Aria di distensione nella cyberguerra fra USA e Cina

Le due superpotenze sembrano disposte a stilare insieme nuove regole più severe riguardo all’hacking di Stato e allo spionaggio industriale

La Cina sembra aver accolto con favore la proposta del national security adviser statunitense Tom Donilon, il cui desiderio è che “la Cina si impegni con gli USA in un diretto e costruttivo dialogo per fissare norme accettabili di comportamento nel cyber spazio” ma anche che assuma “passi seri per indagare e porre fine a queste attivita”.

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Gli USA sono l’obiettivo primario degli hacker di Pechino

L’opinione comune negli Stati Uniti, di cui il CEO di Google Erich Schmidt ne è il più strenuo difensore, è che la Cina utilizzi sistematicamente gli hacker, appartenenti anche a cellule legate all’esercito, per avvantaggiarsi sui mercati e colpire le aziende e le Istituzioni statunitensi. Solo negli ultimi mesi sono riconducibili a Pechino gli attacchi informatici a: New York Times, Wall Street Journal, Twitter, Facebook, Apple, Microsoft e la NASA.

Gli hacker colpiscono anche la Cina

La Cina ha risposto le accuse illustrando i dati che riguardano gli attacchi informatici che hanno colpito le infrastrutture informatiche del Paese. Dal settembre 2012 allo scorso febbraio, le autorità di Pechino hanno rilevato un totale di 85 incursioni, con quasi 6mila tentativi d’intrusione tramite IP situati negli Stati Uniti. La Cina continua a negare il suo coivolgimento nei recenti attacchi e anzi afferma che siano gli USA ad utilizzare gli hacker per destabilizzarne l’economia.

Comunque la recente dichiarazione di Pechino sembra aver aperto una finestra di dialogo con Washington per scongiurare una vera e propria cyber guerra.

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