Dopo aver conquistato l’uomo, ora a Internet spetta un compito forse ancora più arduo: conquistare le macchine. Ed essendo queste ultime molto più numerose degli esseri umani, la sfida che si presenta appare piuttosto ostica. Da qui l’esigenza di pensare a soluzioni dedicate
Chiamiamola domotica, chiamiamola smart city, chiamiamola come più ci piace, ma il tema è unico: le macchine devono parlare tra di loro, oltre che con noi. Che sia un microonde che voglio accendere a distanza per trovare la cena pronta quando arrivo a casa, che sia l’impianto di irrigazione del mio giardino, piuttosto che sapere a priori dove trovare un parcheggio, magari prenotandolo online, oppure capire dove si trova la mia bici misteriosamente scomparsa, il problema è che vari dispositivi devono comunicare trasmettendo e ricevendo informazioni.
E’ per questa ragione che l’IoT (Internet of Things) o se preferiamo M2M (Machine to Machine), è un tema su cui si sta sempre più focalizzando l’attenzione. Gli analisti, con numeri non molto diversi tra di loro, stimano che entro il 2020 il 39% (contro l’attuale 1% – stima 2013) dei 23 miliardi di apparati connessi al web sarà rappresentato da soluzioni IoT, previsione che se dovesse risultare corretta, significherebbe un consistente sorpasso di questi rispetto a smartphone e tablet.
Il vantaggio è che spesso dispositivi di questo genere necessitano di trasmettere e ricevere un numero limitato di informazioni senza, di conseguenza, necessità di velocità elevate. Questo significa poter utilizzare frequenze libere, se utilizzate a bassa potenza, il che permettere di limitare significativamente i costi.
Un’azienda che da cinque anni si cimenta in questo settore è Avnet Memec, divisione di Avnet e distributore tecnologico a livello mondiale. A spiegarci come si sta muovendo l’azienda sono Philippe Frémont, regional vice president South Europe, Raffaele Giglio, country director Italy & Greece, Tom Oelschlaeger, marketing and communications director, e Giorgio Gallo, business development manager Italy & Greece.
Tante sono oggi le tecnologie disponibili sul mercato per realizzare l’IoT, sia dal punto di vista hardware che da quello software. Quello che è necessario non è solo trovare una soluzione adeguata a uno specifico problema, ma trovare quella che minimizzi il rapporto costi e benefici. Per questa ragione, l’azienda si avvale di numerosi team di ingegneri qualificati per supportare le fasi di progettazione dei propri clienti. La società rappresenta fornitori e tecnologie innovativi ed è in grado di interfacciarsi con una varietà di clienti impegnati a diversificare i loro progetti. L’area di specializzazione si estende dai componenti analogici ai microcontrollori, ai componenti RF, datacom e per reti. Infatti, condividendo la visione degli analisti, Avnet è convinta che a fare da driver allo sviluppo dell’IoT saranno la disponibilità di tecnologie a basso consumo, la riduzione di ingombri e costi dei componenti e la facilità di implementazione dei nuovi progetti.
L’azienda ha già realizzato diversi progetti, coinvolgendo numerosi partner, in diversi settori che vanno dalla pubblica amministrazione, alla sanità, ad aziende di grandi dimensioni.
Ma andando sul concreto, quanto costa oggi coprire una grande città come Milano, Roma Parigi? Pochi apparecchi (sull’ordine della decina o anche meno) dal costo di poche migliaia di euro sono in grado di ricevere e trasmettere informazioni sull’ordine delle decine di KB (nella stragrande maggioranza di casi più che sufficienti) da trasmettitori di dimensioni estremamente contenute, dal consumo estremamente ridotto (una piccola batteria per alcuni anni) e dal prezzo allo stato attuale confrontabile con quello di un normale telecomando.