’attivazione, gli utenti cinesi non sono più riusciti a consultare il sito che è però stato ripristinato nel pomeriggio.
Le petizioni, quasi una tradizione
Nella Cina Imperiale le petizioni sono praticamente una tradizione, tanto che sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Pechino è addirittura dotata di un ufficio preposto per riceverle, lo State Bureau of Letters and Calls. Tuttavia, molto spesso, nella Repubblica del Sol Levante, accade che coloro che portano le petizioni vengano inseguiti e importunati dai poliziotti delle loro province d’origine, i quali si comportano in questo modo per evitare che l’immagine dei loro diretti superiori sia infangata.
C’è chi è scettico circa il nuovo sistema adottato in Cina per porgere le proprie lamentele. Tra questi si distingue Yuan Yulai, avvocato esperto di diritti civili, che ha affermato quanto segue: “I loro problemi sarebbero risolti molto più facilmente se nel paese esistesse un sistema legale che riscuote la fiducia dei cittadini.”.