L’intelligenza artificiale entra nel tessuto digitale delle imprese. Dalla connettività intelligente all’iperconnessione, il ruolo strategico delle reti aziendali. Dati, latenza, velocità, controllo dinamico delle risorse e sicurezza dell’infrastruttura ridefiniscono le regole del business e il ruolo del CIO
La connettività avanzata non rappresenta più solo un’infrastruttura di supporto, ma un vero e proprio abilitatore strategico, capace di determinare il successo aziendale in un contesto digitale in continua evoluzione. L’evoluzione delle tecnologie di connettività sta riscrivendo le regole del gioco nel mondo industriale e dell’automazione. Siamo di fronte a un ecosistema sempre più interconnesso, intelligente e resiliente, che permette alle aziende di essere più agili, sostenibili e competitive. Le reti virtualizzate SDN e SD-WAN stanno rivoluzionando la gestione dell’infrastruttura IT grazie a una gestione centralizzata e semplificata. Con queste tecnologie, le imprese possono controllare e orchestrare la rete da un’unica interfaccia, riducendo il rischio di errori e ottimizzando il traffico dati. Questo porta a un miglioramento delle prestazioni delle applicazioni critiche e consente di scalare facilmente le infrastrutture senza incidere pesantemente sui costi operativi.
L’adozione di interfacce Ethernet multi Gigabit garantisce velocità di trasferimento dati elevate, essenziali per supportare applicazioni ad alta intensità di dati come cloud computing e virtualizzazione. Un ulteriore vantaggio è l’efficienza energetica, che permette di ridurre il consumo e i costi operativi, senza dimenticare la scalabilità, che consente alle aziende di espandere la rete senza dover effettuare costose sostituzioni dell’infrastruttura esistente.
Il Wi-Fi 7 introduce una nuova era nella connettività wireless, offrendo velocità superiori e latenza ridotta, aspetti fondamentali per applicazioni che richiedono un’elevata reattività come l’IoT e gli ambienti di produzione automatizzati. Grazie alla maggiore capacità di gestione dei dispositivi connessi, questa tecnologia è ideale per uffici e fabbriche intelligenti, dove l’efficienza della rete è un fattore determinante.
Il 5G e il futuro 6G rappresentano un ulteriore passo avanti nella connettività mobile. Con la loro bassa latenza e velocità di trasmissione dati estremamente elevate, queste tecnologie stanno già abilitando applicazioni come i veicoli autonomi, la telemedicina e l’automazione industriale avanzata. Inoltre, la connettività massiva offerta dal 5G consente la gestione di un numero elevato di dispositivi connessi, elemento chiave per ecosistemi IoT su larga scala.
L’Edge Networking sta guadagnando sempre più rilevanza, grazie alla possibilità di elaborare i dati in prossimità della loro origine. Questo non solo riduce la latenza e migliora la sicurezza, ma permette anche di alleggerire il traffico sulla rete centrale. In un’epoca in cui la protezione dei dati è una priorità assoluta, questa tecnologia garantisce un livello di sicurezza superiore rispetto ai modelli cloud tradizionali.
L’Internet delle Cose (IoT) è un altro fattore chiave nella trasformazione digitale. Il monitoraggio in tempo reale, la manutenzione predittiva e l’automazione dei processi consentono di ottimizzare le operazioni aziendali, ridurre i costi e incrementare l’efficienza. Grazie ai sensori intelligenti e alle piattaforme di analisi avanzata, le aziende possono prendere decisioni basate su dati concreti, anticipando problemi e migliorando la produttività.
