Europa sotto assedio, la disruption può ancora essere un’opportunità?

Europa sotto assedio, la disruption può ancora essere un’opportunità?

Dall’automotive alle telecomunicazioni, il Disruption Index 2025 svela i settori più esposti ai cambiamenti globali e le sfide per il Vecchio Continente

Se c’è una parola che definisce questi anni di permacrisi è disruption. Letteralmente “rottura”, uno stravolgimento dello status quo che ridisegna le regole del gioco. Un tempo il proverbiale cigno nero, oggi quasi la normalità.  Le aziende lo sanno bene. Non si tratta più di evitare il cambiamento, ma di capire se si riuscirà a governarlo o se si verrà spazzati via. Perché mentre alcuni crollano sotto il peso del mutamento, altri cavalcano l’onda e ne escono più forti. La differenza? Visione, adattabilità e, soprattutto, velocità di esecuzione. Come emerge dal Disruption Index 2025 di AlixPartners il vento è tornato a soffiare forte con un’Europa che rischia di diventare il classico vaso di coccio stritolato dal dinamismo di Stati Uniti e Cina.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Automotive, la crisi di un’industria simbolo

Un settore dove la disruption si sta facendo sentire in modo brutale è quello dell’auto. Nel report – frutto di 3.200 interviste a CEO e C-level di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Svizzera, Cina, Giappone, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, in 10 industry chiave – il fenomeno emerge senza mezzi termini, soprattutto nel Vecchio Continente. In parte è colpa dell’elettrificazione forzata, con normative stringenti che impongono scadenze difficili da rispettare. Ma il problema più grande è la concorrenza cinese. «La sovraccapacità produttiva cinese è tale da poter coprire l’intero mercato europeo» osserva Stefano Aversa, EMEA Chairman e Global Vice-Chairman, AlixPartners. «Se Pechino decidesse di inondare l’Europa con i suoi veicoli elettrici, non ci sarebbe scampo per molti marchi storici». Non a caso, il report prevede che la quota di mercato dei costruttori cinesi in Europa arriverà al 12% entro fine decennio, raddoppiando l’attuale 6%. Una minaccia esistenziale per l’industria europea.

Leggi anche:  SAP Signavio: la chiave per l'efficienza

Aerospace & Defense, la guerra corre più veloce della pace

Nell’industria della difesa la disruption è il propano dello sviluppo e nell’ultimo triennio ha conosciuto un’accelerazione repentina. Nel 2023, le spese militari mondiali hanno superato i 2.400 miliardi di dollari e le previsioni dicono che continueranno a salire. La NATO ha imposto un obiettivo chiaro, il 2% del PIL da destinare alla difesa. Ma non tutti i Paesi riusciranno ad arrivarci. Mentre dall’altra parte dell’oceano gli Stati Uniti, minacciano di ridurre gli investimenti nell’ombrello atlantico con la prospettiva sempre più reale per gli europei di dover fare da soli e in fretta.

Telecomunicazioni, troppa concorrenza, redditività ai mimimi Un altro settore analizzato nel Report è quello delle TLC in crisi strutturale da anni. Solo nel nostro Paese negli ultimi 15 anni, il mercato ha perso 18 miliardi di fatturato. Il problema? Prezzi troppo bassi, marginalità insufficiente e costi degli investimenti ancora troppo alti. Un giga mobile in Italia costa 10 centesimi, contro gli 80 della Germania si legge nel Report. Le aziende, strette tra costi elevati e margini ridotti, hanno reagito provando a separare le infrastrutture, come ha fatto TIM oppure hanno scelto di fondersi come hanno fatto Fastweb e Vodafone. Gli effetti però sono ancora incerti. mentre alcuni analisti ritengono che ci sia una terza strada almeno sulla carta percorribile, quella della specializzazione, con la separazione tra business B2B e B2C. Ma non è detto che possa bastare Il rischio è che, nel tentativo di rimanere competitivi, gli operatori finiscano per svendere il proprio futuro.

Il futuro si scrive adesso

Una lezione che emerge dal Disruption Index 2025 è che il cambiamento non aspetta nessuno. Chi investe, chi innova, chi si adatta, ha ancora la possibilità di vincere. Chi aspetta tempi migliori, è già fuori gioco. L’Europa ha ancora qualche carta da giocare, ma il tempo stringe. «Gli europei hanno dominato il mondo per 500 anni e non c’è nessuna ragione perché non si possa tornare protagonista» afferma Franco Bernabè, Senior Advisor AlixPartners. «Ma servono maggiore coraggio, visione e soprattutto una call to action immediata».

Leggi anche:  NTT DATA presenta una ricerca sull’adozione della GenAI nel settore bancario