Nasce dall’idea di una startup americana in collaborazione con un’importante industria farmaceutica un nuovo rivoluzionario sistema per diagnosticare l’alzheimer, malattia di cui solo in Italia soffrono oltre 300mila persone, tanto da essere considerata la piaga dell’epoca moderna e correlata secondo alcuni ricercatori a diabete e apnea notturna.
Si tratta di un vero e proprio videogioco pensato per iPad e iPhone e chiamato Project:Evo, il nuovo metodo di diagnosi di questa patologia; l’innovativo studio che la Akili Interactive Labs, con sede a Boston e San Francisco, sta conducendo con Pfizer su pazienti in età avanzata, mira a sostituire la trafila di sofisticate analisi cliniche con una diagnosi attraverso un sistema più economico ed efficace, oltre che ludico, trattandosi di un videogioco.
Il gioco che rileva deficit neurologici
Ma in cosa consiste il videogioco che permette di diagnosticare l’alzheimer? Il protagonista è un alieno che percorre un fiume: l’utente deve indirizzarlo lungo il percorso corretto e contemporaneamente deve intercettare pesci o uccelli toccando lo schermo e mettendo in moto in questo modo quella che in neurologia viene definita “elaborazione di interferenza” – spiega il neuroscienziato dell’università di San Francisco Adam Gazzaley. Si tratta di una delle prima funzioni che vengono compromesse in caso di problemi neurologici.
«Abbiamo creato un prodotto che sembra un gioco di intrattenimento – spiega Eric Elenko, uno dei fondatori della compagnia – ma che in realtà è basato sulla scienza. Il sistema raccoglie dati 30 volte al secondo mentre l’utente gioca e li analizza in tempo reale».
Videogiochi nobilitati
L’importanza di questa sperimentazione è legata soprattutto alla possibilità di ridurre i costi della diagnosi, che finora si basava su una Pet, esame al cervello molto dispendioso: si ricercano le placche amiloidi, accumuli di proteine che causano questa patologia.
In realtà recentemente è giunta la notizia che è in preparazione anche un altro nuovo rivoluzionario test: una ricerca condotta dalla Georgetown University di Washington e pubblicata su “Nature Medecine” sta elaborando un esame del sangue che predirrebbe con una precisione del 90% la probabilità su persone sane di sviluppare l’Alzheimer entro 3 anni dal test.
Durante la sperimentazione del videogioco sono stati analizzati cento pazienti, metà con un alto grado di placche e metà con un basso grado. «Se riusciamo a dimostrare che i risultati del gioco sono proporzionali alle placche – spiega Elenko – avremo un metodo di diagnosi economico e preciso».
La fase successiva della sperimentazione cercherà di indagare il potenziale curativo di un uso regolare del videogioco sui sintomi di deficit di attenzione, autismo e depressione.
Se è vero che questa è la prima volta che viene introdotto un videogioco per questo tipo di diagnosi, parallelamente sono in corso altri test analoghi sulla schizofrenia da parte del centro ricerche statunitense Brain Plasticity, e altri progetti si sono avvalsi di Nintendo Wii e Playstation per la riabilitazione di persone colpite da ictus. Un’importate nobilitazione questa per il mondo dei videogiochi, di cui si è sempre vista solo la dimensione ludica di passatempo per ragazzini.