Alla batteria piace il rock and roll

Un gruppo di ricerca britannico ha scoperto che le frequenze della musica rock e pop aumentano la produzione di energia delle celle solari a nanofibre

I ricercatori della Queen Mary University e dell’Imperial College di Londra hanno fatto una scoperta curiosa. Sembrerebbe che i toni e le frequenze utilizzate dalle canzoni rock e pop siano in grado di aumentare l’efficienza delle celle solari a nanofibre di ossido di zinco (nanrods) del 40%. Per migliorare le prestazioni di queste batterie green basterebbe bombardarle con livelli sonori di 75 decibel, pari al rumore emesso da una stampante da ufficio. La nuova scoperta potrebbe aprire una nuova strada per la produzione di dispositivi in grado si stoccare l’energia esponendoli a vibrazioni acustiche.

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Il futuro delle batterie è green

Oltre alle nanofibre esistono moltissime altre sperimentazioni nel campo dell’immagazzinamento dell’energia in modo sostenibile. L’Università del Maryland sta ad esempio utilizzando gli eletroliti liquidi contenuti nelle fibre del legno mentre il MIT sta utilizzando il flusso laminare per eliminare le membrane inquinanti che separano i reagenti delle batterie. Il Bristol Robotics Laboratory invece sta addirittura pensando di sfruttare la combustione dell’urina per immagazzinare l’energia. Infine, la giovanissima Eesha Khare ha realizzato un sistema che permette di gestire 10mila cicli di ricarica, circa 10 volte di più delle batterie ora in commercio.

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