Le soluzioni satellitari, infine, stanno rivoluzionando la connettività globale. La loro capacità di garantire copertura ovunque, comprese le aree più remote, le rende essenziali per settori come l’energia, i trasporti e la sicurezza. In situazioni di emergenza o disastri naturali, la resilienza delle comunicazioni satellitari rappresenta un vantaggio cruciale, mentre il supporto per applicazioni critiche come il monitoraggio ambientale assicura un livello di affidabilità impareggiabile. L’integrazione strategica di tutte queste tecnologie non solo migliora la connettività, ma crea nuove opportunità di business. Il vero valore emerge quando queste soluzioni convergono tra loro: il 5G combinato con l’Edge computing riduce la latenza e abilita applicazioni industriali avanzate, mentre l’unione tra IoT e reti SD-WAN consente il monitoraggio intelligente delle infrastrutture distribuite. La combinazione di Wi-Fi 7 ed Ethernet multi-Gigabit offre un’esperienza di connettività senza soluzione di continuità, fondamentale per ambienti di lavoro ibridi.
L’interazione tra queste innovazioni e tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e il quantum computing apre scenari ancora più affascinanti. L’AI può ottimizzare le reti adattandosi dinamicamente ai carichi di lavoro, mentre il Quantum Computing ha il potenziale per rivoluzionare la sicurezza e la gestione dei dati, introducendo nuovi paradigmi di protezione e crittografia. Naturalmente, questa evoluzione porta con sé sfide significative. La sicurezza informatica deve essere ripensata per proteggere reti sempre più complesse e distribuite, mentre l’interoperabilità tra soluzioni eterogenee è cruciale per evitare lock-in tecnologici e garantire un’integrazione fluida. Inoltre, la sostenibilità deve essere una priorità, con infrastrutture progettate per minimizzare il consumo energetico e l’impatto ambientale.
IL TESSUTO DI RETE
Il 5G, i nuovi standard Wi-Fi e le reti satellitari sono destinati a contendersi il mercato dell’accesso degli utenti finali. La competizione tra queste tecnologie si giocherà principalmente sulla riduzione della latenza e sull’aumento della velocità effettiva, elementi chiave per garantire un’esperienza utente fluida. Tuttavia – come evidenzia Daniela Rao, senior research director, Infrastructure and Telecoms di IDC Europe – la crescente mobilità degli utenti e le esigenze di localizzazione renderanno ancora più complessa la gestione delle reti da parte degli operatori. Daniela Rao delinea uno scenario in cui, nei prossimi quattro-cinque anni, la continuità della connessione sarà affidata a una molteplicità di dispositivi capaci di interagire con reti sempre più aperte e automatizzate.
La copertura geografica continuerà a dipendere fortemente dalle reti terrestri in fibra ottica, fondamentali per il backhaul, mentre le attuali reti fisse e mobili verranno potenziate con soluzioni avanzate. Tra queste, il 5G Stand Alone, con il supporto per il Network Slicing, avrà un ruolo chiave, in attesa del 6G previsto dopo il 2030. Parallelamente, nuove tecnologie di rete, come le reti satellitari, affiancheranno ma non sostituiranno le infrastrutture esistenti. Le reti di accesso evolveranno in un ecosistema flessibile, dove le diverse opzioni di trasporto dati si adatteranno dinamicamente alle esigenze degli utenti sia business che consumer.
«Per le imprese, la connettività assumerà la forma di un vero e proprio tessuto digitale – spiega Daniela Rao – capace di combinare diversi mezzi trasmissivi in base alle necessità operative. Questo nuovo paradigma permetterà di collegare data center, cloud pubblici, edge cloud, dispositivi e applicazioni in maniera più efficiente. Inoltre, l’integrazione con strumenti di intelligenza artificiale consentirà di mappare i processi aziendali critici, migliorando la sicurezza e l’affidabilità delle reti. La connettività del futuro sarà dunque sempre più pervasiva, aperta e intelligente, pronta a estendersi verso un numero crescente di dispositivi e soluzioni, in un ambiente in continua evoluzione».
