Altroconsumo ricorre al Tar per l’equo compenso

Altroconsumo è pronta a ricorrere al Tar del Lazio per annullare il decreto che aumenta le tariffe sull’equo compenso, il contributo sui dispositivi elettronici per risarcire la SIAE delle copie private

Altroconsumo non ci sta. Dopo la firma del decreto che ritocca verso l’alto le tariffe dell’equo compenso da parte del ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, che ha istituito un fondo per la formazione digitale dei giovani nel settore della cultura, l’associazione che si batte per i diritti dei consumatori ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio per annullare un provvedimento considerato “illogico, illegittimo, contrario agli interessi dei consumatori e contro lo sviluppo dell’innovazione tecnologica”.

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Altroconsumo: “L’equo compenso è ingiusto, ricorreremo al Tar”

L’equo compenso è un contributo da riconoscere alla SIAE come indennizzo per ogni dispositivo elettronico in grado di realizzare una copia privata. Altroconsumo, che si è sempre battuta contro questa “tassa”, lo ritiene un provvedimento “ingiusto e obsoleto” e chiede ai cittadini di partecipare alla petizione online per annullarlo.

“Ricorreremo al Tar per annullare questo ennesimo regalo alla SIAE pagato coi soldi dei cittadini. – si legge sul sito dell’associazione – Si tratta di una vera e propria tassa su smartphone e tablet che passano entrambi a 4 euro, e che andrà ad appesantire la spesa dei consumatori italiani per dispositivi e strumenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro all’anno. Sostienici in questa battaglia e firma la nostra petizione”.

Altroconsumo inoltre sottolinea come l’aumento delle tariffe non sia stato richiesto dall’Europa. Sebbene nel Vecchio Continente vi sono Paesi dove il contributo è più alto, come Francia e Germania, in altri l’equo compenso non esiste (Regno Unito) o è stato da poco eliminato (Spagna).

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