Giorno zero dell’Agenda Digitale e sguardo al futuro. Smau Milano 2012 ha aperto i battenti della 49ema edizione, tra luci e ombre. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, al telefono: «Mi dispiace per l’assenza di un collegamento video. La priorità è combattere l’analfabetismo tecnologico. Smau luogo simbolo dell’innovazione».
Le vicende politiche del governatore a tempo determinato, Roberto Formigoni, hanno rubato la scena alle imprese e qualche apertura sui giornali con toni già da campagna elettorale. Le applicazioni in mobilità, il cloud computing e i big data sono i temi caldi di questa edizione insieme a smart cities e start up. Se la tecnologia è a portata di mano, il fattore umano resta critico. Al centro del dibattito l’Agenda Digitale, con 20 miliardi di euro di riduzione di costi e 5 miliardi di maggiori entrate per la Pubblica Amministrazione in 3 anni, in caso di digitalizzazione dei processi.
CINQUECENTO CASI DI SUCCESSO
Pierantonio Macola, amministratore delegato Smau, ha posto l’accento su eccellenza e capacità di fare networking: «In questa 49esima edizione milanese di Smau presentiamo gli oltre 500 casi di successo che ci hanno fornito la ricetta del nostro antidoto alla crisi, cioè un efficace mix tra moderne tecnologie di grandi fornitori internazionali, il talento degli operatori italiani e la dinamicità di alcuni bacini territoriali particolarmente attenti alle esigenze delle imprese. Nell’ottica di fornire alle imprese una piattaforma completa per il loro sviluppo, Smau ospita anche quest’anno gli interlocutori più importanti per le imprese: le Regioni, e in particolare gli Assessorati alle Attività Produttive e all’Innovazione, che per prossimità risultano essere i primi e più importanti interpreti delle necessità dell’imprenditoria italiana, e i grandi vendor dell’ICT, le aziende fornitrici di tecnologie digitali, che sono qui per mettere a disposizione delle imprese la credibilità e il prestigio delle grandi multinazionali».
SMAU PUNTO DI RIFERIMENTO
Roberto Formigoni, presidente di Regione Lombardia e commissario straordinario di Expo 2015, ha ribadito che «Smau è un punto di riferimento non solo italiano, ma internazionale per parlare di sviluppo: è una finestra aperta sul futuro, un futuro fatto da un nuovo modo di agire, di pensare, di creare opportunità. Se è vero che il contesto economico attuale impone di ridurre spesa e frenare il debito, allo stesso tempo la stabilità è solo il primo passo verso la costruzione di questo futuro: è necessario considerare che “di solo rigore si muore”. Ricerca e innovazione sono allora i propulsori per il mercato, e nonostante l’inflessione generalizzata, il comparto ICT ha dimostrato di essere una leva fondamentale per favorire lo sviluppo: la politica non può e non deve permettersi di prescindere dalla tecnologia, ma deve puntare con decisione su di essa come vera e propria arma di rilancio per tutto il Paese».
AGENDA DIGITALE
Andrea Rangone, full professor degli Osservatori School of Management Politecnico di Milano, ha incentrato il suo intervento sul tema dell’Agenda Digitale, «l’introduzione dell’Agenda Digitale comporterà nei prossimi tre anni circa 20 miliardi di euro di riduzione di costi e 5 miliardi di maggiori entrate per la Pubblica Amministrazione in caso di digitalizzazione dei processi. Ecco perché il comparto tecnologico non può assolutamente essere ignorato e va certamente dato merito al governo di aver compreso, e investito, in questa realtà che davvero può dare quella spinta propulsiva necessaria al rilancio del Paese. Certo, in Italia vige ancora un digital divide culturale e purtroppo anche infrastrutturale: siamo indietro rispetto ai Paesi europei nell’uso dei sistemi informatici, con dati talvolta allarmanti: basti pensare che la penetrazione della banda larga veloce è ferma in Italia al 62%, a fronte di un quasi 90% nei Paesi nordici, e anche l’utenza Internet si è fermata al 57%, contro il 77% della Francia e circa l’80% della Germania. Ma questo è il vecchio Intenet: il nostro advantage riguarda i nuovi media, il new internet che entra in tablet, smartphone, nel mondo mobile insomma: qui siamo veramente al di sopra delle medie europee, siamo 41% utenti Internet da smartphone. In questo nuovo mondo l’Italia riveste una grande importanza.
