E’ ormai lontano il tempo in cui le attività di una storage company erano confinate nella dimensione hardware.
Per quanto il mercato renda inevitabile e irrinunciabile la ricerca di nuovi brevetti che consentano di superare i limiti delle prestazioni dei singoli sistemi, rendendo questi ultimi più performanti e più produttivi i player che operano nel settore tendono a investire una quota progressivamente sempre più significativa per mettere a punto una vera e propria strategia software dedicata alla gestione dei dati. EMC è sicuramente una delle aziende che si è perfettamente adeguata a questo nuovo orientamento e le acquisizioni più recenti ne sono una testimonianza.
L’anno scorso EMC aveva infatti acquisito Data Domain per un valore di 2,1 miliardi di dollari. Se l’oggetto di quella acquisizione fu la tecnologia di deduplicazione, o di compressione intelligente (tecnica di archiviazione che permette di ridurre sensibilmente le spese associate ad attività di trasferimento dati, soprattutto nelle grandi organizzazioni dove si devono movimentare grandi quantità di dati), l’acquisizione annunciata in questi giorni è ora focalizzata nell’area del data warehouse.
La società che entrerà a fa parte dell’ecosistema tecnologico di EMC si chiama Greenplum, prugna verde, ed è proprietaria di soluzioni estremamente innovative nell’analisi dei dati. L’acquisizione stimata in un valore di 300 milioni di dollari viene considerata dagli analisti come funzionale alle esigenze del nuovo paradigma del cloud computing e, comunque, inerente la capacità di analizzare dati all’interno di data center dove risiedono quantità di dati sempre più imponenti. A questo proposito Idc prevede che nei prossimi dieci anni la componente dati sarà 44 volte superiore a quella attuale., una tendenza del tutto coerente con l’acquisizione di Greenplum annunciata da EMC.
Una strategia come quella definita da EMC pone la società di storage in diretta competizione con soluzioni di data base sviluppate da vendor software che da sempre hanno presidiato quest’area, in primis Oracle e Ibm, e il confine tra i rispettivi mercati diventa progressivamente più labile.