La Electronic Frontier Foundation ha stilato una classifica delle aziende che proteggono meglio la privacy degli utenti dallo spionaggio governativo. Apple e (stranamente) Google si trovano ai primi posti mentre Amazon e Snapchat sono a fondo classifica
Lo scandalo Datagate svelato da Edward Snowden ha cambiato moltissimo la nostra percezione della privacy e ora anche le grandi aziende devono adeguarsi a questo nuovo panorama. La Electronic Frontier Foundation (EFF), una ONG che si batte per i diritti civili in Internet, ha stilato una classifica delle più virtuose grandi società dell’hitech in merito alla protezione della privacy. In particolare lo studio, chiamato “Who has your back”, ha riguardato i rapporti fra i big della Silicon Valley, che hanno chiesto alla FCC di rivedere le sue posizioni sulla Net Neutrality, e le agenzie governative statunitensi.
L’obiettivo della ricerca, come ha sottolineato il direttore di EFF Rainey Reitman, è comprendere come “le compagnie hanno agito nei confronti delle richieste dell’amministrazione in modo che gli utenti possano prendere decisioni informate rispetto a quali gruppi fidarsi di più”.
Punteggio massimo per Apple e Google (?)
La classifica tiene conto di diversi parametri (policy, term of use, dichiarazioni di manager e portavoce, rapporti di trasparenza, documenti processuali, richieste di accesso ai dati utente) e assegna un numero di stelle a seconda del grado di protezione offerto dalle aziende.
Delle 26 società prese in esame, il punteggio massimo di 6 stelle è stato raggiunto solo da Apple, Dropbox, Facebook, Google, Yahoo!, Twitter, Microsoft, Credo Mobile e Sonic.net. Il risultato migliore è quello dell’azienda di Sunnyvale che passa da 1 a 6 stelle dopo lo scandalo Datagate. La ricerca ha messo in luce che sicuramente queste aziende hanno migliorato la protezione della privacy degli utenti ma allo stesso tempo conferma, in particolare per quanto riguarda Big G, una rapporto molto stretto fra la Silicon Valley e le agenzie governative. LinkedIn, Pinterest, Tumblr, SpiderOak, Wickr e WordPress ottengono anche loro un buon punteggio mentre Adobe, Verizon o Foursquare guadagnano solo 3 stelle.
Snapchat e Amazon le peggiori
Nelle parti basse della classifica troviamo AT&T, Comcast, Amazon e Snapchat, l’app di messaggistica che è diventata sorvegliato speciale per i prossimi 20 anni da parte della FTC. Un risultato così scadente per queste aziende, come ha spiegato l’avvocato Nate Cardozo, “significa che l’amministrazione può ottenere informazioni straordinariamente sensibili sulle nostre attività e comunicazioni senza dover convincere un giudice della bontà di quella scelta. È necessario che cambino immediatamente strada e forniscano agli utenti l’elementare difesa dalla sorveglianza governativa”.