Catene di fornitura globali sotto pressione: resistere o innovare? La logistica non è mai stata così strategica. Sfiducia globale e nuovo protezionismo abrasivo. Le imprese corrono ai ripari con supply chain intelligenti per sopravvivere alla tempesta dei dazi
Dietro ogni prodotto che arriva nelle nostre mani – o nei magazzini delle imprese – c’è un viaggio invisibile, fatto di trasporti, stoccaggi e operazioni di produzione e distribuzione che connettono mercati, territori e tecnologie, in un equilibrio sempre più fragile. Negli ultimi quattro anni, i cambiamenti delle rotte commerciali hanno già fatto salire i costi. L’inasprimento delle politiche tariffarie da parte dell’amministrazione Trump mette la parola fine all’era del libero scambio che ha caratterizzato l’economia globale dalla caduta del Muro di Berlino. La svolta protezionistica è una chiave nel motore della supply chain globale. Le imprese devono affrontare aumenti dei costi, tempistiche più lunghe e inefficienze produttive che si riflettono sulla domanda aggregata.
Se la supply chain è il corpo, la logistica è il sistema circolatorio che ne garantisce il funzionamento. Una supply chain ben strutturata richiede una logistica efficiente, che contribuisce a rendere la catena di fornitura più resiliente, sostenibile e reattiva. Il sistema logistico globale rischia di frammentarsi in blocchi regionali, costringendo le imprese a rivedere completamente le reti di approvvigionamento. A fare la differenza, ancora una volta, è la tecnologia.
I vendor coinvolti in questo servizio sottolineano il ruolo combinato di AI, cloud e IoT per migliorare le performance, l’efficienza operativa e la customer experience. L’architettura componibile emerge come risposta a una supply chain sempre più frammentata. Axis Communications si distingue per l’integrazione di sistemi IoT nella sicurezza, evidenziando il ruolo della digitalizzazione nella protezione delle infrastrutture per la logistica. Brother Italia si focalizza sulla gestione documentale per ottimizzare l’efficienza operativa nei processi di magazzino, favorendo la dematerializzazione e la sicurezza dei dati. Manhattan Associates punta sull’uso di soluzioni avanzate per la logistica e la gestione della supply chain, con un focus sulla riduzione della latenza dei dati. Oracle e SAP promuovono l’adozione di piattaforme cloud integrate in grado di orchestrare i processi aziendali e migliorare la collaborazione tra i diversi attori della filiera. Infine, ServiceNow mette al centro l’automazione dei workflow e la gestione intelligente dei servizi IT per migliorare la produttività e ridurre i tempi di risposta.
FINE DI UN’ERA O NUOVO INIZIO?
Secondo il rapporto “Industria, Trasporti, Logistica e Infrastrutture: insieme per la competitività del Paese” di Confindustria, pubblicato nel 2024, le dinamiche concorrenziali globali rendono sempre più evidente la forte esigenza di aumentare la complementarità tra produzione e logistica. Attualmente, l’area Asia-Pacifico rappresenta il mercato con la crescita più rapida, seguita dal Nord America e dall’Europa, che detiene la terza fetta di mercato più grande (19,9%). Su una scala completamente diversa, nel 2024, l’Italia ha migliorato la sua posizione con una crescita nominale dell’1,7% per il settore del trasporto merci e logistica (dati dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano), ma con un ritmo inferiore rispetto al trend globali. Gli USA rappresentano il secondo mercato di sbocco per l’export italiano dopo la Germania. Il settore logistico italiano, che contribuisce all’8,2% del PIL nazionale, secondo i dati di Confindustria, è particolarmente sensibile alla crescente instabilità delle catene globali del valore. Trasporto e logistica rappresentano leve di competitività per l’industria nazionale fortemente orientata all’export. Nel 2024, il mercato globale della logistica ha sfiorato i quattromila miliardi di dollari.
