A cura di Paolo Delnevo, Vice President PTC Southern Europe
L’Italia ha una lunga e prestigiosa tradizione nel settore automobilistico. Marchi iconici come Ferrari, Maserati o Lamborghini sono universalmente noti in tutto il mondo e sono l’emblema dell’eccellenza manifatturiera che il Made in Italy vanta in questo settore. E non solo. Firme come Bertone, Pininfarina o Abarth sono ancora oggi riconosciute come sinonimo di design e prestazioni.
Tuttavia, la concorrenza sempre più globalizzata, l’elettrificazione dei veicoli e l’evoluzione dei modelli di business stanno sfidando lo status quo, richiedendo alle case automobilistiche di tutto il mondo nuovi approcci alla progettazione e alla produzione. Anche l’industria di settore italiana si è trovata ad affrontare queste sfide, tra cui quella della transizione verso la mobilità elettrica e autonoma, frutto della crescente digitalizzazione e delle esigenze in termini di sostenibilità.
Lo scenario globale si è radicalmente trasformato e, affinché l’industria nazionale automobilistica resti competitiva, è imperativo che i costruttori – anche i più grandi e blasonati – facciano dell’innovazione una leva strategica irrinunciabile.
Ridurre drasticamente i tempi di sviluppo
Prendiamo come esempio i tempi standard di sviluppo dei veicoli. Fino a non molti anni fa, il tempo medio per sviluppare un nuovo veicolo richiedeva di norma un impegno compreso tra i 60 e i 72 mesi. La situazione, oggi, appare nettamente diversa: alcuni produttori cinesi hanno dichiarato di essere riusciti a contrarre i tempi di sviluppo addirittura a 28 mesi.
Realisticamente, una probabile media dei tempi di sviluppo può essere ricompresa tra i 32 e i 40 mesi, ma ad ogni modo è un valore che resta sensibilmente sempre inferiore rispetto ad appena qualche anno fa. I moderni strumenti software e le potenzialità della digitalizzazione, si pensi ad esempio al digital twin, stanno contribuendo in modo determinante a contrarre i tempi di progettazione: ma il loro contributo va ben oltre la riduzione del time-to-market.
Il digital twin, infatti, può giocare un ruolo chiave anche su molti altri fronti, soprattutto in paesi ad alto costo di servizi e manodopera specializzata come lo è l’Italia. Ed è per questo motivo che l’uso del digital twin diventerà sempre più diffuso, evolvendo di pari passo con la crescente digitalizzazione dei veicoli.
L’architettura digital twin
Sono numerosi i vantaggi competitivi associati all’implementazione di un’architettura di digital twin nel processo di sviluppo e produzione di un autoveicolo.
Uno dei vantaggi è certamente il miglioramento del processo decisionale durante le fasi iniziali della progettazione: la tecnologia digital twin permette infatti di intervenire sul modello virtuale, aggiungendo o modificando parti più velocemente e, perciò, risparmiando i costi di realizzazione dei prototipi fisici. Altri vantaggi riguardano la possibilità di effettuare simulazioni accurate, nonché di aumentare la soddisfazione e la fedeltà del cliente tramite la possibilità di personalizzazioni gestibili in via completamente digitale.
La centralità del cliente è la chiave del successo
È importante sottolineare come il digital twin – al pari di molte altre nuove tecnologie digitali – non sia una soluzione di così immediata e rapida implementazione: non bisogna ignorare le sfide che l’adozione delle nuove tecnologie aprono a chi si appresta a utilizzarle.
L’elevato investimento iniziale richiesto impone, ad esempio, di ponderare bene gli obiettivi che si intende raggiungere, quindi di come configurare al meglio il gemello in funzione dello specifico caso d’uso e dei risultati che si vogliono ottenere. Per di più, è abbastanza comune nelle aziende trovarsi di fronte a sistemi e processi legacy, che vengono gestiti in modo isolato, non connesso. In questo senso, una corretta implementazione del digital twin non può prescindere da una efficace integrazione e gestione dei dati, inclusi gli aspetti riguardanti la sicurezza e la privacy.
Implementare un digital twin è certamente un progetto complesso, ma non al punto da oscurare l’immenso potenziale che questa tecnologia offre: non solo per i benefici che ne possono trarre durante le fasi di sviluppo di prodotti complessi, come le automobili, ma anche in ottica più ampia, guardando al cliente, alle sue esigenze e alla sua centralità quali elementi chiave su cui focalizzarsi.
Se un veicolo non è connesso e i suoi dati non possono essere analizzati in tempo reale, oggi fornire agli acquirenti servizi di alto livello e, in parallelo, ottimizzare lo sviluppo dei veicoli di nuova generazione diventano sfide sempre più complesse.
È proprio qui che il potenziale del digital twin fa la differenza.