Costruire la cultura degli analytics. Il business del futuro non può prescindere dalla conoscenza dei dati basata sugli high performance analytics
SAS fa il botto. Esplode la cultura degli analytics al ritmo vulcanico delle percussioni che introducono la nona edizione del SAS Forum Italy.
«L’analisi dei dati trasforma il business, ma non solo. Crea bellezza, sviluppa creatività». Esordisce così Emanuela Sferco, marketing director SEE Region di SAS, dando il benvenuto alla business community italiana e internazionale.
I Big Data rappresentano una grande opportunità per i CIO. Secondo il white paper di IDC – pubblicato a dicembre 2013, dal titolo Chance of a Lifetime: Using Big Data and Analytics as the Ticket to Strategic Relevance – lo scenario di business attuale, caratterizzato da un uso intensivo dei dati, offre ai responsabili dei sistemi informativi l’occasione per supportare le strategie aziendali verso il raggiungimento degli obiettivi e di maggiori profitti.
Per Marco Icardi, vice president SEE Region di SAS, bisogna costruire una nuova cultura d’impresa intorno analytics. Siamo partiti molto bene in questo trimestre del 2014 e sono molto ottimista». Icardi cita il fisico Carlo Rovelli, uno dei fondatori della gravità quantistica a loop, perché nella comprensione della realtà, nulla nell’universo è come appare. «E anche SAS vuole raccontare la storia dei dati. L’intuizione alla base della conoscenza – dice Icardi – deve essere verificata. Nel corso dei suoi quarant’anni di expertise sui business analytics, SAS ha costruito questa competenza ai massimi livelli».
Dalla ricerca scientifica, alla bellezza dell’universo e delle risorse naturali da sfruttare in modo intelligente, passando per la musica e la performance sportiva, i dati possono parlare a chi ha gli strumenti adatti per ascoltare quello che possono rivelare.
SAS accompagnando, le aziende nell’universo di informazioni in continua espansione, rivendica un ruolo primario nella diffusione strategica della cultura dei dati.
Quattro i temi chiave di questo Big Data Bang: mobilità, real time, sicurezza e cloud.
Al centro di questo viaggio nella conoscenza dei dati, l’intervento di Alberto Di Meglio, CTO del CERN openlab. «Il CERN è un grande laboratorio ma anche un luogo di eccellenza, dove lavorano più di 10mila scienziati provenienti da 60 paesi diversi. Il Large Hadron Collider (LHC) è il più potente acceleratore di particelle costruito dall’uomo. La conoscenza che ci permette di verificare la teorie scientifica è basata sulla tecnologia. Nel futuro, la ricerca scientifica non potrà fare a meno della crescente capacità di computing e storage, perché passeremo dalle quantità correnti di dati nell’ordine dei 10 petabyte alle centinaia di migliaia. Nessuna altra scoperta ai confini della conoscenza sarà possibile senza queste tecnologie».
