Un rapporto di lavoro che sfocia in una denuncia, in un processo penale e in una causa di lavoro con complesse indagini dai risvolti tecnologici, svolte sia dalla polizia postale che dalla difesa: è il caso che ha visto protagonista Gianni Prenassi, ex dipendente di una azienda friulana.
Difeso dagli avvocati Flaviano De Tina, Marzia Graffi e David D’Agostini di Udine, dopo anni di battaglie legali, il lavoratore ha ottenuto un doppio successo: è stato assolto con formula piena e il datore di lavoro, che lo accusava di aver eseguito accessi abusivi al sistema informatico della società, è stato condannato a risarcirlo.
La storia comincia nell’autunno 2018, quando Prenassi, arrivando in ufficio, trova un estraneo al suo computer. “Era un digital forenser – spiega l’avvocato David D’Agostini (nella foto) – un investigatore informatico incaricato dal titolare della ditta di estrarre una copia dei dati di quel pc. Il materiale fu poi analizzato per cercare prove di infedeltà a carico del dipendente”.
“Un fulmine a ciel sereno”, racconta Prenassi, a cui venne consegnata il giorno stesso una lettera di contestazione disciplinare dal suo datore di lavoro: fu immediatamente sospeso e poi licenziato con l’accusa di aver svolto attività professionale in proprio, durante l’orario di lavoro e in concorrenza all’azienda.
Dal giorno del licenziamento per Prenassi comincia un’odissea, scandita da lunghe attese. Nell’autunno 2021 arrivano le sentenze di primo grado: nel processo penale (in cui l’azienda si era costituita parte civile chiedendo il risarcimento del danno con provvisionale di euro 10.000), il Tribunale di Udine ha assolto l’imputato dal reato ascrittogli: il fatto non sussiste.
Di segno opposto il provvedimento del giudice del lavoro che ha respinto il ricorso dell’ex dipendente condannandolo a rifondere le spese di lite alla controparte.
Solo a fine 2024 sono arrivate le sentenze di appello, entrambe favorevoli all’ex dipendente. In ambito penale l’appello dell’azienda viene respinto e ribadita l’assoluzione dell’imputato. Nella causa di lavoro la sentenza di primo grado è stata ribaltata dalla Corte d’Appello di Trieste che ha accertato l’illegittimità del licenziamento, condannando l’azienda a risarcire il danno e rifondere le spese legali.
L’avvocato Maurizio Miculan, che difende l’azienda in entrambi i procedimenti, ha presentato ricorso in cassazione.
Prenassi ha cambiato lavoro ed anche regione. “Il peggio è passato, ma ho pagato un prezzo altissimo dal punto di vista psicologico. Ho deciso, però, di non abbattermi e ho trovato un nuovo impiego. Mi trovo in Trentino Alto Adige ora”.