LA CONNETTIVITÀ DEL FUTURO
Per comprendere meglio le implicazioni pratiche di queste tecnologie, è fondamentale confrontarsi con gli attori del mercato, dai fornitori di infrastrutture agli operatori, fino alle aziende che stanno già implementando soluzioni avanzate. Quali sono le strategie vincenti? Quali modelli operativi si stanno rivelando più efficaci? E quali investimenti possono garantire il massimo ritorno? Sono questi gli interrogativi su cui riflettere per costruire una connettività che non sia solo veloce e affidabile, ma realmente abilitante per il futuro del business.
Secondo Giovanni Prinetti, european solutions marketing manager di Allied Telesis, le tecnologie di ultima generazione – sia wireless con l’avvento di Wi-Fi7 e l’espansione del 5G, che cablate, con l’introduzione di interfacce Ethernet multi-Gigabit – favoriscono un ambiente aziendale sempre più interconnesso, eliminando ulteriormente i confini tra reti IT e OT e tra spazi interni ed esterni. «Si tratta di tecnologie che, specialmente quelle wireless, continueranno a essere adottate parallelamente, in base all’ambiente in cui devono operare, senza una reale predominanza».
Per Luca Venturi, head of Telco e B2B di AVM Italia il Wi-Fi 7 rappresenta una vera rivoluzione per le aziende. Questa tecnologia si pone come un punto di svolta nel mondo del networking, offrendo prestazioni e flessibilità senza precedenti e trasformando radicalmente la connettività nel settore business. «In breve tempo – spiega Venturi – diventerà lo standard di fatto dei dispositivi di connessione di pari passo con il rilascio sul mercato dei vari modelli da parte dei vendor. Investire in Wi-Fi 7 significa essere pronti ad affrontare le sfide e le opportunità del futuro, come l’adozione su larga scala di dispositivi 5G e IoT. Per le aziende si tratta di una scelta strategica, soprattutto per le organizzazioni che non hanno una dotazione aggiornata di dispositivi. Perché i benefici in termini di capacità, velocità, affidabilità e scalabilità giustificano l’investimento, soprattutto considerando le prospettive di crescita e le tecnologie emergenti, garantendo un ritorno sull’investimento a lungo termine. In questo senso, le soluzioni di networking di AVM sono “future-proof”, infatti, adottano già le tecnologie e le funzionalità più innovative e sono stati progettati per integrare gli standard e protocolli emergenti».
Giovanni Alfano, vice president sales Italy di GTT – sottolinea come la SD-WAN si sia rivelata estremamente efficace nell’integrarsi con le nuove tecnologie emergenti, rispondendo in modo versatile alle sfide, alle esigenze e alle tendenze del networking. «Le capacità originali di automazione hanno consentito significativi progressi, tra cui la deviazione automatica del traffico, il rilevamento e la mitigazione delle minacce in tempo reale, la creazione dinamica di overlay e la fornitura senza intervento manuale, che semplifica la gestione e la sicurezza della rete riducendo le configurazioni sbagliate causate dall’errore umano. Inoltre, l’intelligenza artificiale è sempre più applicata alla SD-WAN per consentire un’analisi intelligente dei dati di prestazione e generare indicazioni significative».
Il vantaggio principale di una rete AI-nativa è duplice: da un lato, migliora significativamente l’esperienza degli utenti finali, assicurando connessioni più rapide, stabili e affidabili; dall’altro, semplifica il lavoro dei team IT che gestiscono la connettività, riducendo la necessità di interventi manuali grazie a processi automatizzati di analisi e ottimizzazione – come spiega Mario Manfredoni, senior director South Europe di Juniper Networks.
