La nuova indagine di CA Technologies, intitolata ‘Insights: Data Protection and the Cloud 2011’, registra il proliferare degli episodi di perdita di dati e l’urgente necessità di investire in soluzioni cloud
CA Technologies ha reso noti i risultati di un sondaggio indipendente che indica un aumento costante della spesa per la protezione dei dati, con una quota crescente del budget destinato al cloud computing. Secondo l’indagine, un terzo (33%) delle organizzazioni ritiene che il cloud svolgerà un ruolo sempre più importante nei loro piani di business continuity del prossimo anno.
Lo studio di CA Technologies intitolato ‘Insights: Data Protection and the Cloud 2011’ ha evidenziato che, fra le 202 aziende consultate, l’81% ha mantenuto costante o addirittura aumentato nel corso dell’ultimo anno il budget dedicato alla protezione dei dati, mentre il 19% ha in progetto di intensificare gli investimenti in tal senso. Un numero sempre maggiore di aziende si sta accorgendo della rilevanza del mondo cloud per le strategie di data protection, CA Technologies prevede quindi un aumento degli investimenti nelle soluzioni cloud.
Fra le aziende interpellate, il 30% ha dati che risiedono in una cloud privata, il 17% nella cloud pubblica. È incoraggiante notare che queste società nutrono grande fiducia nella sicurezza di tali dati. Una quota significativa (77%) dei soggetti che utilizzano una cloud privata ritiene che i dati e gli applicativi verrebbero adeguatamente protetti in caso di disastro; ben l’86% di coloro che utilizzano una cloud pubblica si fida degli SLA per la protezione dei dati stipulati con il fornitore.
“È un momento entusiasmante per il settore, perché sono tante le aziende in procinto di intraprendere iniziative di cloud computing,” ha dichiarato Chris Ross, Vice President EMEA & Asia-Pacific, Data Management CSU, CA Technologies. “È particolarmente significativo che le aziende si stiano accorgendo di come la nuvola possa essere uno strumento utile per le funzioni di backup e disaster recovery (DR). Le organizzazioni che utilizzano il cloud in questo modo hanno meno bisogno di un sito remoto e devono dedicare meno tempo al monitoraggio dei sistemi di data recovery, perciò possono concentrarsi sul loro giro d’affari”.
Numerosi incidenti di Disaster Recovery evidenziano una protezione inadeguata dei dati
Nonostante il trend positivo degli investimenti per il disaster recovery e la crescente adozione del cloud computing, quasi tutte le realtà intervistate (96%) hanno registrato episodi di perdita di dati nel corso dell’ultimo anno, riconducibili a cause diverse. Il 76% delle aziende ha subìto un guasto dei sistemi informatici (ad esempio, un malfunzionamento di rete, storage, software) che rappresenta la causa più comune di perdita dei dati. Fra le cause ricorrenti vi sono stati, tra l’altro, attacchi esterni contro l’IT (57% delle aziende) ed errori di dipendenti o altri soggetti (38%).
In Italia, pur essendo elevata la frequenza di perdita di dati, sono poche le aziende dotate di sistemi di DR adeguati. Solo il 17% ha riferito di disporre di piani completi e dettagliati di disaster recovery per la tutela dei dati in caso di evento catastrofico. Il motivo principale addotto per la mancanza di pianificazione è stato il mancato supporto e sostegno del top management (55%). Un altro fattore significativo (43%) sarebbe stata la preparazione inadeguata del personale IT nella pianificazione dei rischi e del DR.
“Sebbene la spesa per la protezione dei dati sia in aumento, l’indagine Insights: Data Protection and the Cloud 2011 ha denunciato l’insuccesso delle politiche aziendali che rende necessaria maggiore oculatezza negli investimenti,” ha aggiunto Chris Ross. “La perdita di dati può essere causata da numerosi fattori, perciò le organizzazioni farebbero bene a calcolare la probabilità di ciascuno in modo da orientare di conseguenza la loro pianificazione. È un’area importante su cui concentrarsi, dato che la perdita di dati può avere effetti catastrofici – per non parlare dei costi – sull’attività aziendale. Un precedente studio di CA Technologies ha rivelato che il tempo di inattività dovuto a guasti legati al reparto IT costerebbe a ogni azienda italiana una media di 34.000 euro all’anno, spesa che si potrebbe evitare con un piano adeguato di DR”.
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