Successivamente sono intervenuti gli Assessori allo Sviluppo delle Regioni presenti:
Loredana Capone, vicepresidente con delega allo Sviluppo Economico della Regione Puglia (ultima ad arrivare e prima ad andare via), Andrea Gibelli, vicepresidente Lombardia, Federica Seganti, assessore alle Attività Produttive della Regione Friuli Venezia Giulia, Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia Autonoma di Trento e Alfredo Peri, assessore Programmazione Territoriale, Urbanistica, Reti di Infrastrutture Materiali e Immateriali, Mobilità, Logistica e Trasporti Regione dell’Emilia-Romagna.
IL TAVOLO CON LE IMPRESE
Il tavolo non c’era, ma il dibattito ha coinvolto i vertici delle gradi imprese ICT.
La prima, tra gli amministratori delegati, a prendere parola, rigorosamente in ordine alfabetico, come a scuola, è Luisa Arienti, amministratore delegato di SAP Italia.
Per Arienti «Spending review non deve coincidere con un taglio orizzontale dei costi, ma deve includere progetti di razionalizzazione, ottimizzazione, risparmio».
DAVID BEVILACQUA: TECNOPRATICO
Per David Bevilacqua, vice president South Europe di Cisco e AD italiano è il momento di dare un forte segnale di discontinuità. «Si può guardare con ottimismo al futuro, a patto che l’innovazione diventi pratica e non solo teoria. Basta con i progetti pilota che si realizzano in brevissimo tempo, ma restano isolati. Ebbene, è necessario diffondere una cultura dell’innovazione che possa far sì che le buone idee si sviluppino in progetti concreti, di larghe vedute e di prospettiva duratura».
DARIO BUCCI: APRIRE LE PORTE ALLA MOBILITÀ
Per Dario Bucci, amministratore delegato di Intel Italia, «ci sono tre macro-fenomeni che aprono alle imprese nuovi scenari: «Il primo è l’attenzione nel mondo consumer per le novità hi-tech, soprattutto nel campo del mobile computing. Il secondo, che investe anche il mondo delle aziende, è la “consumerization of IT” ossia la straordinaria evoluzione del mondo consumer che sta varcando sempre più i confini aziendali; oggi il manager, l’impiegato, l’imprenditore sono prima di tutto utenti di new technologies: oltre agli strumenti aziendali, infatti, usano un ultrabook, un tablet, uno smartphone di nuova generazione, e le aziende si trovano a gestire questa miriade di dispositivi personali all’interno dei perimetri aziendali.
Un terzo fenomeno che coinvolge direttamente il segmento business, ed è conseguenza diretta dei primi due, è che le aziende hanno di fronte un salto epocale nella gestione delle proprie infrastrutture IT. Aprire le porte alla mobilità e all’integrazione di una molteplicità di device vuol dire necessariamente sposare le logiche del web e del cloud computing».
NICOLA CINIERO: DISCONTINUITÀ
Nicola Ciniero, amministratore delegato di IBM Italia, celebra il giorno zero dell’Agenda Digitale. «Il prossimo passo fondamentale da compiere, però, è l’essere in grado di calare in pieno la tecnologia in una destinazione d’uso: oggi abbiamo l’occasione di vivere in un momento di discontinuità in cui l’innovazione gioca un ruolo abilitante nel concretizzare i cambiamenti di cui abbiamo bisogno, attraverso processi di razionalizzazione e di semplificazione della spesa pubblica – eliminazioni di sprechi, inefficienze e abusi – e di recupero delle risorse da dirottare altrove».