Il dato previsionale dell’osservatorio Horizon di Grand View Research sull’espansione del mercato logistico globale – con una crescita del 51% entro il 2030 e un CAGR del 7,2% – evidenzia un trend strutturale di lungo periodo trainato da fattori come l’e-commerce, l’automazione della supply chain e la crescente interconnessione globale. Tuttavia, la nuova politica sui dazi annunciata dagli Stati Uniti introduce una variabile potenzialmente dirompente, soprattutto per quanto riguarda gli equilibri commerciali internazionali e la riorganizzazione delle filiere produttive. L’aumento delle barriere tariffarie potrebbe infatti spingere molte aziende a diversificare o rilocalizzare le proprie catene di fornitura, adottando strategie di nearshoring o friendshoring, con un conseguente incremento dei flussi logistici su scala regionale. Allo stesso tempo, questa dinamica potrebbe incentivare nuovi investimenti in una logistica più strategica e resiliente, alimentando la domanda di soluzioni basate su tecnologie predittive e sistemi di tracciabilità end-to-end. Infine, i flussi commerciali globali potrebbero subire una profonda riorganizzazione, con lo spostamento dei volumi da aree penalizzate dai dazi verso nuovi hub regionali in grado di garantire maggiore efficienza e vantaggi competitivi. In questa ipotesi, la crescita del mercato logistico potrebbe non solo confermarsi, ma addirittura accelerare in specifiche aree geografiche o segmenti tecnologici, a patto che gli operatori sappiano adattarsi rapidamente.
Tuttavia, non si può escludere lo scenario opposto. L’inasprimento dei dazi, comprimendo la domanda aggregata, rischia di rallentare gli scambi commerciali, innescando un effetto a catena su produzione e logistica. Se i costi di importazione aumentano, i consumi potrebbero ridursi, spingendo molte aziende a frenare gli investimenti e a ridurre la capacità produttiva. Questo calo della produzione si tradurrebbe in una diminuzione dei volumi da movimentare lungo supply chain più frammentate, con impatti diretti sull’intero comparto logistico. In tale prospettiva, l’effetto dei dazi non si tradurrebbe in una riorganizzazione dei flussi, ma in una contrazione complessiva della mobilità delle merci.
Secondo gli analisti, il rialzo dei dazi si configura non solo come misura economica, ma come tassello di uno scontro geopolitico più ampio. A Wall Street, lo sanno tutti: “You’re only as good as your last trade”. Non conta quello che hai fatto, ma l’ultima mossa che hai giocato. Per gli Stati Uniti, impegnati a ridisegnare le filiere produttive globali allontanandole da aree strategicamente sensibili come la Cina, questa strategia rappresenta anche uno strumento di politica economica interna, se consideriamo il deficit commerciale americano. Un azzardo senza precedenti che potrebbe diventare un boomerang: Cina, Giappone e Unione Europea detengono una parte significativa del debito pubblico americano. Un crollo della fiducia nel dollaro potrebbe rallentare tutta l’economia.
DIVERSIFICARE E INNOVARE
Il settore della logistica attraversa una fase di profonda trasformazione, spinta da due forze contrapposte: da un lato, l’adozione accelerata di tecnologie digitali per migliorare l’efficienza e la resilienza delle supply chain, dall’altro le conseguenze dei dazi USA che ridisegnano le strategie commerciali di approvvigionamento e distribuzione. La svolta protezionistica nel quadro generale di incertezza geopolitica costringe le imprese a ripensare le proprie catene di fornitura, diversificando le fonti. Questo fenomeno ha un impatto diretto sulle strategie di business, aumentando la complessità logistica dalla gestione del magazzino e alla distribuzione.
La logistica si conferma un asset strategico per il 65% delle imprese italiane, con una forte attenzione all’efficienza operativa. Il contenimento dei costi (43%) e il miglioramento del servizio (42%) restano le priorità dominanti, segno di una crescente pressione competitiva. Le imprese della domanda alzano il livello di attenzione sulla sicurezza digitale, consapevoli che la resilienza informatica è ormai un pilastro strategico per la tenuta della supply chain. Sempre più aziende investono in piattaforme avanzate di gestione del rischio, mirano a garantire trasparenza e condivisione sicura dei dati lungo tutta la rete di partner logistici, e integrano soluzioni robuste di cybersecurity per proteggere i sistemi IT da vulnerabilità che potrebbero compromettere l’intero ecosistema delle operations. Ogni anello della filiera è interconnesso, la resilienza digitale non è più solo un tema tecnico, ma un fattore chiave di competitività. Interessante, anche il balzo in avanti della sostenibilità: il 17% delle aziende la considera una priorità logistica, mentre l’80% ha già adottato soluzioni green, un salto significativo rispetto al 13% di dieci anni fa. Questo dato riflette un cambiamento culturale e normativo, spinto dall’Agenda 2030 e dalle richieste dei consumatori, ma anche dalla necessità di coniugare efficienza e riduzione dell’impatto ambientale.
