I ricercatori hanno scoperto che ad ogni emozione corrisponde l’attiviazione di uno specifico gruppo di neuroni
L’intensità di un sentimento può essere misurato grazie al cervello, che secondo una nuova teoria è diviso in “alto” e “basso”. Questo è risultato a cui è arrivato il prof. Davidson nel suo studio sul rapporto fra emozioni e attività cerebrale. Analizzando l’ippocampo tramite risonanza magnetica lo scienziato è riuscito ad individuare i neuroni che si attivano quando proviamo una specifica emozione. I principali sitili emozionali, secondo la nuova classificazione, sono sei: resilienza, prospettiva, autoconsapevolezza, sensibilità al contesto, intuito sociale e attenzione.
La classificazione delle emozioni
La “resilienza” è la capacità di rispondere più o meno velocemente agli eventi sia positivi sia negativi. La “prospettiva” invece è legata all’abilità di mantenere lo stesso livello emozionale nel tempo ed è una caratteristica molto vantaggiosa per le persone ottimiste piuttosto che per quelle che tendono alla depressione. L'”autoconsapevolezza” è la capacità di comprendere il proprio stato emozionale ed è legata all’empatia. La “sensibilità” al contesto permette di adattarsi alle diverse situazioni con poco sforzo. L'”intuito sociale” è l’abilità di comprendere lo stato d’animo altrui attraverso i segnali verbali e non verbali ed è legato ad una maggiore attività dell’amigdala e della corteccia visiva prefrontale. Infine, l'”attenzione” è la capacità di mantenere alta la concentrazione. Secondo Davidson questa si attiva come un lampo nel nostro cervello che focalizza la sua attvità su un elemento mettendo in secondo piano il resto.