Carte di pagamento – il 55% degli italiani pensa “più care per il consumatore che non per commercianti e banche”

Abitudini e aspettative nell’uso delle carte secondo una ricerca presentata oggi a Roma da Consumers’ Forum

Comode, sicure e vantaggiose. Ma più care per il consumatore che non per commercianti e banche. Queste alcune delle opinioni espresse dagli italiani sulle carte di pagamento (debito e credito) secondo una ricerca condotta da Hall & Partners e presentata oggi in occasione del convegno “Sistemi di pagamento per consumatori consapevoli”, organizzato da Consumers’ Forum.

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A dibatterne, il presidente di Consumers’ Forum Fabio Picciolini ha invitato Giuseppe Vito Forese, Direttore Ufficio VI – Direzione IV – Sistema Bancario e Finanziario Affari Legali del Dipartimento del Tesoro, Ministero dell’Economia e delle Finanze; Domenico Gammaldi, Direttore Superiore Servizio Supervisione sui mercati e sul sistema dei pagamenti di Banca d’Italia; Enza Gioia, Director Institutional and External Relation, Communication and Corporate Partnership Support di Agos Ducato; Antonio Longo, Presidente Movimento Difesa del Cittadino; Maria Leddi Maiola, Senatrice Segretario della VI Commissione permanente del Senato (Finanze e Tesoro); Antonio Palmieri, Onorevole membro della VII Commissione parlamentare (Cultura, Scienza e Istruzione); Maurizio Pimpinella, Presidente Associazione Italiana Istituti di pagamento e moneta elettronica; GianfrancoTorriero; Direttore Centrale, Responsabile della Direzione Strategie e Mercati Finanziari ABI; Giuseppe Tripoli, Capo Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’indagine di Hall & Partners, condotta su un campione di oltre mille persone rappresentativo della popolazione italiana tra i 18 e i 54 anni, ha indagato alcuni aspetti finora poco esplorati del rapporto tra i consumatori e le carte di pagamento focalizzandosi, in particolare, sui costi del sistema e sui timori rispetto a un possibile cambiamento dello status quo. Primo dato di interesse è la convinzione comune (55% degli intervistati) che l’attuale sistema sia più caro per il consumatore e il commerciante, con una larga maggioranza di persone che non crede che il sistema sia oneroso per la banca o il fornitore della carta.

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Ma che cosa accadrebbe a fronte di un mutamento di scenario, in termini di variazioni dei costi per i vari attori del sistema? Nell’ipotesi che a diminuire fossero le commissioni a carico dei commercianti, il pubblico idealmente preferirebbe (78% degli intervistati) che la differenza a carico del sistema venisse riassorbita dai fornitori delle carte, cioè le banche. Tuttavia, nella realtà, il consumatore teme (79%) che alla fine questa differenza andrà a ricadere su di lui, aggravando un quadro che,come visto sopra, è già vissuto come piuttosto oneroso.

A parità di scenario, ossia meno costi per i commercianti, la pubblica opinione è divisa tra coloro che si aspettano che il risparmio per il retailer finisca per riflettersi in un minor prezzo al dettaglio e chi crede che ciò non avverrà. La percezione comune, comunque, è che una riduzione della commissione interbancaria si rifletterebbe in costi più alti per i consumatori che richiedono la carta (62% degli intervistati). Alcuni (20%) credono infine che una diminuzione dei costi avrebbe conseguenze negative sulla sicurezza del sistema nel suo complesso.

Se le carte diventassero sensibilmente più care, il consumatore tornerebbe a usare in modo massiccio il contante (71%) o andrebbe a ridurre il numero di carte possedute (72%). Ma se siriuscisse a dimostrare che il contante ha costi sociali ed economici maggiori delle carte, circa la metà degli intervistati (49%) tornerebbe a utilizzare più le carte del cash.

In ogni caso, la maggioranza degli intervistati (54%) ritengono che un eventuale intervento legislativo sul sistema delle carte di pagamento dovrebbe andare ad agire sulle banche.

“Come Consumers’ Forum riteniamo che il sistema presenti dei costi non bassi per i privati ma che abbia, nel suo complesso, una sua propria forma di equilibrio – ha affermato il Presidente Fabio Picciolini -. Per questo auspichiamo che prima di introdurre eventuali forme di regolamentazione del sistema si approfondisca ulteriormente la materia. Il rischio, a nostro avviso, è che alterando questo equilibrio si vada a intaccare un sistema vitale per lo sviluppo e la crescita di tutti i Paesi europei, come è accaduto in Spagna, dove una riduzione della commissione interbancaria, voluta per legge, di oltre il 57% tra il 2006 e il 2010, ha provocato per i consumatori un aggravio dei costi delle carte pari al 50%”.

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“Consumers’ Forum – ha concluso Picciolini – utilizzando anche i dati della ricerca odierna, è convinta che le carte sono oramai parte della nostra vita di tutti i giorni e all’interno di un proprio specifico gruppo di lavoro intende monitorare l’andamento del mercato, in termini di regole e di costi, così da divenire interlocutore affidabile e ascoltato delle istituzioni per una normativa sempre oggettivamente utile per tutti: sistema bancario, commerciale e consumatori”.

“In Italia il numero di pagamenti elettronici pro capite annui è pari a 69, mentre la media europea è di 189. Il Paese deve quindi fare molta strada in questo campo e rendere più efficiente il sistema delle transazioni commerciali, i cui costi oggi ammontano all’1% del PIL – ha affermato Domenico Gammaldi -. E’ importante che i consumatori abbiano la consapevolezza non solo dei costi degli strumenti elettronici di pagamento, ma anche di quelli legati all’utilizzo del contante”.

“Oggi l’Italia è molto indietro nell’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento e c’è la necessità sia di facilitare al massimo l’utilizzo di carte di debito e di credito sia di realizzare progetti di educazione al consumatore che evidenzino i vantaggi di questa soluzione – ha affermato Antonio Longo -. E’ interessante notare che Il Libro Verde della Commissione Europea e gli altri studi sull’utilizzo dei sistemi di pagamento non tracciano una mappatura delle effettive possibilità di pagamento con strumenti elettronici nei diversi paesi UE”.