L’impegno verso modelli di business più agili e resilienti è un tema trasversale, seppur declinato in modo differente dai vari vendor, le cui strategie, ciascuna con la sua specializzazione, convergono su due temi chiave: l’automazione guidata dall’AI e la sostenibilità. Se da un lato il cloud e l’intelligenza artificiale stanno ridefinendo le infrastrutture IT, dall’altro emerge una forte spinta verso soluzioni personalizzate per settori specifici: food & beverage, e-commerce, automotive, fashion. La personalizzazione dell’offerta e il miglioramento dell’esperienza utente sono fattori distintivi per tutti i vendor analizzati, insieme all’integrazione tra le diverse piattaforme e la collaborazione tra gli attori della filiera, soprattutto in un contesto sempre più regolamentato, come previsto dalla Direttiva NIS 2 che impone nuovi requisiti di cybersecurity e compliance, per rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche, tra cui la logistica. L’adozione di piattaforme cloud, la gestione avanzata dei dati e l’integrazione di intelligenza artificiale e machine learning permetteranno di rendere la supply chain più flessibile e reattiva. Questo si traduce non solo in sistemi di gestione sempre più integrati e interoperabili tra fornitori, magazzini e trasportatori, ma anche in una riduzione della latenza informativa per decisioni più rapide e data-driven, oltre che in una maggiore capacità di previsione dei rischi attraverso strumenti di analisi avanzata.
Le soluzioni individuate mettono in luce l’urgenza di ripensare le supply chain anche in chiave sostenibile, puntando sull’ottimizzazione dei trasporti per ridurre sia le emissioni che i costi, sull’impiego di tecnologie per il monitoraggio delle performance ambientali, e sulla digitalizzazione dei processi e della documentazione per eliminare sprechi e aumentare la tracciabilità operativa.
SUPPLY CHAIN RELOADED
La gestione delle supply chain, a monte e a valle, richiede una visione più ampia che includa fattori geopolitici, regolatori e ambientali, oltre ai tradizionali costi di trasporto e gestione dei fornitori. Le crescenti tensioni geopolitiche, le politiche protezionistiche, le normative sempre più stringenti e l’imprevedibilità dei fenomeni meteorologici stanno spingendo le aziende a rafforzare la resilienza delle loro catene di approvvigionamento che continuano a essere messe alla prova. La logistica deve trasformarsi in una funzione aziendale completamente integrata, implementando strumenti tecnologici in grado di allineare le operazioni di approvvigionamento. Di fronte ai cambiamenti strutturali che interessano le supply chain globali, IDC identifica tre sfide digitali principali.
La prima riguarda la transizione al cloud, abbandonando i sistemi legacy on-prem. La seconda consiste nell’integrazione di pratiche sostenibili attraverso un monitoraggio più solido e un’integrazione diretta nei processi aziendali. Infine, la terza sfida è rappresentata dall’adozione efficace dell’intelligenza artificiale e dell’intelligenza artificiale generativa, per migliorare la produttività e accelerare l’acquisizione di competenze, senza compromettere il ruolo centrale delle persone nei processi della supply chain. Una delle principali preoccupazioni legate all’uso della GenAI nella supply chain riguarda la qualità e la quantità di dati disponibili. Secondo IDC, sebbene l’impatto possa variare da un’organizzazione all’altra, il miglioramento della qualità dei dati rappresenta una priorità trasversale.
Le aziende stanno affrontando continue interruzioni nelle catene di approvvigionamento e cercano strumenti per gestire meglio le risposte alle crisi. L’indagine IDC sulla Supply Chain 2024 rileva che le principali barriere alla reattività sono le tecnologie obsolete e i sistemi scarsamente integrati. Nei prossimi anni, le aziende globali sfrutteranno la GenAI su dataset più ampi per anticipare, valutare e rispondere ai rischi della supply chain, pur rimanendo preparate a gestire eventi imprevisti con rapidità.