Smart city: l’anno della svolta?
Disegnate le città intelligenti sulla carta o all’interno di progetti pilota – parafrasando – D’Azeglio, dovremo fare “i cittadini intelligenti”? La via italiana alle città intelligenti passa attraverso i bandi del MIUR e del recente decreto crescita 2.0. In attesa delle misure attuative del Governo, le smart city si candidano a essere uno dei principali motori di sviluppo dell’economia italiana. Premiati gli esempi virtuosi di utilizzo di tecnologia ICT al servizio della comunità: vincono la prima edizione del Premio Nazionale Smart City Roadshow tre progetti realizzati dal Comune di Venezia, dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Venaria Reale. Il convegno istituzionale dal titolo “La via italiana alle città intelligenti” è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione delle città italiane in termini di innovazione e per discutere le potenzialità di una sinergia innovativa tra il pubblico e il privato al fine di rendere possibile una migliore qualità di vita dei cittadini e, nel contempo, un risparmio di energie e risorse economiche.
Per Antonella Galdi, responsabile innovazione Anci, «il concetto di smart city fa riflettere sull’esigenza di ripensare le città a partire dai bisogni emergenti della comunità estesa dei cittadini, da intendersi nell’accezione più ampia del termine, che includa cioè tutti gli attori che partecipano alla valorizzazione del patrimonio urbano, culturale e sociale delle città».
Anci ha svolto un’indagine, stilando un quadro delle 54 città italiane con più di 90mila abitanti, analizzando le scelte strategiche dei comuni, l’ambiente urbano, il comparto della sanità, dell’energia, di mobilità e logistica: le differenze tra città, indipendentemente dalla collocazione topografica, sono talvolta evidenti. I risultati di questo studio devono far riflettere: devono spingere il settore pubblico a potenziare le strategie di sviluppo e, nel contempo, incentivare i grandi player a creare progetti mirati.
A supporto delle Amministrazioni Pubbliche, Anci ha lanciato un progetto concreto e innovativo, la Scuola per Giovani Amministratori: uno strumento a disposizione degli under 35 per acquisire valori, obiettivi e strumenti idonei a governare al meglio il proprio territorio.
«Al mondo delle imprese – Antonella Galdi – chiede lo sforzo di progettare insieme le città per dare valore a ogni singolo patrimonio cittadino».
Michele Cutillo, vice president enterprise services del Gruppo Hewlett-Packard, ha posto l’accento sulla necessità di «cambiare i processi di business: in questo modo si possono trovare nuovi fondi. Le amministrazioni devono essere disponibili a cambiare approccio nei confronti dell’investimento tecnologico. Il nostro territorio ha centri di vera eccellenza, che dobbiamo rendere fruibili a livello interregionale».
Fabio Florio, manager of business development, responsabile Smart Cities e Expo 2015 di Cisco Italia, ha segnalato l’importanza di creare una cabina di regia, «una guida che tenga le redini, che gestisca e controlli la complessità della smart city: serve un project managing che coordini e si assuma le responsabilità di supervisionare e questo ruolo non può non essere rivestito dalle amministrazioni. Non è sufficiente progettare ed erogare fondi, ma bisogna anche considerare la funzione di gestione e controllo che il Comune deve ricoprire, cosa che non è affatto scontata».