L’AI-Native Networking raccoglie e analizza dati accurati in tempo reale per rispondere a domande come: “Perché alcuni utenti riscontrano connessioni Wi-Fi instabili?” o “Cosa ha causato i problemi di connessione segnalati dall’utente X durante una riunione su Zoom?”. Grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning, la rete è in grado di identificare rapidamente anomalie e fornire insights dettagliati sull’esperienza utente. Gli algoritmi avanzati permettono di formulare interrogazioni mirate, per esempio: “C’è un’eccessiva congestione su una specifica porta dello switch?”, facilitando così un intervento tempestivo e proattivo. «Questo approccio – continua Manfredoni – non solo migliora la qualità della connessione, ma consente anche ai team IT di ottimizzare la rete in modo dinamico, riducendo i tempi di troubleshooting e garantendo un’esperienza utente superiore. Una rete AI nativa può anche offrire delle raccomandazioni per migliorare l’esperienza utente. Ad esempio, l’AI su cui è basata la rete può essere addestrata per identificare i buchi nella copertura Wi-Fi o una VLAN mancante su una porta dello switch e, in tal caso, suggerire al team IT di aumentare la potenza del Wi-Fi o applicare un tag VLAN rispettivamente. In una fase successiva di sviluppo, la rete AI nativa – configurata come una vera e propria Self-Driving Network – può agire proattivamente per correggere i problemi individuati. Per esempio, può risolvere in totale autonomia un malfunzionamento di una porta dello switch o applicare i tag VLAN mancanti per correggere i problemi di accesso alle applicazioni».
APPLICAZIONI E PROCESSI
In che modo queste tecnologie possono contribuire all’ottimizzazione dei processi aziendali e al miglioramento della competitività? L’iperconnessione e l’evoluzione delle reti, come il Wi-Fi 7, stanno trasformando il modo in cui le aziende raccolgono, gestiscono e analizzano i dati. Da un lato, la crescente interconnessione di dispositivi precedentemente non connessi alla rete fornisce alle aziende un’enorme mole di dati che – spiega Giovanni Prinetti di Allied Telesis – «possono diventare una risorsa strategica per l’ottimizzazione delle attività di business, purché vengano implementati sistemi avanzati per la loro gestione e analisi».
Dall’altro, il Wi-Fi 7 abilita questa trasformazione offrendo una connettività più veloce e stabile, in grado di supportare un elevato numero di dispositivi. Ciò consente un controllo remoto avanzato su strumenti come telecamere di sicurezza e dispositivi IoT, oltre a facilitare il backup di grandi quantità di dati e il cloud computing. Insieme, questi elementi creano un ecosistema digitale più efficiente e performante. «Il Wi-Fi 7 – spiega Luca Venturi di AVM Italia – offre una copertura completa dello spettro disponibile, garantendo una connettività ottimale in diverse situazioni e con la tecnologia di accesso Multi-Link Operation i dispositivi di connessione possono utilizzare contemporaneamente più frequenze, se una banda degrada, altre subentrano migliorando la stabilità, riducendo la latenza e gestendo meglio i picchi di traffico. Inoltre, il Wi-Fi 7 può gestire un numero maggiore di dispositivi IoT, garantendo una connessione affidabile anche in ambienti con molte interferenze. La bassa latenza del Wi-Fi 7 è ideale per le applicazioni IoT che richiedono una risposta rapida, come i sensori industriali e i sistemi di controllo per la sicurezza.
E ancora, il Wi-Fi 7 consente di effettuare videoconferenze in 4K o 8K senza interruzioni, migliorando la qualità della comunicazione e la collaborazione online grazie alla condivisione di file di grandi dimensioni». La diffusione del Wi-Fi 7 nel settore business sarà accelerata dalla sinergia tra i diversi attori della filiera ICT, dai vendor agli installatori fino ai system integrator. Secondo Venturi, questa collaborazione consentirà di creare un ecosistema di competenze capace di valorizzare le potenzialità del nuovo standard, favorendo lo sviluppo di applicazioni innovative e ottimizzando l’integrazione delle sue funzionalità nelle infrastrutture aziendali.
Grazie alla sua elevata stabilità, scalabilità e sicurezza, il Wi-Fi 7 offre un’infrastruttura solida su cui le aziende possono fare affidamento per ottimizzare le operazioni, garantendo performance affidabili e protezione dei dati in un ecosistema digitale sempre più interconnesso.
