Modelli distribuiti, deployment locale, centralizzazione e sviluppo Edge, Schneider Electric ridefinisce il concetto di data center per accogliere lo sviluppo dell’AI, puntando su potenza, resilienza e sostenibilità
Quello dei data center è un settore in forte espansione. Lo sviluppo consolidato del cloud e l’apporto dei workload di intelligenza artificiale sono alcuni dei driver che spingono i protagonisti del panorama a investire su facility di nuova generazione, con un’attenzione non solo sulle performance ma anche su aspetti di sostenibilità. Paragonati agli investimenti e alle installazioni viste negli ultimi quattro anni, il prossimo triennio dovrebbe vedere cifre tre volte maggiori in quanto a sviluppo di data center “next gen”. La quantità di dati generati e archiviati cresce a un ritmo esponenziale, trainata dall’adozione di IoT, AI e i big data. Questo richiede aumento della capacità di elaborazione e di storage che si traduce in infrastrutture più potenti ma anche più efficienti dal punto di vista del consumo di risorse.
LA POTENZA DEL DATA CENTER
L’Italia è il mercato con il potenziale di crescita maggiore in Europa occidentale. «Il nostro Paese, per vari fattori, tra cui anche il tema della connettività sottomarina, sta diventando una zona critica per il continente» – ci dice Silvia Olchini, vicepresidente della Business Unit Secure Power italiana di Schneider Electric. «Dopo la fase iniziale di adozione, l’attenzione sull’AI si è focalizzata sul deployment. Questo ha accelerato anche un certo ripensamento su come concepire, fin dalla fase di progettazione, il data center, il suo funzionamento, la capacità di bilanciare i carichi di lavoro e di ottimizzare le risorse». Temi non nuovi per Schneider Electric, che a fine giugno ha conquistato il primo posto nella classifica delle aziende più sostenibili del mondo, stilata dal Time e Statista.
Attualmente, la capacità totale di energia elettrica utilizzata dai data center in tutto il mondo è di 50 gigawatt. Con un aumento previsto di potenza di quasi 40 gigawatt nei prossimi quattro anni. «L’AI ora occupa un carico di lavoro pari a circa l’8% una percentuale che salirà fino al 15-20% entro il 2028. Non parliamo solo di carichi legati all’addestramento dei modelli, ma anche del tema della distribuzione di tali modelli». Questo implica che non solo vengono sviluppati modelli centralizzati in grandi data center (centralizzazione), ma anche implementazioni locali (deployment Edge) che portano il calcolo più vicino agli utenti o ai dispositivi, riducendo la latenza e migliorando l’efficienza operativa. «Tramite l’ottimizzazione possiamo offrire ai clienti un’esperienza sicura, senza interruzioni e solida» – prosegue la VP della BU Secure Power italiana di Schneider Electric.
Ma quali sono le sfide da affrontare nel breve periodo? «Sicuramente la disponibilità delle reti, il costo dell’energia, le competenze. Attraverso architetture specificamente progettate per accogliere l’AI, siamo riusciti a sviluppare modelli di riferimento per la costruzione dei data center di nuova generazione, che aiutano gli operatori ad orientarsi con efficacia. Si tratta di cluster ad alta densità che tengono conto di potenza, raffreddamento e sistemi per il monitoraggio e la gestione, fino ad arrivare a un concetto di digital twin per la governance operativa degli asset e dell’infrastruttura».
EFFICIENZA E RESILIENZA
Schneider Electric semplifica concetti tecnici complessi e promuove l’adozione graduale di sistemi ibridi per gestire carichi computazionali crescenti, integrando l’AI nei sistemi esistenti e migliorando l’infrastruttura senza sacrificare gli investimenti precedenti. «Ci impegniamo a guidare i nostri clienti verso scelte informate, considerando tutti gli aspetti decisionali cruciali, sia presenti che futuri. Questo include l’adozione di una supply chain capace di coniugare regole di compliance, ma anche etiche. L’innovazione è parte di un percorso in continuo divenire, sta a noi scegliere come posizionarci sul cammino».
Schneider Electric si impegna a misurare i consumi energetici e a progettare infrastrutture realmente sostenibili, che sfruttano energie rinnovabili e rispettano la biodiversità. In questo modo, trasforma in realtà ciò che per altri sono solo promesse. «Il data center è abilitatore della digitalizzazione. Ma come tale, può assumere valore solo in un modo: rispettando la natura e integrandosi al meglio con l’ambiente».