Piero Fassino, sindaco del Comune di Torino e membro del Direttivo Anci, ha messo al centro del suo intervento le difficoltà delle pubbliche amministrazioni di investire per lo sviluppo in chiave smart: «Abbiamo alle spalle un biennio di “sperimentazione” sulle smart city, nato sulla spinta dei bandi europei. Davanti a noi abbiamo un modello, un’idea di città: il nostro compito è passare dalla rigidità della “città meccanica” a un modello di città flessibile, ma le difficoltà che stiamo incontrando sono numerose. Innanzitutto perché finora non c’è stato un quadro di riferimento in cui collocarsi, anche se grazie all’ Agenda Digitale si è finalmente creata una cornice operativa in cui inserirsi». Mario Occhiuto, sindaco del Comune di Cosenza ha sottolineato l’esigenza di fare tesoro dell’esperienza passata: «I processi di sviluppo urbano delle nostre città, nel passato, hanno mostrato quali sono i rischi da non sottovalutare: periferie con alto indice di delinquenza, quartieri-dormitorio, zone urbane iper-congestionate dal traffico e aree sottosviluppate sono il frutto di una cattiva progettazione urbana. L’uso delle tecnologie deve tenere conto delle esigenze dei cittadini e deve rispondere a un disegno ben meditato prima della messa in atto, per evitare di commettere gli stessi errori del passato».
Per Paolo Perrone, sindaco del Comune di Lecce «le responsabilità aumentano, perché i referenti non sono più solo i cittadini, ma anche i turisti che sono portati inevitabilmente a fare paragoni con la realtà da cui provengono. A Lecce fino ad ora il progetto smart city è ancora piuttosto rarefatto, e sottolineo in questa occasione che non possiamo permetterci di lasciare indietro, anche nello sviluppo tecnologico, i centri importanti del Sud».
LE CITTA’ INTELLIGENTI SECONDO IBM
Cristina Farioli, direttore marketing, comunicazione e citizenship di IBM Italia, ha affermato che «il primo passo da compiere è creare una cultura dell’innovazione mirata, sul territorio: bisogna ascoltare la città e i cittadini. L’innovazione in Italia si fa, si sta già facendo, ma bisogna concertarla e integrarla con la storia, la tradizione, la conformazione delle singole città. È necessario, a partire da un modello condiviso, disegnare soluzioni su misura di ogni città, come IBM sta già facendo da tempo, diffondendo dei bandi mirati: per il 2012, a titolo esemplificativo, Siracusa ha vinto un servizio di consulenza specializzata IBM».
FARE DI PIU’ CON MENO
Nel rapporto sullo State of the world’s city 2011” delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani si legge che “le città ospitano la maggior parte della popolazione mondiale. E il trend è in ascesa, i centri urbani continuano a crescere, consumare e inquinare in proporzione”. Intervenire sulle città, riuscire a renderle più efficienti, sicure e produttive vorrebbe dire quindi migliorare la qualità della vita di milioni di persone. Ed è per questo che IBM, sorretta dalla sua visione dello “Smarter Planet”, da più di tre anni sta investendo sul programma “Smarter Cities” in tutto il mondo. In Italia ha già toccato più di cento città, siglando dodici protocolli strategici, avviando diversi progetti di innovazione e consolidando una comunità di circa 40 città in partnership con Forum PA.
A Smau 2012, IBM rinnova il suo impegno di offrire – di più – in termini di qualità e personalizzazione – con meno – e questa è la grande sfida delle città italiane.
IL RUOLO DELL’IT
Come l’IT può venire incontro a questo proposito, avviando un processo di innovazione capace di ripagarsi in tempi brevi? Intervenendo in modo prioritario in aree critiche capaci di liberare risorse è secondo noi possibile. Queste aree sono: l’elusione ed evasione, per recuperare denaro; la gestione oculata degli asset (identificare il patrimonio, le sue caratteristiche, gestirlo e manutenerlo correttamente può significativamente abbattere i costi); lo sviluppo di nuovi servizi, ritagliati sulle caratteristiche della città può permettere nuove entrate.
Si tratta quindi di riuscire a bilanciare le 3 leve, in accordo con gli obiettivi della città.
I CONFINI DELLE SMART CITIES
Questo però non basta, è necessario saper anche guardare ai fenomeni che si stanno manifestando e che già tracciano la rotta di nuovi cambiamenti. La città sta divenendo uno spazio più ampio rispetto ai meri confini dell’Amministrazione Comunale lasciando il passo al Sistema Urbano. Le aree metropolitane sperimentano un forte deficit infrastrutturale, in particolare per quanto concerne la mobilità, non solo urbana (aeroporti, alta velocità), il degrado di ampi quartieri nelle periferie storiche, le trasformazioni dei modelli abitativi. I sistemi di città piccole e medie richiedono invece di essere meglio strutturati nella loro articolazione multiregionale, rafforzando le relazioni di complementarità e sinergia tra i singoli centri e le connessioni con le reti globali (es. infrastrutture di trasporto).
