Quante volte siamo rimasti bloccati nel traffico? E se fosse possibile sfruttare questo tempo in maniera produttiva invece che per guardare fuori dal finestrino? Proviamo a dare uno sguardo ad un futuro non troppo lontano…
…Una chiamata interrompe la radio e sul display dell’auto appare il ragazzo delle consegne che suona al citofono e porta con sé i documenti di cui avete assolutamente bisogno per la prossima riunione – ma siete ancora in auto, a chilometri di distanza! Premendo il pulsante potete rispondere e chiedergli di mettere il pacchetto direttamente sulla vostra scrivania…
…Oppure…
…L’auto è in riserva, il GPS si connette automaticamente a un database online aggiornato in tempo reale per mostrare la stazione di servizio più vicina e il prezzo del carburante in ogni stazione…
Quello che solo pochi anni fa sarebbe sembrato fantascienza sta in realtà già accadendo. Tutte le maggiori case automobilistiche stanno lavorando al loro concetto di “connected car” e brand come Audi, BMW e Daimler vogliono andare oltre la semplice integrazione dello smartphone nel sistema di comunicazione e stanno sviluppando piattaforme applicative aperte. Una volta che l’auto avrà accesso al cloud non ci sarà più nessun bisogno di installare il software nella vettura e questo aprirà la strada a funzionalità illimitate. Con l’introduzione di eCall, un progetto della Commissione Europea che impone a tutte le nuove auto di essere connesse per scopi di sicurezza, le case automobilistiche cercano di creare applicazioni interessanti che possano aiutarle a monetizzare queste connessioni.
Undici aziende statunitensi hanno deciso ad esempio di lanciare il Car Connectivity Consortium, che permetterà di istituire standard tecnologici comuni a tutte le automobili che ne faranno parte. Un esempio è rappresentato dal Terminal Mode uno standard universale di comunicazione che favorirà l’interconnessione tra le informazioni del veicolo e le applicazioni dello smartphone al fine di supportare i sistemi di infotainment delle automobili. Lo scopo del Car Connectivity Consortium è quello di creare soluzioni aperte e condivise perché gli smartphone e gli Ivi System (In-vehicle Infoainment) possano essere sfruttati al meglio.
Sebbene il potenziale della tecnologia sia evidente sia per i professionisti che per i privati, bisogna però pensare all’infrastruttura di rete necessaria per supportare i nuovi servizi. Nel 2008 erano presenti in Europa 270 milioni di auto e autocarri (di cui 41 milioni solo in Italia), ossia 270 milioni di potenziali nuovi utilizzatori di internet, in grado di generare un significativo volume di traffico dati sulle reti mobili. Siccome i fornitori di servizi di telecomunicazioni hanno già difficoltà a rispondere alla crescente domanda, è chiaro che ci sia la necessità di investire in capacità e passare a un’architettura automatizzata e flessibile.
“Le reti devono essere pronte ad avere a che fare contemporaneamente con molteplici servizi e requisiti di qualità. La necessità di differenziare il traffico ad alta priorità da quello a bassa priorità sarà tanto importante quanto poter adattare in maniera dinamica la rete ai mutevoli cambiamenti in termini di capacità , on-demand e in tempo reale” ha dichiarato Umberto Bertelli Managing Director di Ciena per l’Area del Mediterraneo “L’implementazione di soluzioni Carrier Ethernet all’avanguardia per il backhaul wireless può permettere agli operatori di rete mobile di risparmiare fino al 30% in termini di CAPEX e fino all’80% rispetto alle tecnologie a pacchetto”.