L’ottimizzazione della gestione dei trasporti è una priorità per contenere i costi. L’adozione di dispositivi IoT nei beni logistici offre l’opportunità di sfruttare i dati in tempo reale per migliorare la pianificazione e la reattività. Ridurre la latenza dei dati consente ai team di adattarsi più rapidamente alle fluttuazioni delle reti logistiche globali. La pianificazione ottimizzata e l’intermodalità delle reti di trasporto permette inoltre di bilanciare i costi con altri fattori strategici, come il livello di servizio e la sostenibilità.
Per i leader della supply chain, è essenziale comprendere quando e dove esistono compromessi tra costi, efficienza e sostenibilità, allineando le operazioni con i partner logistici. Secondo i dati dell’indagine IDC, il 20% delle aziende globali ha già riconosciuto i vantaggi dell’AI e della GenAI nella gestione della supply chain. Sotto la spinta dei dazi e dell’esigenza di riorganizzare le reti in ottica di risk management, nei prossimi tre anni, questa percentuale potrebbe triplicare.
L’AI ENTRA IN GIOCO
Il ritorno sugli investimenti in ambito logistico si misura attraverso indicatori chiave come la riduzione dei tempi di consegna, l’abbattimento dei costi operativi e una maggiore soddisfazione del cliente. Le soluzioni di Axis Communications, basate su deep learning, ottimizzano i flussi logistici e garantiscono maggiore sicurezza, migliorando la resilienza operativa e riducendo i rischi e le frodi. «L’AI gioca un ruolo centrale nella logistica integrata, consentendo previsioni più accurate, l’automazione dei processi decisionali e una gestione più efficace della sicurezza» – spiega Piergianni Marana, key account manager per le aree retail, infrastrutture critiche e smart city di Axis Communications.
Le telecamere e le analitiche Axis, unite ai processori Artpec dotati di deep learning AI, migliorano il controllo della supply chain e la sicurezza dei magazzini automatizzati, garantendo un monitoraggio costante delle infrastrutture e la prevenzione dei rischi. «Attraverso l’analisi dei big data – continua Marana – l’AI riduce sprechi e ottimizza i percorsi di distribuzione, supportando una gestione più efficiente e sostenibile delle risorse logistiche». Un aspetto critico della trasformazione digitale è la protezione dei dati. «La sicurezza nel cloud è una priorità – continua Marana – e Axis garantisce la protezione delle informazioni attraverso crittografia avanzata, autenticazione multifattore e monitoraggio continuo delle infrastrutture cloud, per assicurare un livello di protezione elevato contro le minacce informatiche. Inoltre, Axis garantisce la sicurezza dei suoi prodotti durante tutto il ciclo di vita, dalla progettazione alla dismissione, assicurando così standard elevati di affidabilità e protezione». La trasformazione digitale della logistica non può prescindere dalle partnership tra vendor tecnologici e aziende logistiche. «La collaborazione accelera l’innovazione e consente di sviluppare soluzioni integrate su misura per le esigenze specifiche del settore. Per questo, Axis lavora con partner strategici per fornire tecnologie all’avanguardia che migliorano la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità della supply chain».
LOGISTICA SMART
La gestione di magazzino incide direttamente su efficienza operativa, costi logistici e soddisfazione del cliente. La gestione documentale diventa leva strategica nella nuova supply chain unificata. Con le soluzioni per lAuto-ID, Brother garantisce etichette ultra resistenti a calore, oli e solventi; stampa nitida e precisa per evitare errori e rallentamenti e integrazione fluida con i sistemi di gestione aziendale già esistenti. «La stampa di etichette svolge un ruolo essenziale in ogni magazzino» – spiega Lorenzo Matteoni, senior manager marketing di Brother Italia. «Sebbene possa essere fondamentale per l’ottimizzazione dei processi di sostenibilità, il suo ruolo è sottovalutato. Questo perché molto spesso non vengono presi in considerazione i costi associati alla stampa di etichette, compresi tempi di fermo, ritardi o errori di spedizione, richiamo dei prodotti e costi generali d’inventario» – continua Matteoni. «Un codice illeggibile può fermare un’intera produzione e i magazzini si trovano a dover pagare costi elevati a causa della mancata ottimizzazione dei loro processi di identificazione della merce. In una fabbrica, ogni componente deve essere tracciato con precisione».