LA SFIDA DELLA COLLABORAZIONE
E’ ormai un dato di fatto che le pubbliche amministrazioni comunali con meno di cinquemila abitanti dovranno raggrupparsi in aggregazioni di piccoli comuni che dovranno, entro quest’anno, condividere almeno tre delle nove funzioni fondamentali indicate dall’art.19. Le Regioni, inoltre, saranno chiamate a un vero e proprio riordino del territorio, che comprenderà la città metropolitana, le aree vaste e le unioni di medi e piccoli comuni. È evidente che in questa situazione l’infrastruttura tecnologica risulterà fondamentale per facilitare l’integrazione dei servizi e più banalmente anche solo lo scambio di informazioni tra gli stessi enti che si consorzieranno. Una serie di servizi e funzioni potranno anche essere erogati in modalità cloud determinando risparmi economici diretti, grazie all’utilizzo di apparati tecnologici, e indiretti derivati dalla riduzione di attività tecnica/tecnologica di formazione e aggiornamento del personale.
GOVERNANCE E INTELLIGENCE
Centrale inoltre, nel sistema urbano, resta la “Governance”, in altre parole la capacità di seguire a livello territoriale come le indicazioni vengano interpretate e tradotte in servizio per il cittadino. A supporto della governance si collocano tutti quei sistemi o motori di intelligence in grado di misurare, interpretare, pianificare e anticipare i fenomeni, come l’IBM Intelligent Operations Center for Smarter Cities, una nuova soluzione studiata per aiutare le città, di ogni dimensione, a ottenere una visione complessiva delle informazioni dislocate nei diversi dipartimenti e nelle agenzie che lavorano per la città stessa. Grazie all’applicazione di modelli analitici avanzati ai processi delle attività amministrative locali – gestiti attraverso un unico punto di comando centrale – le città saranno in grado di prevedere i problemi, rispondere alle situazioni di crisi e gestire al meglio le risorse.
FEDERICO FRANCINI: FARE PRESTO
Per Federico Francini, presidente e amministratore delegato di Fujitsu Technology Solutions, «l’Italia in molti casi necessita ancora di infrastrutture di base che rappresentano i prerequisiti, in mancanza dei quali la vera innovazione non può nemmeno essere pensata.
L’Agenda Digitale varata dal governo è in questo senso molto ben articolata, dal momento che tiene conto delle necessarie infrastrutture di base, ma anche della contemporanea introduzione di veri elementi di innovazione. Ciò che bisogna a ogni costo evitare, nel momento dell’attuazione del decreto “Crescita 2.0”, è il posticipare, il dilatare i tempi: l’Italia ha bisogno di soluzioni efficaci in tempi certi e rapidi. Serve oggi una svolta, un cambiamento che non sia più autoreferenziale, ma che riesca finalmente a mettere al centro la società, le persone, cosa che come Fujitsu, facciamo ormai da diversi anni».
Tra le novità presentate da Fujitsu spicca il primo Ultrabook, già disponibile sul mercato, progettato esclusivamente per un target business, in grado di spingere al massimo la sicurezza del sistema e la sua gestibilità. Inoltre, con funzionalità integrate come il lettore di impronte digitali il nuovo ultrabook permette un elevato livello di sicurezza particolarmente indicato per i professionisti. Allo stand abbiamo visto anche il tablet ibrido dedicato agli utenti mobili che coniuga la fruibilità dei contenuti di un tablet con la comodità di una tastiera notebook full-size integrabile con in più una batteria aggiuntiva.