«Applicazioni e processi aziendali hanno bisogno di poter operare su di un layer capace di garantire stabilità, scalabilità e sicurezza» – spiega Max Moccia, regional technical manager Italy di Cambium Networks. «L’evoluzione delle tecnologie di connettività rappresenta la base su cui costruire servizi, applicazioni e processi. Aumentare la capacità, migliorare la latenza o la stabilità abilita nuovi servizi che in precedenza non erano attivabili in un certo luogo o per una determinata azienda/comunità. Cambium crede molto in questa visione e con l’integrazione dell’intelligenza artificiale si pone l’obiettivo di semplificare, migliorare e ridurre i costi di esercizio nell’utilizzo della rete».
Grazie a una maggiore capacità, minore latenza e maggiore stabilità della rete, le aziende possono implementare architetture SD-WAN per ottimizzare le prestazioni, incrementare la produttività e migliorare l’esperienza dei clienti, garantendo al contempo una gestione più efficiente e flessibile delle risorse IT. «Le reti SD-WAN – spiega Giovanni Alfano di GTT – sono caratterizzate da un’incredibile adattabilità nell’affrontare le molte sfide del networking che minacciano di ostacolare la capacità di un’azienda di soddisfare la clientela».
Garantire lo spostamento efficiente, sicuro ed economico dei dati tra dipendenti, partner, clienti e asset produttivi è un imperativo strategico per qualsiasi percorso di trasformazione digitale. «Man mano che prende forma la digitalizzazione dei processi e del ciclo dei dati l’evoluzione, la coesistenza e la continuità delle reti fisse e mobili wireless, terrestri e non terrestri, svolgeranno un ruolo chiave» – afferma Daniela Rao di IDC Europe. «La connettività alimenterà tecnologie come AR/VR e intelligenza artificiale, dando vita a una nuova Internet immersiva». Un ingegnere di rete esperto può diagnosticare problemi di rete difficili da individuare, come un cavo Ethernet difettoso, ma l’intelligenza artificiale e il machine learning sono in grado di individuare tali anomalie in tempi molto più brevi, migliorando l’efficienza e riducendo notevolmente i tempi di intervento. «Questo significa che, grazie a queste tecnologie, i tempi di risoluzione dei problemi si riducono considerevolmente, mentre aumenta il livello di qualità dell’esperienza utente» – spiega Mario Manfredoni di Juniper Networks.
«Inoltre, non dovendosi più occupare di tutto ciò che viene gestito dalle reti AI native, i team IT possono investire il loro tempo e concentrare le loro risorse su progetti strategici ad alto valore aggiunto, permettendo all’intera organizzazione di ottenere un vantaggio competitivo». Un altro esempio del valore di una rete AI nativa è legato alla sua capacità di fornire informazioni commerciali. «In ambito retail – continua Manfredoni – l’AI che gestisce la rete può fornire ai responsabili marketing un’analisi giornaliera del traffico dei clienti in una determinata area di vendita, sulla base dei dati di localizzazione raccolti tramite Wi-Fi e/o Bluetooth low energy; dati che l’azienda può ovviamente utilizzare per migliorare le vendite e la competitività».
INTEGRAZIONE SICURA
Quali aspetti vanno considerati per garantire una piena integrazione con le infrastrutture di rete già esistenti? «L’integrazione tra reti IT e OT comporta inevitabili rischi di sicurezza» – risponde Giovanni Prinetti di Allied Telesis. «Per garantire transizioni protette, occorre salvaguardare i dati tramite crittografia su tratti di rete non protetti, e applicare la microsegmentazione, soprattutto per le reti OT, isolandone dei segmenti, per contenere la diffusione di minacce e migliorare la sicurezza». Per Max Moccia di Cambium Networks il processo di ammodernamento passa attraverso una pianificazione e protezione dell’investimento. «Ovviamente, l’infrastruttura esistente deve essere in grado di supportare l’introduzione di nuove tecnologie. Se offriamo una connessione multi-Giga, è fondamentale adeguare l’infrastruttura di networking per evitare che diventi un collo di bottiglia. E se si aggiorna la rete Wi-Fi aziendale con tecnologie Wi-Fi 7, è necessario anche potenziare l’infrastruttura di rete per supportare adeguatamente il salto tecnologico, garantendo una capacità sufficiente a gestire le nuove esigenze di traffico e prestazioni».
