In una nota, Menlo Park afferma che Tor non è stato bloccato deliberatamente. E’ stata un’attività sospetta all’interno del browser per l’anonimato ad attivare i servizi di sicurezza di Facebook che hanno proceduto al blocco preventivo
Ieri gli attivisti politici di tutto il mondo si sono visti bloccare l’accesso al proprio profilo di Facebook. Questi soggetti, che utilizzano il social network nonostante nei rispettivi Paesi sia vietato, sfruttano il browser Tor per mantenere l’anonimato e continuare le proprie attività in Rete. Come aveva sottolineato il sito Arabcrunch, l’inaccessibilità di Tor avrebbe potuto mettere a serio rischio l’identità degli attivisti e la loro sicurezza.
In molti hanno ipotizzato che Facebook avesse deliberatamente scelto di bloccare il software o che ci fosse stato un qualche tipo di problema tecnico. Ora, con il ripristino della compatibiltà con Tor, Menlo Park ha svelato la verità.
Questione di sicurezza
Facebook ha affermato in una nota che non c’era stata nessuna volontà di bloccare Tor, ma che il sistema di sicurezza aveva “rilevato attività automatizzate sospette da parte di un numero significativo di exit node di Tor. Mentre questo problema veniva analizzato, Facebook ha sospeso temporaneamente l’accesso attraverso gli exit node per tutelare gli utenti”. Ora il problema è stato risolto e gli attivisti possono tirare un sospiro di sollievo.