Monti: «Agenda digitale e start up per cambiare l’Italia»

Per cambiare e tornare crescere non ci sono ricette veloci. Alla lavagna si può disegnare bene il progetto, ma poi bisogna metterlo in pratica. Tra strategia ed esecuzione c’è la stessa differenza che passa tra il dire e il fare e in mezzo, quasi sempre, scorre il proverbiale mare. Il disegno alla lavagna del governo Monti – e tracciato dal ministro dello Sviluppo Passera – si chiama “Dl Crescita 2.0” e almeno nelle intenzioni mira a cambiare il Paese, rendendolo più moderno e digitale

C’è di buono, che per la prima volta, nella storia di questo Paese, l’ICT è la chiave di volta di un provvedimento di legge e completa le misure messe a regime dalla spending review. L’agenda digitale rivoluziona la pubblica amministrazione. Tra i provvedimenti più rilevanti, l’introduzione del documento digitale unico che sarà fornito gratuitamente ai cittadini e sostituirà la carta d’identità.

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Prevista l’unificazione di tutte le anagrafiche nazionali in un unico data base, che permetterà, grazie all’utilizzo di strumenti analitici il «censimento continuo e in tempo reale della popolazione». E’ introdotto l’obbligo per le amministrazioni pubbliche, così come per gli operatori che erogano o gestiscono servizi pubblici, di accettare pagamenti in formato elettronico, a prescindere dall’importo della singola transazione. I soggetti privati, che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, saranno tenuti, dal 1 gennaio 2014, ad accettare pagamenti con carta di debito.

LA PA DIVENTA OPEN

Nella sanità, si porta a compimento il progetto del fascicolo sanitario elettronico in tutti gli ospedali di Italia, ma non è chiaro come saranno unificate le attuali sperimentazioni regionali, che hanno seguito ciascuna una propria strada. Dal fascicolo sanitario elettronico restano, però, escluse le unità operative del 118. Entro il 2015 saranno poi introdotte le ricette digitali. Nei tribunali, per quanto riguarda l’amministrazione della giustizia – si legge nel decreto legge – “tutte le notificazioni di cancelleria avverranno per via telematica con posta certificata accorciando i tempi dei processi”.

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E così anche gli avvisi di garanzia arriveranno per posta elettronica.

I dati e le informazioni forniti dalla pubblica amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato open data, come ha anticipato il comune di Milano nei giorni passati, che ha adottato una piattaforma di servizi di questo tipo. In questo modo dialogare con la PA e avere informazioni di pubblica utilità sarà più facile e immediato. Almeno si spera.

INVESTIMENTI E START UP

Sulle imprese che fanno innovazione e sugli investimenti esteri, ci sono le novità più importanti. L’obiettivo è di sciogliere i nodi avviluppati che frenano gli investimenti, semplificando le normative centrali e locali, per rendere più facile fare impresa. Per la prima volta, nell’ordinamento del nostro Paese è introdotta la definizione di impresa innovativa (start up): le nuove misure toccano tutti gli aspetti più importanti del ciclo di vita di una start up – dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventuale chiusura – ponendo l’Italia all’avanguardia nel confronto con gli ordinamenti dei principali partner europei. Tali norme danno anche seguito a quanto indicato nel Programma Nazionale di Riforma e rispondono a raccomandazioni specifiche dell’Unione Europea che individuano nelle start up una leva di crescita e di creazione di occupazione per l’Italia. La dotazione complessiva subito disponibile è di circa 200 milioni di euro. Una volta a regime, la norma impegnerà 110 milioni di euro ogni anno, con deroga al diritto societario e riduzione degli oneri per l’avvio.

Ulteriori importanti misure sono prese sul fronte della defiscalizzazione delle opere infrastrutturali strategiche (tramite l’introduzione di un credito di imposta a valere su Irap e Ires fino al 50%), sull’attrazione degli investimenti diretti esteri (con la costituzione dello sportello unico Desk Italia a cui potranno rivolgersi gli imprenditori stranieri), col rafforzamento del sistema dei Confidi per migliorare l’accesso al credito delle PMI e con significative liberalizzazioni nel settore assicurativo (introduzione di un “contratto base” comune a tutte le compagnie).

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DIGITAL DIVIDE

Per l’azzeramento del divario digitale sono previsti interventi per la diffusione delle tecnologie digitali. Confermato l’obiettivo di azzerare il divario digitale, portando la connessione ad almeno 2 mbps nelle zone non ancora coperte e nelle aree a fallimento d’impresa. Alle risorse rese già disponibili per il Mezzogiorno (circa 600 milioni) si aggiungono ora ulteriori 150 milioni di euro per finanziare gli interventi nelle aree del centro-nord. Le procedure e gli adempimenti autorizzatori per favorire la diffusione della banda ultralarga, anche tramite wireless, e delle nuove tecnologie di connessione saranno fortemente semplificati. Per quanto riguarda gli scavi per la posa della fibra ottica, è prevista l’esenzione della tassa per l’occupazione del suolo e del sottosuolo. Gli operatori di TLC avranno assicurato l’accesso alle parti comuni degli edifici per le operazioni di posa della fibra.

COMUNITÀ INTELLIGENTI

L’art 20 disegna l’architettura tecnica, di governo e di processo per la gestione delle “comunità intelligenti”. Il decreto descrive le qualità di questo soggetto che resta però ambiguo. Si legge nel testo del decreto legge: “Le comunità intelligenti sono partecipative, promuovono l’emersione di esigenze reali dal basso, l’innovazione sociale e prevedono meccanismi di partecipazione, inclusione sociale ed efficienza delle risorse – attraverso il riuso e la circolazione delle migliori pratiche. Un sistema di valutazione e monitoraggio garantisce che le comunità rispettino gli impegni presi attraverso uno statuto periodicamente rivisto, allo scopo di verificare e massimizzare l’impatto del progresso tecnologico sul territorio”. Non è chiaro come saranno identificate queste comunità e se sarà varato un registro. I dipendenti di un’impresa possono essere considerati una comunità intelligente? Gli incubatori e i laboratori sono comunità intelligenti? E tutte le forme di collaborazione e di piattaforme crowdsourcing a quale specie di comunità intelligenti appartengono? Bill Hewlett e David Packard, fondatori di HP, quando lavoravano nel loro piccolo garage, formavano una comunità intelligente o erano solo due ingegneri elettronici di Stanford?

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