Ma quando un’etichetta si scolorisce, si stacca o diventa illeggibile, identificare il prodotto può diventare impossibile. Con quali effetti? «Produzione bloccata, ritardi nelle consegne e costi imprevisti oltre a perdita di competitività e business per l’azienda» – risponde Matteoni. «Per questo motivo, è indispensabile adottare soluzioni di etichettatura sostenibili che consentano di supportare il magazzino in diversi modi. Per cominciare, la gestione sostenibile delle scorte consente di ridurre le giacenze, riutilizzare i materiali, riciclare i rifiuti e recuperare risorse dagli stessi, riducendo di conseguenza l’impatto ambientale del magazzino. Le etichette forniscono informazioni essenziali sul prodotto e ne assicurano la tracciabilità, semplificando le operazioni di prelievo e imballaggio. Pertanto, disporre di etichette precise e leggibili è essenziale per ridurre gli sprechi e agevolare la conformità alle norme e agli standard del settore. Inoltre, la stampa accurata delle etichette riduce gli errori, migliora la soddisfazione dei clienti e diminuisce i resi».
SUPERARE GLI OSTACOLI
I sistemi isolati e la tecnologia legacy sono gli ostacoli principali per la supply chain scalabile. Ogni settore industriale può trarre vantaggio dall’integrazione di cloud, AI e IoT nella supply chain, migliorando l’efficienza operativa, la resilienza e la capacità di adattamento alle nuove dinamiche di mercato – spiega Roberto Vismara, sales director di Manhattan Associates. «L’IoT ha un potenziale maggiore nel settore manifatturiero, dove esistono processi produttivi complicati e in gran parte automatizzati. Mentre l’intelligenza artificiale rappresenta la grande incognita, in quanto se da un lato ci sono sicuramente vantaggi interessanti per aree della supply chain come la pianificazione, lo stoccaggio, l’esecuzione e il trasporto, dall’altro nessuno sa con certezza quali potrebbero essere i vantaggi tra 24 mesi, data la velocità di evoluzione dell’intelligenza artificiale in questo momento».
La misurazione del ROI in un progetto di digitalizzazione logistica non è universale, ma deve essere personalizzata in base alle specificità aziendali. Ciò che per un’azienda rappresenta un successo in termini di efficienza o risparmio, per un’altra potrebbe essere meno rilevante rispetto a fattori come la sostenibilità o l’innovazione tecnologica. «Alcuni possono considerare la riduzione dei chilometri percorsi dalla propria flotta, la programmazione più efficiente dei prelievi o il coinvolgimento dei dipendenti come obiettivi principali, mentre altri vedono la riduzione delle spedizioni frazionate o dei tassi di ritorno come finalità primarie delle iniziative di trasformazione digitale» – continua Vismara. «La chiave del successo nella trasformazione digitale è avere un nucleo digitale unificato, agile e scalabile, che consenta all’organizzazione di operare innovazioni negli spazi ancora inesplorati e di soddisfare le aspettative dei consumatori in continua evoluzione e la variabilità imprevedibile del mercato».
Pur restando ancora una incognita, il ruolo dell’intelligenza artificiale, in particolare della Generative AI, è in continua espansione, «Grazie alla capacità di integrare e analizzare dati provenienti da fonti esterne e modelli interni, la GenAI consente di elaborare previsioni della domanda più precise e operative, migliorando la capacità decisionale e l’agilità delle aziende» – spiega Vismara. Manhattan Assist è l’assistente GenAI che supporta gli utenti di ogni ruolo, fornendo risposte contestuali e sintesi in linguaggio naturale sulla configurazione e l’uso delle soluzioni Manhattan Active, incluse funzionalità, API e struttura della piattaforma.
Combinando fonti esterne di dati con pattern interni, l’intelligenza artificiale può generare previsioni della domanda più precise e attuabili. «Ciò significa che solo il numero corretto di articoli viene spedito, utilizzando i percorsi di trasporto più efficienti» – spiega Vismara. «In questo modo, si evitano i chilometri in eccesso e lo spreco di spazio nei container in transito e si riduce notevolmente l’impronta di carbonio. Inoltre, le funzionalità digitali self-service possono ridurre significativamente le spedizioni frazionate e i cicli di restituzione indesiderati, minimizzando a loro volta l’impronta di carbonio del viaggio complessivo di un articolo verso il consumatore e viceversa».
