Working Capital, un passo verso il futuro

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“Le aziende che pensano al futuro sono quelle non interessate ai racconti sul passato, al senso di fatalismo e sconfitta che accompagna i vecchi paradigmi”

Cinque milioni di euro in due anni per finanziare progetti innovativi in Rete, con l’aspirazione di contribuire al rilancio dell’innovazione nel nostro paese. E’ questo l’impegno del progetto Working Capital di Telecom Italia. Un sostegno concreto alle migliori idee imprenditoriali in ambito web 2.0.

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Se hai un’idea imprenditoriale Telecom Italia offre l’opportunità di diventare protagonista dell’innovazione mettendo a disposizione competenze e infrastrutture per accelerare la realizzazione di progetti imprenditoriali in Rete, nonché manager che possono diventare coach dei progetti. Ne abbiamo parlato con Salvo Mizzi – Responsabile Internet Media & Digital Communication di Telecom Italia.

Qual è la genesi di Working Capital, come, quando, perché?

Il progetto nasce dall’esigenza di Telecom Italia di dare sostanza a un nuovo rapporto con la Rete, da una parte, e dalla necessità di abilitare e intrattenere una relazione stabile con l’ecosistema costituito dalle opportunità offerte dalla nuova Internet e dal web 2.0. Per passare dalle parole ai fatti, è nato Working Capital, uno strumento concreto di ascolto e di intervento operativo verso un pubblico molto ampio: quello della ricerca, quello delle start up e dello spirito d’impresa cosiddetto “bottom-up”.

Qual è il mandato che hai ricevuto da Telecom quali sono gli obiettivi che devi raggiungere?

Diversi obiettivi, provo ad elencare. Il primo, aprire una nuova conversazione con la Rete e con le persone che la costituiscono. Il secondo, provare a “ripopolare” la Rete italiana, supportando idee, progetti e start-up espressione di vitalità e creatività. Il terzo, contribuire a diffondere e consolidare una cultura digitale agile, snella, di impianto internazionale, attraverso progetti da realizzare insieme a realtà che fossero parte integrante del network dell’innovazione.

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Ad oggi come sta andando, quante domande, quanti progetti finanziati?

Working Capital è un progetto di successo. La risposta è stata imponente. Registriamo oggi 5.500 aspiranti imprenditori sul sito, abbiamo ricevuto – dal sito o dai barcamp realizzati in molte città – 280 business plan, e al momento ci stiamo concentrando sulla valutazione di una decina di progetti, per alcuni dei quali sono già stati siglati i primi accordi. In meno di sei mesi di attività operativa è davvero un bel risultato.

Quali saranno i prossimi passi?

Le idee non mancano, e neanche ipotesi già diventate operative. È stato avviato un contenitore di pre-incubazione con Top-Ix per un totale di circa 480 mesi (si tratta di 80 slot da sei mesi ciascuno). È in fase di definizione, studio e valutazione, infine, l’opportunità di aprire un punto fisico, una sorta di sportello Working Capital, a Roma. L’attenzione al territorio è una costante del progetto.

Credi che sia possibile vincere la sfida della competitività puntando sull’innovazione?

È l’unica strada possibile. Le aziende che pensano al futuro sono quelle non interessate ai racconti sul passato, al senso di fatalismo e sconfitta che accompagna i vecchi paradigmi. L’innovazione va ascoltata e promossa, ma soprattutto bisogna essere pronti a coglierla.

Le difficoltà italiane sono legate ad un problema culturale o ad una mancanza di politica dell’innovazione?

Ci sono aspetti di difficoltà che discendono dalla particolare struttura delle imprese italiane, e sono fatti ampiamente noti, ma esiste anche un problema generale di natura culturale. Una politica dell’innovazione deve saper combattere su tutti i fronti e deve sapere indirizzare le mille energie che attraversano il Paese. Non c’è altra strada.

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Salvo Mizzi è responsabile nelle ER di Telecom Italia di “Internet media e digital communication”. È stato negli anni ’90 direttore creativo delle più note agenzie pubblicitarie, poi tra i pionieri di Internet in Italia – fondatore della prima tv via Internet, Mytv, nel 2000. Si occupa da tempo di web, social media e progetti di innovazione