PATRIZIA GRIECO: EMERGENZA GIOVANI
Patrizia Grieco, amministratore delegato di Olivetti, indica come obiettivo per l’Italia, «quello di colmare il gap finora accumulato rispetto alle altre nazioni, tanto sul versante del capitale fisico (infrastrutture broadband e digitalizzazione del Paese) quanto su quello del capitale umano (formazione e merito). La strada per ridurre questo cultural divide è stata tracciata in questo ultimo periodo grazie all’impostazione dell’Agenda Digitale, vera boccata d’ossigeno per l’economia italiana, se si calcola – secondo le stime più recenti – che la piena realizzazione del piano potrebbe consentire una riduzione del deficit nazionale di 19 miliardi di euro e stimolare al contempo una crescita del Pil tra lo 0,7% e l’1,3%. Il comparto ICT ricopre un ruolo chiave per la ripresa del Paese: non va dimenticato, però, che non c’è innovazione senza giovani talenti disposti ad attuarla, a renderla endemica: per questo la disoccupazione giovanile deve diventare un tema centrale della politica economica del Paese».
PIETRO LABRIOLA: L’IMPRESA SEMPLICE
Pietro Labriola, responsabile direzione business di Telecom Italia, ha esordito affermando che «digitalizzare dall’interno l’impresa è un punto di partenza fondamentale. Oggi smartphone, tablet, laptop ed e-reader sono alla portata di tutti e l’impiego di Internet e delle applicazioni web nella vita privata è diventato un’abitudine spesso irrinunciabile: sto pensando ai social network, all’home banking, all’e-commerce e all’e-government, ad esempio. Molte di queste sono applicazioni cloud, nella Nuvola. Ora è il momento di trasferire quanto appreso a uso personale alla vita professionale, investendo sulle tecnologie al servizio dell’impresa nell’ottica di una semplificazione davvero reale e tangibile. In questa trasformazione le imprese italiane, soprattutto le piccole e medie, e i professionisti non sono soli. Esistono in Italia aziende ed esperti specializzati nell’IT, più di 25.000, che hanno esperienza, competenze e capacità per contribuire alla rivoluzione digitale. Sono veri e propri “personal trainer” della trasformazione digitale con una presenza locale e una distribuzione capillare».
STEFANO VENTURI: LA RESPONSABILITÀ DELL’INNOVAZIONE
Prima edizione di Smau per Stefano Venturi, come amministratore delegato di HP Italia. Nel suo intervento Venturi ha sottolineato che «la competitività nell’attuale scenario economico è un obiettivo improrogabile per il Paese. La tecnologia è un abilitatore di un’innovazione strategica e un elemento centrale per accelerare la ripresa delle imprese e del Paese». Ma che cosa significa essere leader dell’innovazione? «Le aziende leader – e tra queste HP – svolgono un ruolo fondamentale come propulsori di un’innovazione sistemica che deve abbattere il digital divide, in un senso molto più ampio e puntuale: ad esempio tramite una serie di programmi e di azioni in grado di ridurre sensibilmente il gap attuale di accessi alle rete, potenziando allo stesso tempo la capacità di utilizzare in maniera efficace le tecnologie digitali».
PAOLO ANGELUCCI: GOOD MORNING BUSINESS
La presenza di Cosmic Blue Team (CBC) a Smau 2012 significa stare al fianco delle imprese che vogliono concentrarsi sul loro “core business” affidando a CBC la gestione delle infrastrutture IT e la gestione dei processi ERP e documentali. Come presidente di Assinform, Angelucci sottolinea l’importanza dell’attuazione dell’Agenda Digitale come momento di rilancio effettivo del Paese. La politica non può permettersi distrazioni. Le imprese devono fare un passo avanti e la cattiva politica deve fare un passo indietro».
START UP INNOVATIVE
Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, sono 44 le start up ICT finanziate nel 2011 per 27 milioni di euro e 29 quelle finanziate nei primi 9 mesi del 2012 per 20 milioni di euro.