Il settore della logistica non è diverso da qualsiasi altro in termini di maturità nell’utilizzo dell’AI. «Se un’azienda o un settore afferma di essere nella fase “matura” della comprensione e dell’utilizzo della GenAI, sta mentendo» – afferma Vismara. «Il ritmo con cui la GenAI ha fatto il suo ingresso e continua a evolversi sulla scena tecnologica significa che siamo tutti ancora nelle fasi iniziali dell’adozione di questa tecnologia rivoluzionaria». Inoltre, la sicurezza e la protezione dei dati non sono più considerate barriere al cloud. «Se all’inizio degli anni Duemila questo era un problema per i dipartimenti IT e per le aziende, ora i CISO sono più interessati a proteggere i loro complessi IT da punti di vulnerabilità come le “shadow apps” o i dipendenti inconsapevoli soggetti al phishing o al social engineering» – spiega Vismara.
Mentre l’unilateralismo minaccia la natura stessa dei mercati e delle supply chain globali, la creazione di partnership e relazioni a lungo termine rappresenta la via d’uscita per le aziende che vogliono crescere, raggiungendo nuovi target di consumatori e nuovi sbocchi. «Un ecosistema di partner porta con sé molteplici vantaggi» – spiega Vismara. «Consente una maggiore penetrazione del mercato, migliora l’esperienza del cliente e accelera il time-to-market. Inoltre, favorisce l’innovazione attraverso la collaborazione, permette l’accesso a competenze complementari, ottimizza i costi e crea le condizioni per una crescita sostenibile a lungo termine. Sfruttando le sinergie tra i diversi attori della filiera produttiva, le aziende possono raggiungere obiettivi comuni in modo più efficiente e strategico».
I NUOVI PILASTRI
Il ruolo fondamentale dell’AI nella logistica integrata, secondo Oracle, risiede nella possibilità di fare leva sulle informazioni disponibili lungo la catena del valore per consentire di sfruttare al meglio le risorse disponibili, ottimizzare le attività e facilitare l’esecuzione dei processi “core”. «La conoscenza approfondita del processo end-to-end, insieme alla disponibilità di informazioni destrutturate, che provengono non solo dall’esterno ma anche dall’interno delle organizzazioni, consente di costruire una rappresentazione chiara dell’ambiente. AI e data analytics permettono di lavorare su questo patrimonio informativo per costruire un supporto decisionale teso all’ottimizzazione» – spiega Simone Marchetti, business development director di Oracle.
Oracle integra all’interno delle applicazioni Fusion Cloud per la logistica una serie di agenti AI progettati per ottimizzare i processi nei punti strategici della supply chain. «Il livello di maturità tecnologica raggiunto – continua Marchetti – consente già ai nostri clienti di sfruttare appieno i vantaggi dell’intelligenza artificiale, sia nella sua forma classica e predittiva, attraverso il machine learning, sia nella sua evoluzione generativa, ampliando le possibilità di automazione e analisi avanzata».
Molte aziende che adottano tecnologie cloud inizialmente nutrono timori sulla perdita di controllo dei propri dati, e percepiscono questa transizione come un cambiamento irreversibile e potenzialmente rischioso. «Nel tempo, però, diventano consapevoli di come la scelta del cloud sia al contempo sicura, affidabile e la migliore strada per l’innovazione, specie affidandosi a chi come Oracle di sicurezza e protezione dei dati aziendali, anche in cloud, ha fatto l’obiettivo di tutte le sue recenti innovazioni, dal database alle applicazioni fino alla AI» – afferma Marchetti. In un ecosistema dominato da cambiamenti così rapidi, la partnership strategica tra vendor e operatori della logistica possono essere decisive. «Solo attraverso una collaborazione integrata è possibile mitigare i rischi operativi e capitalizzare le nuove opportunità di mercato. In Oracle, grazie al cloud abbiamo un canale diretto per dialogare con i nostri clienti e per ascoltare le loro esperienze, dunque, per noi è più semplice aggiornare via via le nostre applicazioni in modo che supportino sempre meglio il loro business».