La cosa più importante nella creazione di una strategia efficace di «tessuto di connettività» – come la definisce Daniela Rao di IDC Europe – è garantire scalabilità, flessibilità e, soprattutto, integrazione per consentire lo spostamento dei dati tra e attraverso le reti. «Il risultato finale dovrebbe essere l’allineamento delle reti e lo spostamento dei dati che aiutano a risolvere i problemi aziendali esistenti. Come per qualsiasi investimento correlato all’IT, creare una rete su misura per risolvere un singolo problema aziendale rappresenta una scelta miope. Garantire che i vantaggi specifici della connettività senza interruzioni e dello spostamento dei dati siano allineati alle crescenti esigenze aziendali è la strada più rapida e sicura per un ROI significativo e sostenibile nel tempo».
La microsegmentazione e la crittografia rappresentano elementi chiave per garantire un’integrazione sicura tra le reti IT e OT. La prima consente di suddividere la rete in segmenti isolati per limitare la propagazione delle minacce, mentre la seconda assicura la protezione dei dati in transito e a riposo, riducendo i rischi di accessi non autorizzati e cyberattacchi. In un contesto in cui le infrastrutture operative sono sempre più connesse ai sistemi IT, adottare queste soluzioni diventa essenziale per rafforzare la sicurezza e garantire la continuità operativa. «La tecnologia SDN consente un controllo preciso degli switch di rete, permettendo la creazione di reti Zero Trust, in cui vengono autorizzate solo le interazioni necessarie, proteggendo l’OT» – spiega Giovanni Prinetti di Allied Telesis.
Per la crittografia dei dati, IPSec è la soluzione più diffusa sulle reti pubbliche, mentre per le connessioni locali su Ethernet, in particolare quando le interconnessioni attraversano aree non controllabili, si sta affermando MACSec, che opera direttamente a livello Ethernet. Tuttavia, il suo utilizzo richiede dispositivi di rete compatibili con porte che supportino nativamente il protocollo, garantendo prestazioni elevate grazie all’elaborazione hardware.
«Se guardiamo al nostro focus storico come il mondo FWA, la sfida principale sta nell’esigenza di avere più risorse di spettro a disposizione per sfruttare queste nuove tecnologie» – afferma Max Moccia di Cambium Networks. «E se guardiamo oltreoceano, l’apertura all’utilizzo dello spettro a 6GHz anche in abito outdoor ha aperto scenari e opportunità di upgrade delle reti FWA degli operatori WISP che sono diventate opportunità di adozione su clienti residenziali e business, che possono finalmente lavorare in maniera più performante in cloud, sia che si tratti di un sevizio di hosting dati delle videosorveglianza di casa sia di applicazioni cloud-native per le aziende».
LA VIA DA SEGUIRE
Se il quantum computing ancora per diversi anni non avrà un impatto diretto sulle aziende, decisamente più immediati sono gli effetti dell’intelligenza artificiale, che permette di sfruttare meglio il potenziale dei dati provenienti dai nuovi dispositivi connessi, aprendo la strada a innovazioni rapide e a un miglioramento tangibile delle operazioni aziendali. «Chi inizierà a utilizzare l’AI per analizzare e ottimizzare i processi interni otterrà un vantaggio competitivo nel breve periodo» – afferma Giovanni Prinetti di Allied Telesis. La via da seguire è integrare le tecnologie emergenti, senza restare passivi, ma anticipando i cambiamenti e adattandosi proattivamente al nuovo panorama tecnologico.
