Arriva Etalia: più leggi più guadagni

Lanciata una piattaforma interattiva dove si possono consultare, condividere e sponsorizzare notizie con un ritorno economico per i più bravi

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Si chiama Etalia ed è aperta al pubblico da oggi dopo un bel periodo di test in versione beta privata. Per entrare basta registrarsi gratis sul sito e utilizzare le funzioni offerte dalla piattaforma. Interamente basata sul web, Etalia permette di costrursi il proprio giornale personalizzato, inserendo le fonti e gli autori preferiti, a cui accedere sia al computer che in mobilità. Il funzionamento differisce poco da quello di altri servizi simili, soprattutto conosciuti su smartphone e tablet, come News Republic o Pulse, con la differenza che qui c’è un vero e proprio modello di business alle spalle. 

Il (nuovo) doppio canale della comunicazione

Tutti gli iscritti infatti possono vedere remunerata l’attività online, fattore che di per sé incentiva la circolazione delle informazioni sul sito. I lettori creano i propri Journal con i contenuti presi dalle principali fonti editoriali a disposizione e scelgono se condividerli o meno con il resto della rete sia gratis che a pagamento. In questo modo si crea un preciso meccanismo di curation della notizia per cui, il creatore di ogni giornale, si pone come vero e proprio gatekeeper dell’informazione, filtrando i contenuti e guadagnando per la loro diffusione. Etalia aggira anche il problema della retribuzione alla base per gli autori.

Business bipartisan

Spesso la notizia corre in rete grazie al lavoro di blogger sottopagati (o non pagati del tutto) che ora, grazie al modello proposto, possono guadagnare dai loro articoli, in base alla ripartizione del riscontro economico diviso tra utente che condivide e autore dell’articolo. Le transazioni avvengono in crediti Etalia, moneta virtuale che si acquista sul sito; una volta raggiunta una certa somma, si possono convertire in credito reale, a disposizione sul proprio account.

Leggi anche:  Mark Zuckerberg denigra ancora gli Apple Vision Pro