Il decennio di Apple, Ibm e Microsoft

La cartina di tornasole che esprime al meglio quanto un’azienda sia mutata nel tempo e quanto abbia saputo confrontarsi con le sfide del mercato innescando un nuovo circolo di crescita virtuoso credo sia rappresentata dall’apprezzamento o deprezzamento del valore di capitalizzazione che essa ha conosciuto nel tempo.

A questo proposito è interessante vedere come si sono comportate alcune aziende storiche dell’informatica e in particolare Microsoft, Ibm e Apple. E’ un esercizio che permette di comprendere le dinamiche che hanno coinvolto queste tre aziende e quanto ciascuna di esse sia riuscita a imporre un nuovo corso tecnologico.

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Per quanto riguarda Ibm la vera svolta è avvenuta a partire dal 2009. E’ in quel periodo, come facilmente rilevabile dal grafico, che l’azienda ha saputo infondere nel mercato un messaggio di cambiamento conseguente un nuovo assetto societario in grado di intercettare nuovi sviluppi di crescita.

Sorprendente è invece il grafico di Microsoft. In questi ultimi dieci anni è l’azienda che da un punto di vista economico e finanziario ha dimostrato la più alta staticità. Insomma da dieci anni a questa parte l’impero fondato da Bill Gates non ha prodotto nulla che sia realmente stato in grado di dare vita a un nuovo mercato strategico. La fotografia espressa dal grafico equivale a quella di un’azienda che, pur godendo di una grande quota di mercato, non è di fatto riuscita ad aprire una nuova fase ricca di potenziali aspettative.

 

Infine Apple. Beh, il grafico parla da sé. In questi dieci anni è evidente che è successo qualcosa di realmente dirompente. iPhone e iPad contribuiscono oggi per il 72% del fatturato complessivo della società. Se si pensa che nessuno dei due prodotti esisteva fino a cinque anni fa, il dato è davvero sorprendente. In questi ultimi anni l’azienda ha di fatto riprogettato sé stessa. Cinque anni fa il fatturato di Apple era di 24 miliardi di dollari mentre il 2011 si è chiuso a 108 miliardi.

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