L’Europa risparmia 177,3 miliardi di Euro grazie al Cloud

177,3 miliardi di Euro all’anno in più entro il 2015 per i principali paesi europei, grazie al Cloud Computing.Una ricerca condotta da Cebr ed EMC illustra come i modelli Cloud privati ed ibridi spingeranno la creazione di business, la competitività e la crescita economica nell’intera Eurozona

Le maggiori economie europee potrebbero accrescere il loro valore di 177,3 miliardi di Euro all’anno entro il 2015, grazie all’adozione del Cloud Computing. Lo afferma il Centre for Economics and Business Research (Cebr) nel suo report 2011 sul Cloud Dividend. Sponsorizzato da EMC, si tratta del primo studio che analizza l’impatto economico che l’adozione del cloud computing avrà, a livello macro, sui cinque principali paesi europei.

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Secondo il report del Cebr, entro il 2015 verranno generati 177,3 miliardi di Euro all’anno, se aziende ed organizzazioni di Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, proseguiranno nell’adozione di tecnologie cloud come è attualmente prevedibile. La ricerca illustra anche che la parte principale di questo valore aggiunto verrà generata tramite l’adozione di modelli di cloud computing sia privato sia ibrido.

Nello specifico, i dati Cebr affermano che i benefici economici portati dal cloud ad ogni singola nazione entro il 2015 saranno i seguenti:

• Francia – 37,4 miliardi di Euro

• Germania – 49,6 miliardi di Euro

• Italia – 35,1 miliardi di Euro

• Spagna – 25,2 miliardi di Euro

• Regno Unito – 30,0 miliardi di Euro

La cifra di 177,3 miliardi di Euro potrebbe coprire i prestiti già effettuati verso le nazioni maggiormente indebitate della regione, quali ad esempio l’Irlanda (85 miliardi di Euro) e la Grecia (110 miliardi di Euro), e sarebbe abbondantemente sufficiente a ripagare i tagli alla spesa pubblica recentemente annunciati dal governo britannico, pari a 95,7 miliardi di Euro in quattro anni.

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Il cloud computing rappresenta un approccio completamente nuovo all’IT in cui la tecnologia viene resa disponibile alle organizzazioni in modalità scalabile e sotto forma di servizio, quando e come è necessaria. Questo consente alle aziende di velocizzare il time-to-market, di eliminare le barriere tradizionali all’accesso e di esplorare nuove opportunità di mercato. Secondo il Cebr, la generazione di nuove opportunità di business, come risultato diretto dell’adozione del cloud computing, avrà un effetto impatto significativo in diversi settori, man mano che la concorrenza aumenta, e di conseguenza sugli indicatori macroeconomici.

Il Cebr ritiene che il cloud computing sarà un importante driver per la crescita complessiva, la competitività e la generazione di nuovo business per l’intera Eurozona. In particolare, sottolinea il ruolo che questa tecnologia avrà nella ripresa economica di quest’area , soprattutto in rapporto alla minaccia crescente rappresentata dalle economie emergenti, tipicamente caratterizzate da elevati livelli di competitività.

Lo studio si è concentrato sui tre principali modelli di cloud computing attualmente esistenti: il cloud pubblico, controllato da un cloud provider; il cloud privato, controllato internamente all’organizzazione dal team IT; il cloud ibrido, una combinazione dei due.

Entro il 2015, secondo il Cebr, €133 miliardi – o il 75% del vantaggio economico totale dei €177,3 miliardi di quell’anno – saranno generati dal modelli non-public cloud. Il modello private cloud unisce di fatto il meglio dei due mondi: le organizzazioni ottengono i vantaggi di scalabilità, dinamicità, modalità on-demand e self-service del cloud, ma ne mantengono il controllo all’interno del dipartimento IT, in modo che sicurezza e governance non siano compromesse.

Le ricerche condotte dal Cebr hanno anche messo in luce come il cloud privato andrà ad incrementare la generazione e lo sviluppo di business per un valore di 23,8 miliardi di Euro. Gli investimenti, sia indiretti sia indotti e la relativa spesa generale, genereranno una maggiore domanda di beni e servizi, che andrà ad aumentare il Gross Value Added (GVA) e l’occupazione all’interno dell’economia. Secondo il Cebr, i vantaggi economici indiretti porteranno ulteriore GVA nei cinque paesi interessati, per un valore complessivo di 280 miliardi di Euro – e 60 miliardi all’anno – entro il 2015, e l’occupazione diretta ed indiretta generata tra il 2010 ed il 2015 potrebbe arrivare alle 2.396.000 unità.

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“Lo studio mostra come il cloud computing non sia solamente legato alla prospettiva individuale di migliorare l’efficienza degli investimenti IT di una singola azienda e quindi della sua produttività generale”, ha spiegato Oliver Hogan, managing economist del Cebr. “Soprattutto in un momento di incertezza economica come quello che stiamo vivendo, il cloud computing avrà un ruolo determinante per la crescita economica dell’intera Europa.

Come importante driver per l’aumento della produttività, il cloud computing giocherà un ruolo particolarmente significativo nel garantire la competitività dell’Europa come partner commerciale sul piano internazionale, spingendo la crescita dell’export. Inoltre, grazie alla sua capacità di rendere il ritorno degli investimenti effettuati in IT in tempi rapidi, il cloud computing si rivelerà un driver importante anche per gli investimenti aziendali che, a loro volta, guideranno la crescita delle economie del vecchio continente.”

“L’agilità e la competitività intrinseche al cloud privato ed ibrido rappresentano per le aziende europee un’opportunità quanto mai concreta, quella di accrescere il loro vantaggio competitivo ed al tempo stesso di guidare la ripresa economica del loro paese”, ha aggiunto Rainer Erlat, Presidente EMEA di EMC. “E’ ormai convinzione comune che la ripresa economica verrà raggiunta e mantenuta grazie ad una combinazione tra riduzione del debito ed incremento della competitività commerciale. Il cloud computing, che rivoluzionerà molte tecnologie IT offrendo soluzioni più efficienti, flessibili e meno complesse, rappresenta un modo davvero concreto di contribuire a questa evoluzione.

Oltre a sfruttare opportunità di creazione di nuovo business, grazie al cloud computing le aziende possono anche ridurre i loro costi in maniera sostanziale. L’adozione di un modello pay-per-use comporta la riduzione sia dei costi legati al capitale (CAPEX) sia di quelli operativi (OPEX), un ROI più veloce e la possibilità di ridistribuire le risorse in maniera efficacia. Questi risparmi possono poi essere reinvestiti, incoraggiando l’innovazione, stimolando la competitività e migliorando direttamente la profittabilità – il tutto con un impatto misurabile e concreto sull’economia di una nazione.

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