«Abbiamo iniziato il processo di adozione delle tecnologie AI per sfruttarne le potenzialità in ambito marketing. Recentemente abbiamo lanciato la nostra Custom GPT per aiutare i clienti a esplorare e comprendere facilmente la gamma di soluzioni disponibili» – spiega Max Moccia di Cambium Networks. «Utilizziamo l’AI per automatizzare il troubleshooting della rete tramite la Root Cause Analysis (RCA), identificando rapidamente i problemi e fornendo soluzioni immediate. E questo consente agli IT manager di ridurre i costi e i tempi necessari per risolvere le problematiche, migliorando l’efficienza complessiva delle operazioni».
Secondo Giovanni Alfano di GTT la rapida crescita dell’intelligenza artificiale generativa e dei flussi di lavoro basati sull’AI spingerà le aziende a costruire reti più forti e veloci in grado di gestire enormi carichi di dati con un ritardo minimo. «Per stare al passo, le organizzazioni si affideranno all’edge computing per l’elaborazione dei dati e le architetture distribuite, aumentando le prestazioni di rete per il lavoro ibrido e gli ambienti cloud. L’intelligenza artificiale svolgerà un duplice ruolo, non solo aumentando la necessità di reti più potenti, ma anche aiutando gli operatori di rete a ottimizzare le prestazioni. Con il monitoraggio basato sull’AI e l’ottimizzazione adattiva, le reti diventeranno più intelligenti ed efficienti, pronte a supportare le elevate esigenze delle nuove applicazioni».
Secondo IDC, entro il 2029, il panorama dell’elaborazione intensiva delle prestazioni subirà una trasformazione significativa. Il cambiamento è spinto dalla crescente domanda di intelligenza artificiale sempre più complessa, accurata e completa. Questo scenario – come spiega Daniele Rao di IDC Europe – sta stimolando una diversificazione delle tecnologie infrastrutturali. L’elaborazione digitale classica, pur avendo alimentato decenni di innovazione grazie ai transistor, sta ora mostrando i suoi limiti di fronte alle esigenze delle moderne reti neurali. «L’adattamento di più transistor su un singolo chip sta raggiungendo il suo punto di saturazione fisico, mentre la separazione tra chip di elaborazione e memoria crea colli di bottiglia a causa dell’enorme quantità di dati associata all’AI. Inoltre, il consumo energetico richiesto dai processi digitali tradizionali sta diventando insostenibile, aumentando la necessità di soluzioni alternative». In questo contesto, i sistemi neuromorfici, che imitano la struttura e il funzionamento del cervello umano, emergono come una delle risposte più promettenti. «Questi sistemi – continua Daniela Rao – sono progettati per essere molto più efficienti dal punto di vista energetico e per utilizzare algoritmi innovativi, offrendo intelligenza a un costo inferiore rispetto ai processi digitali odierni. IDC prevede che, entro il 2029, questi sistemi entreranno in produzione limitata e cattureranno il 5% del mercato delle infrastrutture di elaborazione intensiva delle prestazioni». Parallelamente, l’elaborazione analogica classica sta guadagnando terreno come alternativa alle soluzioni digitali. «L’elaborazione analogica classica, che utilizza resistori programmabili per imitare neuroni e sinapsi biologici, sta emergendo come un’alternativa promettente» – afferma Daniela Rao. «Questi sistemi eccellono nel risolvere calcoli complessi simultaneamente e utilizzano molta meno energia rispetto ai chip digitali.