Di questi investimenti, il 50% è relativo alle tecnologie mobile: un mercato nel quale l’Italia ricopre una posizione di leadership a livello internazionale.
Ma quali sono le start up italiane che rilanceranno il Paese?
Forse le finaliste della prima edizione del Premio Lamarck (dal nome del naturalista Jan Baptiste Lamarck che presentò per primo la teoria evoluzionista), che ha visto consegnare un premio alle 7 start up italiane più innovative. Il premio realizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria in collaborazione con la community Startupbusiness, è un riconoscimento alla capacità delle nuove generazioni di evolvere il proprio business adattandosi al contesto attuale di mercato.
I vincitori della prima edizione del Premio Lamarck sono:
KENT’S STRAPPER (Firenze) Vincitore del Premio PoliHUB
Kent’s Strapper (KS) è una giovane impresa fiorentina familiare specializzata nella progettazione e produzione di stampanti 3D open source con tecnologia fused filament fabrication (FFF). La stampante 3D con tecnologia fused filament fabrication è uno strumento che permette di materializzare volumi molto complessi, prodotti con i software di modellazione CAD, attraverso la deposizione di un filamento di materiale plastico stratificato, fino a raggiungere il volume desiderato, con tolleranze che posso raggiungere i 0.1 mm.
LAURA SAPIENS (Mantova) Vincitore del Premio Dell
Laura Sapiens è una impresa italiana nata per migliorare la relazione tra le persone e i sistemi informatici su scala mondiale. Fondata nel 2011, la società è produttrice di EGO! Smartmouse il primo dispositivo di interazione personale al mondo che permette di trasferire i file da un computer all’altro con un lieve gesto di polso.
Nel video vi riproponiamo una interevista a Matteo Mode’ di Laura Sapiens, realizzata durante la scorsa edizione di Codemotion
M2TECH (Navacchio di Cascina, Pisa) Vincitore del Premio Computer Gross
M2Tech Srl progetta, produce e commercializza sistemi audio per la riproduzione della musica digitale ad alta risoluzione. La start up ha ideato il Joplin, un dispositivo per archiviare su computer il contenuto di supporti musicali analogici (nastri, dischi, trasmissioni radiofoniche, riprese dal vivo) alla massima qualità possibile, estremamente più elevata di quella del CD.
MAYAM R&BD (Roma) Vincitore del Premio Portolano – Cavallaro
MAYAM R&BD è una start up italiana che, attraverso il laboratorio Mente in Movimento Italy, opera nel campo della ricerca finalizzata all’immissione di prodotti e servizi innovativi sul mercato mondiale. Il laboratorio fonda i propri valori sul coinvolgimento strategico, creativo e operativo delle nuove generazioni nonché di altre realtà emergenti made in Italy. La start up ha ideato Leonardo, il primo linguaggio di programmazione che permette di sviluppare qualsiasi tipologia di software attraverso il linguaggio umano.
MEEFARM (Foggia) Vincitore del premio IBM
Meefarm è un laboratorio di idee dedicato al mondo della libera arte. Ispirandosi alla logica di Google, YouTube e Facebook, Meefarm ha creato Meetale, un portale che offre agli Autori i mezzi per pubblicare gratis in piena autonomia e indipendenza le proprie opere.
SEABREATH (Parma) Vincitore del premio HP
Seabreath è un sistema per ottenere energia da moto ondoso. La realizzazione prevede una struttura modulare fatta con containers riciclati e l’impiego di materiali naturali o comunque riciclabili in linea con una filosofia rispettosa dell’ambiente.
ZERO12 (Cittadella PD) Vincitore del premio Microsoft Bizspark
Zero12 srl è una startup la cui mission è confezionare servizi cloud e mobile app su misura. La start up ha ideato Drivefarm, un File Server as a Service progettato e sviluppato per rispondere alle esigenze delle PMI in fatto di gestione del loro patrimonio documentale (progetti, foto, contratti, cataloghi) eliminando le problematiche connesse all’hardware in azienda.
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