LA RIVOLUZIONE INVISIBILE
Il concetto di logistica integrata, unificata e scalabile non si limita alle aziende del settore, come i logistics service provider, trasportatori, collettamisti e freight forwarder, ma si estende a tutte le realtà che gestiscono l’intera catena logistica. Un processo che abbraccia l’intero ciclo, dalla gestione del magazzino al trasporto, fino alla visibilità in tempo reale e alla gestione dell’ultimo miglio. «Con l’AI i responsabili possono analizzare le informazioni sulle spedizioni, i luoghi di consegna, i modelli di traffico e le condizioni meteorologiche e identificare di conseguenza i percorsi più efficienti in tempo reale» – spiega Giacomo Coppi, head of supply chain e digital manufacturing di SAP Italia. «L’AI consente di risparmiare milioni di chilometri di guida ogni anno, riducendo il consumo di carburante e i costi operativi e migliorando al contempo l’affidabilità e la prevedibilità dei tempi delle spedizioni».
L’intelligenza artificiale sta trasformando i processi logistici in vari settori offrendo soluzioni innovative per una gestione più efficiente. Come spiega Coppi, a seconda del settore, i vantaggi derivanti dall’AI sono molteplici e mirano a ottimizzare ogni fase della catena logistica, migliorando tempi, costi e precisione. Nel settore Food & Beverage, per esempio, l’AI gioca un ruolo fondamentale nella gestione delle merci deperibili. Analizzando le condizioni di stoccaggio e ottimizzando i percorsi, l’intelligenza artificiale aiuta le aziende a prevedere la domanda di prodotti sensibili, come latticini e ortofrutta, garantendo rifornimenti tempestivi e riducendo così gli sprechi. Nell’e-commerce, l’AI migliora l’evasione degli ordini, ottimizzando e automatizzando le operazioni di magazzino. Questo permette non solo di velocizzare le consegne, ma anche di minimizzare il rischio di errori, migliorando l’efficienza complessiva.
Nel settore Automotive, l’intelligenza artificiale consente alle aziende di gestire con precisione le scorte, assicurando che gli stabilimenti dispongano dei componenti giusti, come pneumatici e motori, e riducendo al contempo il problema delle scorte in eccesso. In ambito Sanitario, l’AI offre la possibilità di monitorare il flusso di medicinali e dispositivi medici, prevedendo la domanda di forniture essenziali e garantendo che le risorse siano sempre disponibili quando necessario. Infine, nel mondo della Moda, l’intelligenza artificiale consente una gestione end-to-end che va dall’approvvigionamento dei tessuti alla distribuzione dei capi. Grazie all’AI, le nuove collezioni arrivano puntualmente nei negozi al dettaglio e sulle piattaforme online, rispondendo tempestivamente alle esigenze del mercato. «AI e data analytics contribuiscono ad automatizzare le attività ripetitive e di routine riducendo il tempo e gli sforzi necessari per gestire le operazioni della catena di fornitura» – continua Coppi. «Inoltre, le soluzioni di manutenzione predittiva, che integrano queste tecnologie, avvisano i team quando i macchinari necessitano di assistenza e possono persino adattare dinamicamente i programmi di produzione per riflettere i tempi di fermo delle apparecchiature. Infine, la disponibilità di insights in tempo reale e analytics predittivi permette alle aziende di prendere decisioni informate in modo rapido ed efficace in risposta alle mutevoli condizioni del mercato».
L’AI può essere usata per prevedere e identificare potenziali rischi – spiega Coppi – «consentendo alle aziende di sviluppare piani di emergenza e rafforzare la resilienza, analizzare i parametri di prestazione dei fornitori, confrontare i prezzi, e rilevare tempestivamente ritardi e colli di bottiglia, per intraprendere azioni correttive rapide. Infine, l’AI aiuta l’azienda a monitorare l’impatto ambientale la supply chain». Per esempio – «può analizzare i dati raccolti da dispositivi e sensori IoT posizionati lungo tutta la catena per monitorare in tempo reale fattori quali il consumo di energia, le emissioni e la generazione di rifiuti o può eseguire scenari per valutare in che modo i cambiamenti nei processi, nei materiali o negli itinerari possono influire sull’impatto ambientale o ancora può valutare le prestazioni ambientali dei fornitori, contribuendo a selezionarli con standard di sostenibilità più elevati».