Grazie al contributo di aziende come IBM, Intel e HPE, e di istituzioni accademiche come il MIT, la ricerca in questo settore sta facendo così passi da gigante». IDC prevede che inizialmente, i sistemi analogici per l’AI potrebbero essere utilizzati in ambiti periferici, dove il consumo energetico e la dissipazione del calore sono criticità primarie. Tuttavia, a lungo termine, queste tecnologie potrebbero rivoluzionare il mercato dei chip per l’intelligenza artificiale digitale, offrendo soluzioni più efficienti e sostenibili per le applicazioni più avanzate dell’AI.
IL RUOLO DEI CIO
L’evoluzione tecnologica delle reti, la crescita dell’intelligenza artificiale e l’aumento delle minacce informatiche stanno ridefinendo il ruolo dei CIO nelle aziende. Le reti aziendali del futuro dovranno essere più intelligenti, sicure, scalabili ed efficienti, in grado di supportare l’innovazione e rispondere alle nuove esigenze di business in tempo reale. I CIO avranno il compito di guidare questa trasformazione, garantendo che l’infrastruttura IT sia pronta a supportare le sfide e le opportunità emergenti. Le previsioni di IDC delineano un futuro in cui l’evoluzione delle reti aziendali sarà strettamente legata all’adozione di nuove tecnologie e alla crescente complessità delle infrastrutture digitali. In particolare, alcuni trend avranno un impatto diretto sulle reti aziendali: maggiore domanda di connettività scalabile e sicura, AI-driven networking e automazione, cybersecurity avanzata e Zero Trust, sostenibilità e reti efficienti dal punto di vista energetico, edge computing e maggiore decentralizzazione. Con l’incremento delle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale e la necessità di gestire dati in tempo reale, le aziende dovranno investire in reti più veloci e resilienti. Questo significa un’espansione dell’uso del Wi-Fi 7, del 5G privato e delle reti SD-WAN per garantire performance elevate senza compromessi sulla sicurezza. La crescente regolamentazione in materia di AI e sicurezza informatica porterà le aziende a rafforzare i sistemi di monitoraggio della rete e l’implementazione di strategie di microsegmentazione e crittografia per proteggere i dati sensibili.
Con la diffusione dell’intelligenza artificiale nei processi IT, le reti aziendali diventeranno sempre più autonome grazie all’uso di soluzioni AI-driven per il troubleshooting, l’ottimizzazione del traffico e la gestione predittiva dei guasti. La necessità di proteggere ecosistemi sempre più interconnessi spingerà le aziende ad adottare approcci Zero Trust e strumenti avanzati di rilevamento delle minacce basati sull’intelligenza artificiale per mitigare i rischi informatici. Con il 65% dei CIO che sarà chiamato a integrare la sostenibilità nei progetti IT, anche le reti aziendali dovranno ridurre il consumo energetico. Tecnologie come il networking neuromorfico e le soluzioni di edge computing saranno fondamentali per abbassare i costi operativi e l’impatto ambientale. Con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale e il boom dell’IoT, le aziende si sposteranno verso un’architettura più distribuita, riducendo la dipendenza dai data center centralizzati e spostando capacità computazionali verso l’edge, con un impatto diretto sulle strategie di networking.
Secondo le previsioni di IDC, la sicurezza informatica sarà un’area di crescente attenzione. Entro il 2026, il 55% dei CIO diversificherà e potenzierà le strategie di sicurezza per affrontare le minacce emergenti, proteggendo non solo la propria infrastruttura IT, ma anche l’ecosistema della supply chain. Sul fronte della sostenibilità, nel 2027, il 65% dei CIO sarà responsabile dell’integrazione degli obiettivi ambientali in ogni progetto tecnologico, assicurandosi che gli investimenti siano allineati alle strategie di sviluppo sostenibile delle aziende.
In questo scenario, i CIO non dovranno solo garantire l’evoluzione tecnologica delle reti, ma ridefinirne il ruolo strategico, trasformandole in asset fondamentali per la competitività aziendale. Le reti del futuro non saranno più solo pipeline di trasmissione e di elaborazione, ma veri e propri motori di innovazione, resilienza e crescita sostenibile.