La crisi che non passa

Le cifre anticipate da Assinform, sull’andamento dell’It e Tlc, hanno già fatto il giro della Rete un paio di volte. Per le prossime settimane saranno citate in apertura di tutti gli articoli della stampa specializzata. Ma che cosa significano veramente?

E’ colpa della crisi se le aziende non spendono. E’ colpa della crisi se la Pa, il settore bancario, la grande distribuzione, l’industria sono aggravati dai crescenti ritardi di pagamento. E’ sempre colpa della crisi se gli ordinativi delle Pmi segnano un -25%. E’ sempre colpa della crisi se gli effetti della contrazione della domanda (-1,7%) si rifletteranno per i prossimi anni sull’immobilismo del Paese. Non si cresce perché non si investe, e non si investe perché non si cresce: il solito nodo avviluppato impossibile da sciogliere; il solito circolo vizioso, impossibile da disinnescare. E’ vero: la crisi è alla base dello sgretolamento del sistema. Siamo certi – però – che l’industria dell’Ict e delle Tlc non abbiano niente da farsi perdonare?

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Dopo la crisi del ‘92, e la manovra del governo Amato da 96mila miliardi di lire (48 miliardi di euro), ricordo di aver sentito le stesse espressioni: «rimboccarsi le maniche», «la crisi è un’occasione per colmare il gap di competitività del Paese», «bisogna tenere il passo dell’innovazione». La crisi del ’92 – insomma – è stata un’occasione sprecata. Oggi, i leader delle aziende convocano riunioni di emergenza e chiedono ai collaboratori di trovare idee nuove. Qualcuno ricorda «che bisogna essere pronti a ripartire dopo la crisi e che i sopravvissuti avranno un business più forte di prima». Si sa, ciò che non uccide rafforza. Parola d’ordine è lungimiranza per guardare oltre. Ma dov’era la lungimiranza prima che la crisi si abbattesse sulle imprese? Che cosa hanno dato l’It e le Tlc alle imprese per essere in grado non tanto prevedere, ma di affrontare la crisi?

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Se la crisi travolge ogni cosa – sia le imprese che hanno investito in innovazione negli anni passati, sia quelle che non lo hanno fatto – allora c’è da farsi qualche domanda. Se la crisi non passa, allora le imprese che vendono soluzioni e quelle che le comprano non hanno imparato la lezione? Da un lato, gli economisti non hanno saputo elaborare istruzioni utili per le situazioni di pericolo, dall’altro non c’è strumento in grado di prevedere l’imprevedibile. Se non riusciamo a trasformare la crisi in un’occasione di crescita, allora facciamone – almeno – un’opportunità di autocritica. L’innovazione non è una bacchetta magica. I manager, che sanno usare l’innovazione, sono il vero valore.