L’ECOSISTEMA INTELLIGENTE
Il settore logistico si trova ad affrontare una serie di sfide senza precedenti, accelerate da fattori come la crescente domanda di velocità, sostenibilità e diversificazione per rispondere alla frammentazione delle catene di approvvigionamento. ServiceNow risponde a queste sfide fornendo una vista unificata dell’intera catena logistica, integrando dati da diverse fonti e permettendo una gestione centralizzata dei processi attraverso il suo Supplier Management, che monitora e valuta le performance dei fornitori in tempo reale. L’ESG Management di ServiceNow offre strumenti completi per monitorare le emissioni di CO2, ottimizzare i percorsi per ridurre il consumo di carburante, gestire obiettivi di sostenibilità e produrre report ESG automatizzati. ServiceNow offre una piattaforma completa che consente alle aziende logistiche di trasformare le operazioni, migliorare l’efficienza e il servizio ai clienti, ridurre i costi, aumentare la sostenibilità, e adattarsi ai cambiamenti del mercato.
«Le aziende faticano a gestire una rete sempre più articolata di fornitori, partner e clienti globali» – spiega Fabio Fradeani, customer service solution sales manager di ServiceNow. «Per quanto riguarda la sostenibilità, la necessità di ridurre l’impatto ambientale mantenendo l’efficienza operativa, è diventata per le aziende una priorità assoluta. L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la logistica integrata in molteplici aspetti, trasformando radicalmente il modo in cui gestiamo le operazioni della supply chain. Questa tecnologia si inserisce perfettamente nei processi logistici quotidiani, portando un livello di intelligenza e automazione che prima era difficile da immaginare».
Now Assist è la soluzione di AI generativa proprietaria di ServiceNow, che nella sua “declinazione” dedicata a questo settore permette diverse attività importanti. Nella gestione degli ordini e delle spedizioni, non si limita a tracciare pacchi e documenti, ma anticipa potenziali problemi e suggerisce soluzioni prima che questi si manifestino. Per esempio, se rileva un potenziale ritardo in una consegna, non solo avvisa gli operatori, ma propone automaticamente percorsi alternativi e aggiorna i clienti in tempo reale. Nel magazzino, Now Assist agisce come un assistente esperto che lavora 24 ore su 24, analizzando continuamente i livelli di inventario, prevedendo le necessità future basandosi su pattern storici e stagionalità e suggerendo automaticamente quando è il momento di rifornire determinati prodotti.
Questo approccio proattivo aiuta a prevenire sia gli stock-out che l’eccesso di inventario. Particolarmente interessante è come Now Assist migliora l’esperienza del cliente. «Immaginiamo un sistema che non solo risponde alle richieste di tracking, ma anticipa le domande dei clienti, fornisce aggiornamenti proattivi e gestisce le comunicazioni in molteplici lingue» – spiega Fradeani. «Questo livello di servizio personalizzato era precedentemente possibile solo con un grande investimento in risorse umane. Il risultato finale è una trasformazione profonda della logistica: da un modello reattivo a uno proattivo, da decisioni basate sull’intuizione a scelte supportate dai dati, da processi rigidi a workflow adattivi e intelligenti».
L’integrazione di intelligenza artificiale e data analytics nella supply chain sta diventando sempre più strategica, e ServiceNow si posiziona come un partner chiave in questa evoluzione. Grazie alla Now Platform, l’azienda ridefinisce gli standard di efficienza e sostenibilità nella gestione della catena di approvvigionamento, offrendo soluzioni avanzate per ottimizzare i processi.
«Il cuore di questa trasformazione è Now Assist – spiega Fradeani – la soluzione AI di ServiceNow che eleva l’intelligenza artificiale a un nuovo livello applicativo. La piattaforma permette di integrare e analizzare dati provenienti da qualsiasi fonte esterna senza duplicazioni, rendendoli immediatamente accessibili ai processi e alle persone. Questa architettura avanzata non solo abilita l’analisi in tempo reale, ma crea un ecosistema intelligente in grado di ottimizzare ogni fase della supply chain».